Intervista a Marco Sfogli, chitarrista della PFM

Ho il piacere di intervistare per Hermes Magazine, il chitarrista Marco Sfogli della PFM (Premiata Forneria Marconi), una tra le band Progressive/Rock più importanti e che ci accompagna sin dal 1970 con la propria musica. Marco fa parte della band dal 2015, ma questo non l’ha distolto da altri suoi progetti, come gli Icefish gruppo in cui milita e come chitarrista del progetto solista di James LaBrie voce dei Dream Theater.

 

Vediamo cosa ci racconta.

 

Ciao Marco! Come stai? Cosa stai progettando in questo periodo?

 

“Ciao, direi bene. In questo momento sto cercando di tenermi impegnato su più fronti, c’è in ballo un nuovo disco della PFM ed inoltre alcune novità che ancora non posso rivelare! Inoltre sto portando avanti il mio discorso didattico sia sul fronte dell’insegnamento vero e proprio, che su quello della didattica sotto forma di pacchetti video per JamTrack.”

 

Suoni nella PFM, ci racconti come è successo? C’è stato un provino?

 

“In realtà è successo tutto molto velocemente, una sera ho ricevuto una telefonata da parte di Franz che, senza troppi giri di parole, mi ha chiesto di entrare nella band. Un provino vero e proprio non c’è mai stato, mi sono ritrovato una quindicina di giorni dopo in sala prove a Milano a suonare con loro e c’è stata subito un’ottima intesa, sia con i veterani che con i nuovi aggiunti. Suonare con la PFM è un grande onore oltre che una gran responsabilità.”

 

Sei giovane ma hai alle spalle tante collaborazioni e progetti. Quando è iniziato tutto ciò? Quando hai iniziato a suonare?

 

“Ho iniziato da piccolissimo, con le percussioni. Ho ricevuto in regalo la mia prima chitarra elettrica quando avevo 8 anni ma non l’ho presa seriamente finchè non ho finito il liceo. Una volta terminati gli studi ho cominciato a suonare nella Nuova Compagnia di Canto Popolare in qualità di polistrumentista e poi successivamente ho avuto la possibilità di accompagnare alcuni tra i miei eroi, sia dal vivo che in studio, tra i quali mi piace menzionare James LaBrie, Jordan Rudess e Virgil Donati.”

 

L’amore per la musica e per la chitarra da chi ti è stato trasmesso?

 

“Dai miei genitori, entrambi componenti della Nuova Compagnia Di Canto Popolare. Mia madre cantante/chitarrista e mio padre chitarrista principalmente classico, ma suonava anche strumenti a plettro come mandola, mandoloncello, chitarra battente etc. e vederli provare in casa ha influito notevolmente sulla mia crescita musicale.”

 

Oltre la chitarra suoni altri strumenti? O comunque ti piacerebbe suonarne altri?

 

“Ho suonato la batteria per alcuni anni e mi è stato di grande aiuto per costruire una solida base ritmica che poi mi sono ritrovato una volta passato alla chitarra. Credo che tutti i chitarristi dovrebbero saper suonare almeno un altro strumento per avere una visione più ampia delle possibilità che ci sono in musica, sia che si tratti di uno strumento armonico che di uno ritmico/percussivo.”

 

Sei campano: la musica partenopea ti accompagna? Le radici musicali della tua splendida terra le ritrovi o le cerchi nei tuoi suoni?

 

“La musica della mia terra ha avuto decisamente un impatto determinante, ma più che di musica tradizionale campana direi quella di ricerca, che non ha nulla a che vedere con quella che si intende oggi per “canzone napoletana”. Il percorso iniziato e portato tutt’oggi avanti dai miei genitori, basato anche sul ritrovamento di forme musicali appartenenti al XVI secolo, è quello che più mi ha affascinato e sicuramente influenzato.”

 

Sei un virtuoso della chitarra, conosciuto a livello internazionale. Con chi ti piacerebbe dei “grandi” condividere il palco?

 

“Di nomi ce ne sarebbero tantissimi, ma posso dire con certezza che quelli con cui ho già avuto l’onore e il piacere di collaborare rientrano nella schiera dei grandi con cui non avrei mai minimamente sognato, quando ho iniziato, di poter lavorare!”

 

Con gli Icefish bolle qualcosa in pentola?

 

“Stiamo buttando giù idee per un secondo disco. Human Hardware ha ottenuto un discreto successo, l’obiettivo che ci eravamo posti è stato raggiunto e ne siamo molto soddisfatti. Scrivere a distanza non è mai facile, ma fortunatamente la formula che abbiamo usato finora ha funzionato alla grande quindi sono fiducioso in un secondo disco ancora più efficace e diretto del primo.”

 

Sapete come PFM se presto ritornete live?

 

“Ci sono già numerose date in calendario tra Agosto e Settembre quindi saremo di nuovo in tour a brevissimo!”

 

 

Grazie per questa intervista e saluta i lettori di Hermes Magazine!

 

“Un abbraccio a tutti i lettori di Hermes Magazine e ci vediamo presto in tour! Grazie a te Monica!”