L’affascinante lavoro di ricerca dei paleontologi e dei paleobotanici ci porta oggi ad una scoperta eccezionale: in un blocco di ambra preistorico, come in una vera e propria capsula del tempo, si è conservato, per 100 milioni di anni, un fiore.
La scoperta è stata fatta in Birmania (o Myanmar) che è uno dei paesi più ricchi dove poter recuperare questi tesori naturalistici perduti di decine di milioni di anni fa. Grazie a depositi risalenti al Cretaceo sono state fatte scoperte straordinarie: la più antica ape impollinatrice, fiori, uccelli, piume di dinosauro, chiocciole, artropodi e moltissimi altri organismi sono stati recuperati all’interno dell’ambra birmana. Ora, grazie a una nuova ricerca, è stato individuato anche un magnifico fiore di ben 100 milioni di anni fa.
Si tratta di un esemplare appartenente a un genere e a una specie di pianta precedentemente sconosciuti, che gli scienziati hanno deciso di chiamare Valviloculus pleristaminis. Valva è il termine latino che si riferisce a una foglia piegata; loculus significa compartimento; plerus vuol dire “molti” e staminis si riferisce alle dozzine di organi sessuali maschili del fiore, gli stami.
Il fiore apparteneva ad un’antichissima angiosperma, gruppo di piante vascolari con fusto, radici e foglie caratterizzate da veri fiori e semi protetti da frutti.
A scoprire e descrivere il Valviloculus pleristaminis è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università Statale dell’Oregon, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dello Skeletal Biology Laboratory presso il College of Public Health and Human Sciences e del Dipartimento dell’Agricoltura Statunitense. Gli scienziati sono stati coordinati dal professor George O. Poinar Jr, luminare che da decenni studia i fossili racchiusi nel cuore dell’ambra.
“Questo fiore è una bellezza, soprattutto considerando che faceva parte di una foresta che esisteva 100 milioni di anni fa“, ha spiegato Poinar. “Il fiore maschile è minuscolo, largo circa due millimetri, ma ha circa 50 stami disposti a spirale, con le antere rivolte verso il cielo“, ha precisato il ricercatore. “Nonostante sia così piccolo – ha aggiunto – i suoi dettagli sono sorprendenti. Il nostro esemplare era probabilmente parte di un grappolo sulla pianta che conteneva molti fiori simili, alcuni forse femminili.“
Gli scienziati hanno deciso di classificarlo provvisoriamente all’ordine Laurales, date le sue affinità più strette con le famiglie Monimiaceae e Atherospermataceae. Secondo il team che ha condotto la ricerca, il fiore finì nell’ambra quando esisteva il supercontinente Gondwana e il blocco di terra su cui si trovava (chiamato blocco della Birmania Occidentale) si sganciò dall’Australia fino a raggiungere il Sud Est asiatico.
Le teorie sulla datazione sono un po’ controverse. Infatti alcuni esperti ritengono che questo distacco avvenne 500 milioni di anni fa, altri 200 milioni di anni fa, ma poiché le angiosperme si sono evolute e diversificate solo 100 milioni di anni fa, secondo Poinar il blocco di terra non avrebbe potuto sganciarsi prima di allora. Insomma, la scoperta di un fiore preistorico potrebbe avere un impatto anche su rilevanti questioni geologiche.
I dettagli della ricerca “Valviloculus pleristaminis gen. et sp. nov., a Lauralean fossil flower with valvate anthers from mid-Cretaceous Myanmar amber” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Journal of the Botanical Research Institute of Texas.
Questa è solo l’ultima di una serie di scoperte firmate da George Poinar, che con le sue ricerche ha scoperto diverse nuove specie di insetti e piante, rendendo popolare il fenomeno degli insetti preistorici e dei nematodi intrappolati nella resina degli alberi.
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