Nato il 25 settembre 1955 a Reggio Emilia, Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero, è senz’altro uno dei cantanti più rinomati del panorama italiano. Intraprendente, eclettico ed eccentrico, la sua musica ha quel suono caratteristico che mescola le melodie del blues americano con il sound tipico dell’Italia.
Il suo nome d’arte deriva dal soprannome che una sua insegnante gli aveva dato alle elementari. Nel 1968 si trasferì con la famiglia a Forte dei Marmi, poi ad Avenza, un quartiere di Carrara. Nel 1968 che fondò la sua prima band. La passione per la musica non lo abbandonò mai: abbandonò gli studi di veterinaria per diventare musicista a tempo pieno, dedicandosi a molti lavori prima che la sua carriera decollasse.
Il successo arrivò nel 1985, con la canzone “Donne”, presentata al Festival di Sanremo. Stranamente, la canzone venne criticata e ignorata dalla giuria, eppure divenne un tormentone.
La consacrazione vera e propria, però, si ebbe con l’album “Blue’”s, pubblicato nel 1987, in cui figuravano brani come “Con le mani” e “Senza una donna”, divenuta poi uno dei suoi maggiori successi anche oltre il confine italiano.
Nel corso degli anni la carriera di Zucchero ebbe un impatto enorme, anche a livello mondiale. Collaborò con moltissimi cantanti e musicisti: Andrea Bocelli, Bono Vox, Dolores O’ Riordan, i Queen e molti altri.
Iconica fu la collaborazione con Luciano Pavarotti, iniziata in sordina a causa dell’iniziale scetticismo del tenore, per poi diventare una solida amicizia. Anche oggi, la canzone “Miserere” viene cantata in sodalizio con Pavarotti, campionando la sua voce.
Miserere
“Miserere” fu pubblicata nel 1992 nell’omonimo album, che peraltro vinse un disco di diamante. A quella canzone non collaborò solo Luciano Pavarotti, ma anche un all’epoca sconosciuto Andrea Bocelli.
La meraviglia di “Miserere” sta nella sua contraddizione. Zucchero si è sempre distinto per una sorta di ironia legata alla religione e “Miserere”, il cui titolo deriva dalle invocazioni cantate durante il triduo pasquale, non si distacca da questa linea di pensiero.
Zucchero la scrisse dopo un periodo di depressione dovuta alla separazione dalla sua prima moglie, con cui aveva vissuto un amore molto grande, ma estremamente tormentato.
Nonostante questo, però, questo brano è anche un inno alla vita, che nonostante tutto vale la pena vivere fino all’ultimo sorso, come si può evincere dal testo:
“Miserere, miserere
Miserere, misero me
Però brindo alla vita
Ma che mistero, è la mìa vita
Che mistero
Sono un peccatore dell’anno ottantamila
Un menzognero
Ma dove sono e cosa faccio
Come vivo?
Vivo nell’anima del mondo
Perso nel vivere profondo (ehi)
Miserere, misero me
Però brindo alla vita
Io sono il santo che ti ha tradito
Quando eri solo
E vivo altrove e osservo il mondo
Dal cielo
E vedo il mare e le foreste
E vedo me che
Vivo nell’anima del mondo
Perso nel vivere profondo
Miserere, misero me
Però brindo alla vita
Se c’è una notte buia abbastanza
Da nascondermi, nascondermi
Se c’è una luce, una speranza
Sole magnifico che splendi dentro me
Dammi la gioia di vivere
Che ancora non c’è
Miserere, miserere
Quella gioia di vivere
Che forse ancora non c’è”
E sulle note di Miserere, direi che possiamo augurare a Zucchero un felice compleanno!
Classe 1988, padovana di nascita, veneziana di adozione. Diplomata in lingue, adoro scoprire cose nuove. Credo molto nell’importanza delle parole e del loro significato. La scrittura, per me è un mezzo per informare ed esprimere la mia creatività.