“Ci voglio credere”: la storia di Marco Scarcella

“Ci voglio credere” è il primo libro di Marco Scarcella. Un libro autobiografico, che racconta la storia di un ragazzo nato e cresciuto in Salento, che ha voglia di evadere. Per quando sia attaccato alla sua famiglia e ai suoi amici, trova il coraggio di partire alla ricerca prima di tutto di sé stesso, ma anche di un lavoro e di un futuro che possa soddisfarlo appieno.

 

L’insoddisfazione personale è un po’ la caratteristica che contraddistingue la nostra generazione, soprattutto a causa della mancanza di lavoro. In molti decidono di mollare tutto e partire alla ricerca della felicità. È il caso di Marco, che affronta una scelta difficile, che lo porterà alla scoperta delle sue paure e delle sue passioni. In Svizzera, il protagonista del libro, trova quasi subito lavoro, ma non è il lavoro che probabilmente ama, si innamora, trova degli amici. Cade e si rialza. La sofferenza più grande è la lontananza da casa, che più volte lo abbattono e gli fanno venire voglia di tornare indietro. Un libro che si legge tutto d’un fiato, che fa pensare a quante difficoltà ogni giorno, i giovani d’oggi, devono affrontare. Un libro che fa ridere e piangere, che affronta la vita nella sua quotidianità.

 

Abbiamo intervistato Marco Scarcella.

 

Ciao Marco, innanzitutto complimenti per il tuo libro e grazie per avermi concesso questa intervista. Parlami un po’ di te e della tua passione per la scrittura. Com’è nata?

 

La passione per la scrittura é nata intorno ai 13 anni, quando durante le scuole medie affrontavo le verifiche d’italiano. Scrivere e raccontare era diventato qualcosa di naturale, qualcosa che non mi scocciava fare, si perché come tanti adolescenti non ero un amante della scuola. Solo una volta esser cresciuto ho capito la sua importanza.

 

“Ci voglio credere” è il tuo primo libro?

 

Si è il mio primo libro.

 

Il tuo è un libro autobiografico, giusto? Cosa ti ha spinto a scriverlo?

 

Si é la mia autobiografia. Sono stato spinto dalla mia voglia di tirar fuori tutte le emozioni che avevo rinchiuso dentro, la voglia di sentirmi libero, si perché scrivere un’autobiografia significa rinunciare anche alla propria privacy. Ho scelto di farlo perché ho pensato che tante persone possano comprendere e magari ritrovarsi in queste parole.

 

Il libro racconta la storia di un ragazzo insoddisfatto della propria vita, che insegue un sogno. Questa è la storia attuale un po’ di tutta la tua generazione. Marco però nel momento in cui va via dall’Italia, incontra diverse difficoltà. Cosa consiglieresti ad un tuo coetaneo?

 

Il primo consiglio che mi sento di dare è di avere tanta consapevolezza. Bisogna esser pronti a cambiare vita, e questo comporta tanti cambiamenti, tante nuove emozioni, nuovi traguardi e anche nuove cadute. Serviranno anche le brutte avventure, anche esse costruiscono la nostra persona. Bisogna esser pronti a tutto.

 

L’amore è il leit motiv del libro: quello verso una donna, verso la famiglia, verso gli amici. Quanto pensi sia importante l’amore nella vita di un uomo?

 

L’amore è importante nella vita di un uomo, tanto quanto quello nella vita di una Donna. Ognuno di noi ha bisogno di amore, di amare le persone vicino, che siano i genitori, gli amici, il partner. Amare per vivere.

 

Ti ha fatto bene scrivere questo libro?

 

Benissimo, sono riuscito a conoscere un nuovo lato di me stesso.

 

A chi lo dedichi?

 

Lo dedico a me, alla mia famiglia ed ogni singola persona che ho incontrato e non è mai andato via. Loro sono benzina per continuare a credere nei miei sogni.

 

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