Iris è il singolo di maggior successo del gruppo musicale statunitense Goo Goo Dolls. Pubblicato il 7 aprile 1998 come terzo estratto dalla colonna sonora del film “City of Angels – La città degli angeli” e come primo estratto dal sesto album in studio “Dizzy Up the Girl” della band composta da John Rzeznik (voce e chitarra), Robby Takac (basso e voce) e Mike Malinin (batteria) .
La canzone balzò al successo delle classifiche di tutto il mondo, con la stessa forza di “I Don’t wanna miss a Thing ” degli Aereosmith (colonna sonora di Armageddon) non solo per la sua meravigliosa sonorità e le sue parole ma anche e soprattutto per il film di cui racconta anche nel suo testo, motivo per il quale vennero ingaggiati proprio i Goo Goo Dools come parolieri di una canzone epica
City of Angels è il remake hollywoodiano del film “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders. La città degli angeli interpretato da Nicholas Cage e da una bellissima Meg Ryan. Racconta di un amore tra un angelo e una donna. Il pezzo in questione, Iris, ebbe subito un successo clamoroso facendo balzare i Goo Goo Dolls in cima alle classifiche di tutto il mondo.
Perché “Iris”?
Si vociferava che questo titolo richiamasse il nome della messaggera degli Dei, appunto Iris, ma l’autore del brano, ovvero il leader della band Johnny Rzeznik ha dichiarato in svariate interviste di aver scelto quel nome semplicemente per averlo letto su una rivista e aver pensato che sarebbe stato un buon titolo per una canzone.
Nonostante questo, dal mio romantico punto di vista, Iris si addice alla canzone, perché fa pensare davvero a qualcosa di etereo, di intoccabile, di lucente. E di estremamente puro. Quasi come l’Iris bianco, che fra l’altro, è uno dei miei fiori preferiti.
Il video
Anche il videoclip girato sui grattacieli di Los Angeles richiama le dinamiche del film, riprendendo i membri della band che cantano dall’alto mentre osservano lo scorrere della vita della gente sotto di loro, intervallando il tutto ad alcune scene significative del film. Questo video richiama quello girato per Stay (Faraway, So Close!) degli U2, che venne scritta per la colonna sonora di Faraway, So Close, il sequel di Il Cielo sopra Berlino, sempre con la regia di Wim Wenders.
Testo e Significato
Già dalle prima parole si percepisce l’addio tacito e “il non toccarsi” fisicamente dei protagonisti della canzone e anche del film. Il fatto di non potersi abbracciare, sentire e percepire fisicamente però non condiziona l’amore tra i due; infatti le parole tradotte letteralmente significano: “E ho rinunciato per sempre a toccarti, perché so che tu percepisci la mia presenza in qualche modo”. Chi sente la presenza dell’altro, è proprio l’umano. Iris è una canzone fatta per cuori sensibili che sanno “ascoltare” e sentire nelle piccole cose anche il piu grande amore.
Iris è una canzone dove il soprannaturale parla per la prima volta e mostra le sue fragilità. E’ una cosa insolita per creature perfette come ci immaginiamo gli angeli.
“… ed io non voglio che il mondo mi veda, perché non penso che potrebbero capire. Quando tutto è stato fatto per essere distrutto, voglio che tu sappia chi sono…”
Eppure se ci pensiamo bene, anche le persone “normali” possono fare la differenza. Nel film la protagonista salva delle vite, e l’angelo s’innamora della forza d’animo di questa donna, che non ha nulla di magico, eppure riesce a sprigionare piu potere di un paio d’ali che conoscono il cielo.
Iris non è solo una canzone, è un discorso piu ampio dell’amore stesso, è un amore lontano che riesce a toccarsi e a sfiorare mente e cuore, di chi l’ascolta. E’ una melodia che riesce a sorvolare anche le nuvole piu grigie, in quanto anche se il mondo non sa, non conosce e non percepisce, -che importa, l’importante è che lo sappia chi riesce a salvarti il cuore, e non sempre potrebbe essere munito di due ali bianche per portarti in alto. Oppure le ha, solo che non si vedono.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.