Fonte foto copertina: Dalla Rai
Bentornati impasticcati, oggi affronteremo il tema del vero principe azzurro, o meglio la drama story of the best fucking Don Chisciotte.
Chi le il cavalier Chisciotte?
Il cavalier Chisciotte, che non è un esponente di Forza Italia, ma un simpatico mandrillone, errante che prova a fare l’eroe, ma in realtà è l’italiano medio è un inframezzo tra Fantozzi e un Homer Simpson della letteratura classica. Insomma io me lo sono sempre immaginato uguale spiaccicato al sergente Garcia (ve lo ricordate?). Un pacioccone incapace, che però fa bene alla letteratura per ragazzi.
Storia del romanzo
Il “Don Chisciotte” della Mancia è un romanzo – che spesso bazzica sui nostri banchi alle medie- ed è stato scritto e pubblicato da Miguel de Cervantes Saavedra. Il libro si compone di due volumi e la distanza che intercorre tra la prima e la seconda parte è di dieci anni. Il primo è datato 1605, il secondo invece risale al 1615.
Il libro descrive le tragicomiche avventure di un hidalgo spagnolo (cioè, per i meno forbiti di questa lingua altro non è che: un hombre della piccola nobiltà), che si immedesima in modo goliardico nelle figure dei romanzi cavallereschi e diventa così un povero pir…. Ah no, Don Chisciotte! Fra l’altro dovete sapere che le gesta del the dramaking di questa cavalleresca storia sono considerate dai popoli di ogni tempo una delle opere più importanti della letteratura …mondiale.
Don Chisciotte disegnato da Salvador Dali'
Tra il cavalleresco e l’ironico
L’opera di Cervantes, che mescola elementi della tradizione cavalleresca (dalla Chanson de Roland fino ai poemi di Boiardo, del caro Ludovico Ariosto e pure di Tasso) e della chanson de geste. Tutti aspetti che si rifanno del romanzo picaresco, con caratteristiche dei romances e dei romanzi cavallereschi di successo.
L’autore apre il primo libro con il pretesto di aver ritrovato un manoscritto scritto in arabo dallo storico Cide Hamete Benengeli, in cui è narrata tutta la vicenda. Quindi detto fuori dai denti il caro Miguel dove essere forse un un copione!? Mah… come direbbe Ruggeri: “Mistero”
La seconda parte dell’opera – che ha caratteristiche in parte diverse rispetto alla prima – è scritta e composta per replicare la diffusione del seguito delle simpatiche imprese di Mastro Chisciotte ad opera di un autore ignoto, celato sotto lo pseudonimo Alonso Fernandez de Avellaneda. Che ha provato a cavalcare l’onda di Cervates, il quale ha cavalcato l’onda di un emirato. Bene, ma non benissimo.
“Fate anche in modo che leggendo la vostra storia, il malinconico s’inclini al riso, il gaio lo sia ancor di più, l’ignorante non s’arrabbi, la persona colta ne ammiri l’immaginazione, quella grave non la disprezzi, e la persona di spirito non manchi di lodarla. Puntate la vostra mira a rovesciare la traballante macchina di questi romanzi cavallereschi, aborriti da molti e lodati da moltissimi; e se vi riuscirete, avrete fatto non poco.”
Questo romanzo si apre con questo prologo in cui il narratore introduce al racconto e sostiene che, come vuole la natura, il suo prodotto gli assomigli. (Praticamente se il narratore era un pirla, l’opera doveva essere un po’ pirlotta…) In todo ciò, lo stile è davvero semplice e privo di raffinate elaborazioni retoriche. Non come i “poemotti” ai quali gli autori ci hanno abituati.
Il suo fine, o meglio il messaggio di questo racconto è proprio quello di criticare, attraverso un personaggio un po’ sciocco il genere cavalleresco fortificando nel lettore il piacere di lettura, attraverso qualche risata in piu.
Nella prossima pasticca: in trama veritas…
Nella prossima pasticca, scopriremo la trama della gesta di mastro Chisciotte e del suo amico Sancho Panza, e ci inoltreremo, nel romanzo, tutto da ridere, contro, “la distorsione della realtà” perfetta narrata nei grandi poemi. Perché ammettiamolo, la realtà distorta è proprio quella perfetta ed eroica, paradossalmente, mentre quella che fa ridere, mette anche in condizione il lettore di sentirsi un po’ piu dentro la storia.
Quale cavaliere, diventa pazzo per una donna? Orlando, sai che ti dico? Meglio il Chisciotte che se la prende con i mulini a vento, dai…
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.