Venerdì 31 luglio, sabato 1 agosto e domenica 2 agosto, é andata in scena al teatro Tor Bella Monaca di Roma una produzione teatrale che si é rivelata sorprendentemente curata nei minimi dettagli, originale nella tematica e con numerosi riferimenti allegorici rappresentati da soluzioni visive assolutamente di pregio. A cura di David Norisco, con un’unica principale protagonista, l’attrice Maddalena Rizzi, il regista Filippo d’Alessio, la composizione musicale di Eugenio Tassitano, le scene di Tiziano Dario ed i costumi di Silvia Gambardella, lo spettacolo si é dimostrato interessante e coinvolgente, nonostante gli evidenti limiti tecnici.
Dal titolo “Elisabetta I: Le donne e il Potere”, lo spettacolo racconta alcune delle vicende della regina più controversa della storia inglese da un punto di vista introspettivo, un viaggio nella mente di una donna ossessionata dal potere, da sempre riconducibile ad un immaginario prettamente ed unicamente maschile, anche quando é una donna ad essere al comando. Lo spettacolo riflette ed analizza comportamenti e dinamiche personali ed emotive di una regina psicologicamente complessa, in eterna lotta contro un’immagine pubblica spesso negativa del suo ruolo e contro i canoni imposti da uomini di potere.
Definire Elisabetta I un personaggio emblematico potrebbe risultare quasi estremamente riduttivo: quel che emerge dallo spettacolo é una rappresentazione di una donna non solo disposta a tutto per ottenere ciò che vuole, dominata dalla brama del potere e del comando tanto nelle relazioni umane personali quanto nei suoi rapporti con il popolo inglese, che reputa inferiore e indissolubilmente (quasi obbligatoriamente) legato a lei, ma anche con ideali profondamente solidi, radicati ormai nella sua mente, di essere estremamente superiore anche intellettualmente dei suoi interlocutori, servi, popolani.
Lo spettacolo teatrale é durato circa un’ora e si é retto quasi completamente sulle spalle di un’unica attrice protagonista in grado di interpretare il ruolo complicato della regina in modo magistrale. Una volta aperto l’ingresso al pubblico, veniamo immediatamente accolti da uno scenario realizzato con estrema cura e chiaramente allegorico: lo spazio intorno ad Elisabetta I é interamente realizzato secondo uno schema a scacchiera, con elementi del gioco a grandezza umana come il cavallo, la torre ed il Re, posizionati precisamente nella scacchiera. Lo scenario é ovviamente realizzato per rappresentare il desiderio stratega e manipolatorio della regina, che muove come pedine elementi dello scenario attorno a lei noncurante delle loro opinioni e sensazioni. Elisabetta I durante il corso di tutta la produzione é costantemente perseguitata da voci (che, ovviamente, é solo lei a sentire), che é convinta la stiano giudicando per le sue azioni.
Il senso di colpa la tormenta al punto da cercare costantemente giustificazioni, spesso anche inutilmente parafrasate, sui suoi comportamenti, al punto che intuiamo in fretta come, a dispetto di ció che traspare dal suo fare possente e aggressivo, é in realtà tormentata internamente dagli errori e dalle atrocità commessi, ma non sembra voler comunque cambiare atteggiamento. La regina si dimostra una donna forte esteriormente, che non lascia trasparire paure recondite: solo con il prosequio dello spettacolo intuiamo che, nonostante non lo ammetta mai, é terrorizzata ed assalita spesso da lugubri pensieri di morte, una morte che teme e che non ha intenzione di accettare.
Abbiamo avuto l’opportunità di fare qualche domanda all’attrice protagonista in merito all’opera:
Come é nata l’idea del progetto ed in quanto tempo lo avete preparato?
“L’idea del progetto deriva da uno studio sulle donne ed il potere, in questo caso la figura analizzata é stata quella di Elisabetta I, personaggio quanto meno controverso, complesso ed emblematico. Lo scenario ha richiesto tre mesi di produzione, mentre lo studio e le prove dello spettacolo circa un mese.”
Quali sono state le parti più difficili da memorizzare?
“Sicuramente le parti maggiormente introspettive della regina, i pensieri più reconditi e le paure più profonde di Elisabetta.”
Nato ad Udine e studente di Comunicazione, Tecnologie e Culture digitali all’Università La Sapienza di Roma. Appassionato di cinema, serie tv, sport ed attualità. Con esperienze pregresse per 4 testate giornalistiche, il mio sogno è intraprendere un percorso di giornalismo internazionale.