La Galleria Borbonica: dove il tempo sembra essersi fermato

La Galleria Borbonica: dove il tempo sembra essersi fermato

La Galleria Borbonica è uno dei luoghi che maggiormente colpisce sia i turisti, che i napoletani stessi. È un luogo fatto di storia, pieno zeppo di ricordi e sensazioni.

La storia

La costruzione fu avviata dal re Ferdinando II di Borbone, il quale voleva collegare il Palazzo Reale a Piazza Vittoria, vicino al mare e alle caserme, in modo da garantire prima di tutto a sé stesso, una via di fuga sicura e veloce, in caso di pericolo. I lavori durarono tre anni e furono eseguiti con picconi, martelli e cunei e con una scarsa illuminazione, data solo da torce e candele. Il 25 maggio del 1855 il Tunnel Borbonico fu inaugurato con il passaggio del re. Ebbe vita breve, infatti dopo pochissimo chiuse definitivamente dapprima per problemi economici e in seguito per la decadenza dei Borbone. Tra il 1939 e il 1945, durante la seconda Guerra Mondiale, il tunnel fu riaperto ed utilizzato come ricovero bellico per i cittadini. Ancora oggi entrando si respira il dolore di quei tempi, come se ci si trovasse teletrasportati in quei giorni di paura immensa. Grazie al percorso borbonico migliaia di napoletani trovarono rifugio, specialmente quelli che avevano perso le case durante i bombardamenti. All’interno del tunnel sono stati trovati tantissimi oggetti, risalenti a quel periodo. Giocattoli di bambini, che si riunivano in quella galleria, diventata quasi la loro casa. “NOI VIVI”: questa è una delle tante scritte presenti sulle mura. Una scritta di chi probabilmente era sopravvissuto ad una delle tante giornate di paura, magari insieme alla propria famiglia. Una scritta che fa venire i brividi, se solo si pensa a ciò che vuol dire. Se ci si concentra si possono sentire ancora le urla di paura delle mamme e dei bambini che correvano in cerca di un posto sicuro. Tante sono le scritte su quelle mura e tante sono le sensazioni che si provano entrando. Durante la visita guidata è possibile anche assistere ad una simulazione delle sirene, che in quei giorni suonavano per avvisare i napoletani che i bombardamenti stavano iniziando.

Dopo la seconda guerra mondiale e fino al 1970, poi, la galleria fu utilizzata come Deposito Giudiziale Comunale e principalmente per immagazzinare tutto ciò che era estratto dalle macerie causate dai bombardamenti. In seguito fu dimenticata e riconsiderata solo nel 2005 dai geologi, che iniziarono a scavare nel sottopassaggio.

Dopo cinque anni la struttura, liberata da spazzatura e detriti, ha riaperto al pubblico e oggi vanta essere una delle attrazioni turistiche più affascinanti e suggestive di Napoli. Attualmente sono quattro i percorsi del Tunnel Borbonico: quello standard, dove ci si immerge in un viaggio nella Napoli sotterranea, che comprende la visita alle cisterne dell’acquedotto e al ricovero bellico. Il percorso avventura, attraverso cui a bordo di una zattera si navigherà in una vecchia galleria della Linea Tranviaria Rapida, realizzata alla fine degli anni ’80. Il percorso Speleo è quello più lungo ed emozionante, in quanto i visitatori dotati di elmetto con luce frontale, tuta e imbraco esplorano i cunicoli dell’antico acquedotto sotterraneo. Infine c’è la via delle Memorie, attraverso cui i visitatori intraprendono un viaggio in una città distrutta dai bombardamenti della guerra, con reperti, cimeli ed oggetti ritrovati.