L’autrice
Claudia Jeraci è una giovane scrittrice calabrese che ama viaggiare – anche solo con la fantasia – e sogna di visitare l’Irlanda.”Anime perse“, edito da Giovane Holden Edizioni è il suo romanzo d’esordio.
L’opera
La storia, lunga circa 500 pagine, narra le vicende di Emily Walsh, adolescente introversa che frequenta la scuola di La Cross. Il romanzo è ambientato in Irlanda, nella città di Fethard. Emi ha un piccolo gruppo di amici suoi coetanei – John, Carlo, Nataly e Sam – con cui condivide gioie e dolori, come accade tipicamente alla sua età. Tuttavia, da qualche tempo sente il bisogno di estraniarsi dal mondo che la circonda e di ritirarsi nella sua bolla, in cui si sente al sicuro. La ragazza, che apparentemente vive una vita tranquilla e monotona, sta in realtà attraversando una fase di cambiamento molto importante, che le stravolgerà l’intera esistenza. Inizialmente, a turbarla sono solo gli incubi rincorrenti che la tormentano e la rendono nervosa e assente, ma nonostante ciò nessuno riesce a spiegarsi il perché dei suoi repentini cambiamenti d’umore. In seguito ad alcuni avvenimenti sgradevoli, Emi scopre di essere una “raccoglitrice”, ovvero è capace di entrare a contatto con l’energia delle persone, vive o morte che siano, e di attingere da essa per sopravvivere. Ad aiutarla a convivere con la sua nuova condizione, ci sarà Christopher Blawick, anch’egli “raccoglitore”. Entrambi sono capaci di sottomettere le anime che incontrano al proprio volere, riuscendo persino a uccidere, potere che dovranno utilizzare per contrastare l’Ordine dei Cacciatori e l’Ordine della Rosa.Si tratta di un romanzo fantasy narrato in prima persona che, partendo dalle vicende quotidiane di una giovane donna qualsiasi, ribalta le carte in tavola e ridefinisce i concetti di “bene” e “male”.
In conclusione
L‘incipit della storia cattura subito la curiosità del lettore e, nonostante il racconto sia a tratti lento, riesce a mantenere viva l’attenzione con una sequenza dei fatti abbastanza coerente.La trama presenta tutte le caratteristiche del genere d’appartenenza senza stonature, e la voce narrante riesce a coinvolgere nei tratti salienti.L’azione si concreta per lo più nella parte finale e il testo presenta molte spiegazioni là dove mi sarebbe piaciuto vedere ciò che accade, anziché apprenderlo dall’esposizione della scrittrice.Tuttavia, l’opera è convincente e porta a riflettere sui concetti di “bene” e “male” e su quanto essi possano essere vicini e possano addirittura mescolarsi tra loro. La metafora della quotidianità è calzante e invoglia alla lettura.
Giornalista, lettrice professionista, editor. Ho incanalato la mia passione per la scrittura a scuola e da allora non mi sono più fermata. Ho studiato Scrittura e Giornalismo culturale e, periodicamente, partecipo a corsi di tecnica narrativa per tenermi aggiornata.
Abito in Calabria e la posizione invidiabile di Ardore, il mio paese, mi fa iniziare la giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno.