“Apocalisse 2000 anni dopo” di Christopher Legrady

Ho letto questo libro con una curiosità crescente, seppur con un leggero timore data la mole delle pagine di cui è composto. Non sapevo nulla del contenuto: mi ha attratto già dal titolo. Un fantasy d’eccezione! L’ho percepito fin dalle prime righe. Un mondo che sta morendo: La Terra. Gli uomini l’hanno distrutta. Mi è risultato familare. Un’assonanza triste, ho pensato. E così sono stata rapita. Catapultata in una realtà fantastica. 

 

L’autore, Christopher Legrady, grazie alla sua storia ci riporta alla mente film epici come “Avatar” 2009 di James Cameron, oppure ambientazioni che venivano spesso utilizzate nel fantasy fine anni 80, come in “Atto di forza” 1990, di Paul Verhoeven.

 

La scrittura è lineare, diretta, curata. Ogni dettaglio, ogni sfumatura descrittiva dell’ambiente e dell’animo dei personaggi, della loro espressione corporea, il cosiddetto linguaggio non verbale,  descritti con precisione, sono il punto di forza di questo romanzo. Il lettore entra in ogni ambiente, come per esempio le case sugli alberi create dagli arborei, o il frutteto , – necessario per il sostentamento del villaggio, con la coltivazione di frutti e verdure così fantastiche, che ci si chiede quanto tempo, e studio ci sia voluto per la costruzione di una simile invenzione, – e in ogni protagonista, gustandone l’essenza e percependo a pieno il messaggio che vuole trasmettere e per cui è stato creato.

 

 
Non mancano le caratteristiche tipiche del genere fantasy, come il senso di squadra, il viaggio, i dissapori e le riconciliazioni che arricchiscono  il tema centrale che analizza e affronta quello della diversità.
 
 

La trama

 
 
La Terra e molti dei suoi abitanti vengono abbandonati a morte sicura. Soltanto pochi selezionati salgono su una nave spaziale. Saranno loro a ripopolarla, un giorno. Duemila anni dopo i discendenti di quegli umani tornano a colonizzare le proprie terre… peccato non siano soli. Da quello che sembrava ormai un pianeta senza futuro e destinato ad implodere prima di rinascere, sono sopravvissuti in molti, evolvendo in uno stato che Darwin non avrebbe mai potuto immaginare. Uomini e donne che hanno plasmato e unito anima e natura dando vita a creature come gli erborei, i cinerei, gli acquatici e i notturni. Tra i villaggi di questa nuova specie umana troviamo Raech, Ashlee, Jessie, Elisabeth, Tommy e tanti altri che ci condurranno attraverso la scoperta di un piano capillarmente organizzato da gli umani per distruggerli.  Gli umani sapienti ed evoluti a capo di otto città negli Nuovi Stati Uniti e i sopravvissuti, figli della terra, due realtà destinate a scontrarsi tra tecnologia e intelletto, conflitti interiori ed esteriori e un lungo viaggio di cui, questo romanzo, rappresenta solo l’inizio.
 
 
La storia che Christopher Legrady ha creato in questo romanzo, non solo è originale, ma sembra essere una versione post apocalittica di colonizzazione americana, un secondo furto ai danni di popolazioni indigene che però, in questo caso, daranno filo da torcere a robot e  piani malvagi.
 
 
 
Questo è solo l’inizio, il finale sembra non lasciare dubbi su un proseguo delle avventure dei protagonisti.