Fonte foto: virginradio.it
A Seattle era il 20 luglio 1964 quando nacque Christopher John Boyle.
Chris, dopo aver adottato il cognome della madre a causa del divorzio dei genitori, si avvicinò alla musica inizialmente come batterista. Da lì a diventare cantante e chitarra dei Soundgarden, band che diventò protagonista della scena rock mondiale, il passo fu breve.
Dopo il progetto con i Temple of the Dog e dopo lo scioglimento dei Soundgarden nel 1997, Chris Cornell si dedicò alla carriera solista, con l’album Euphoria Morning. Successivamente alla parentesi con il gruppo degli Audioslave, da lui fondato, partecipò a numerose altre collaborazioni, come quelle con Slash e Carlos Santana. Nel 2010 i Soundgarden si riunirono e nel 2015 uscì l’ultimo album solista di Chris Cornell.
Il musicista mise tragicamente fine alla sua vita il 18 maggio del 2017. La sua morte non mise però fine all’affetto dei suoi fan e alle sue canzoni, che continuano ad emozionare migliaia di persone in tutto il mondo. Oggi, nel giorno in cui avrebbe dovuto spegnere una candelina in più, lo ricordiamo con le sue canzoni più belle e toccanti.
Hunger Strike, Temple of the Dog (1991)
Scritto dopo la tragica morte dell’amico Andrew Wood, che scosse Chris Cornell, Hunger Strike esprime disprezzo. Disprezzo per chi vuole sempre di più, senza accontentarsi di ciò che la vita regala e per cui si dovrebbe mostrare gratitudine. Un concentrato di emozioni, coronato dal mix eccezionale con la voce di Eddie Vedder.
Black Hole Sun, Soundgarden (1994)
Il titolo di questa canzone nacque dal fraintendimento per le parole di un giornalista: un malinteso su cui Chris Cornell compose in pochissimo tempo una delle canzoni più iconiche del rock degli anni Novanta. Una voce che difficilmente ci si toglie dalla testa.
Like a Stone, Audioslave (2002)
Like a Stone è il singolo più famoso degli Audioslave. Il brano è corredato da un video pieno di nostalgia registrato nella casa dove viveva Jimi Hendrix a Silver Lake. Questa canzone parla di rimpianti e solitudine, emozioni in cui ci si ritrova troppo, troppo spesso.
Arms around your love, Chris Cornell (2007)
Chi non ha mai cantato a squarciagola l’inizio del celebre ritornello “Now you’re just gonna have to take it”? Impossibile non emozionarsi con queste parole che trasudano tristezza e rassegnazione per amori finiti.
The Promise, Chris Cornell (2017)
Scritta per essere la canzone di chiusura per l’omonimo film The Promise del produttore Eric Esrailian, sul tema del genocidio armeno, questo brano è stato l’ultimo ad essere diffuso prima della morte di Chris Cornell. Il ricavato è stato devoluto in beneficenza per sostenere le conseguenze delle crisi umanitarie.
Una voce intensa, note decise ed emozionanti, una grande sensibilità. È così che viene e verrà ricordato Chris Cornell nella storia della musica, con le sue eterne canzoni.
Eterna indecisa e vagabonda, mi sono laureata in Lingue e poi in Economia, studiando tra Italia, Spagna e Francia. Ora divido le mie energie tra il lavoro in ambito export, Hermes Magazine e il mio blog The Worldwide Journal. Oltre a scrivere e organizzare compulsivamente viaggi e gite, leggo parecchio. Ho un debole per i soffitti affrescati, l’est del mondo e i cactus.