Fonte foto: MilanoRepubblica.it
In molti comuni bergamaschi della media Val Seriana come Nembro, Alzano, Scanzorasciate Clusone e nella stessa Bergamo in quest’ ultimo periodo sono state fatte funzioni e cerimonie a ricordo di tutte le vittime della pandemia. Molte sono state anche le iniziative solidali per tenere vivo il ricordo di quanti ci hanno lasciato. Manifestazioni a livello artistico e solidale per non dimenticare il tragico momento vissuto in provincia ed in città. Nel comune di Albino, l’inizativa che stata scelta si differenzia, però, particolarmente da tutte le altre. E’ stata infatti inaugurata, da qualche settimana, un’istallazione che unisce il ricordo alla meraviglia, senza tralasciare il dramma: centocinquanta sedie verdi sospese poste in via Mazzini, per ricordare tutte le persone che sono decedute durante il lockdown e alle quali è stato impossibile dare l’ultimo saluto. Albino è stato uno dei centri più colpiti dal covid-19. Infatti tra febbraio e marzo sono venute a mancare circa 197 persone. Il mese di Marzo è stato il periodo più difficile: sono stati infatti registrati circa 150 decessi all’anagrafe, contro i 19 dell’anno precedente. Una strage silenziosa alla quale l’amministrazione comunale ha voluto dare molta importanza con l’ idea di Fabio Gualadris.
In un’intervista per un giornale locale, Gualadris, spiegava come le sedie verdi e vuote stessero ad indicare l’assenza in terra di una presenza e di una speranza viva tra le nuvole: “Si stagliano in cielo per sottolinearne la presenza costante” racconta lo stesso. Anche il sindaco Fabio Terzi commenta questa iniziativa come qualcosa di profondamente toccante e simbolico: “La sedia vuota offre l’idea della persona che non c’è più: fa pensare a quegli uomini e a quelle donne che erano li sedute, che si sono alzate e non sono più tornate. E’ stato il modo più efficace ad impatto visivo per ricordare che quelle persone un tempo erano proprio accanto a noi”.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.