La pasticca promessa: Gertrude, la Monaca di Monza (pt2)

La pasticca promessa: Gertrude, la Monaca di Monza (pt2)

Bentrovati miei cari promessi lettori. Continuiamo il nostro esilarante viaggio nel fantastico mondo della tumultuosa promessa matrimoniale di Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, addentrandoci sempre di piu nella favolosa realtà dei promessi sposi, investigando sui vari personaggi che ne fanno parte. Oggi ci occuperemo della Monaca di Monza.

Psiche e Manzoni

Abbiamo visto anche nei precedenti articoli dedicati al Manzo, quanto egli sia in grado nell’indagare nella complessa e a volte oscura psicologia umana, attraverso la sua scritture e le caratteristiche con le quali egli da vita ai suoi personaggi. Sicuramente se andiamo oltre la logica di una lettura quasi scolastica delle opere di molti autori, possiamo ritrovarci tanti temi fondamentali per comprendere l’enormità della mente delle persone. Credetemi, basta averne voglia, ritrovarsi nei libri o nei tratti di un personaggio a volte, può essere davvero interessante, cosi come scoprire, molto altro a riguardo.

Gertrude

Tralasciando il fatto che sulla scelta dei nomi, Manzoni non ci cavava un occhio,- anche se anche quelli hanno una grande valenza poetica (pensiamo a Lucia, che deriva da luce), in Gertrude ritroviamo un personaggio tanto interessante quanto fortemente ambiguo, costellata da forti inquietudini a livello di storia personale.

Significato del nome

Ma, visto che ci siamo, sono andata a farmi una bella ricerca su questo nome di cui l’onomastico avviene tra il 16 ed il 17 novembre (pensa te che bel mese!) e significa “amico della lancia“. Ebbene, chiunque abbia studiato i promessi sposi, sa bene che la Monaca di Monza è stata un tramite per la consegna di Lucia all‘Innominato (altro particolare piggi del quale mi piacerebbe approfondire con voi storia, vita, miracoli e quant’altro). Ed inoltre, bisogna anche capire a che tipo di lancia fosse veramente devota…

La vera Monaca di Monza

Il personaggio di Gertrude si inspira ad una persona realmente esistita, tale Marianna de Leyva, divenuta Suor Virginia Maria e, agli atti nota come la Monaca di Monza. Ella, a quanto si evince, fu costretta a farsi monaca dal padre e fu considerata rea di uno scandalo amoroso con il Conte Gian Paolo Osio, che per amore di questa suora travestita da pornostar, pare abbia ucciso circa tre persone. Tre come il padre, il figlio e lo spirito santo.

La pena

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Fonte: Mr Dick 
I presunti dolci preferiti dalla Monaca d Monza

Venuto a conoscenza di questa gran disgrazia, l’arcivescovo Federigo Borromeo, ordinò un processo canonico nei confronti della Gertrude, che fu condannata ad essere murata viva, in una stanzetta dove pregava e mangiava. Ella poteva vedere il mondo da una feritoia, non ci è dato sapere se qualcuno le portasse del cibo, o probabilmente anche dolci direttamente dal Mr Dick di Milano, passandoglieli dalla feritoia.

Torniamo seri ( quasi!)

Gertrude, come già detto in precedenza viene costretta dal padre a farsi suora, ma in realtà, non riesce a trovare una vocazione autentica nè nella fede, nè nella religione, nè tantomeno in Dio. Molto probabilmente la troverebbe in Rocco Siffredi, ma sono tutte supposizioni. Nel romanzo ella rappresenta la Chiesa Cattiva, espressione di un potere spirituale corrotto da un sistema politico che all’autore, come a tutti noi oggi, faceva abbastanza schifo (com’era attuale il Manzo eh??!).

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Fonte foto: Il giornale di Lecco

Infatti Gertrude è “strumento del nemico” perché, nel romanzo favorisce il rapimento di Lucia ordinato da Don Rodrigo e compiuto (non fino in fondo) dall’Innominato. Inoltre si macchia, nel romanzo, del delitto di una suora che aveva scoperto una tresca con Egidio, un altro personaggio secondario del romanzo.

Il primo incontro con Gertrude nel romanzo

La prima volta che sentiamo parlare di Gertrude nel romanzo di Manzoni e nel capitolo nono dove, colui che porta con calesse Agnese e Lucia a Monza (che stavano scappando dai bravi e da Don Rodrigo) la dipinge come una signora: o meglio “Una monaca, ma non una monaca come l’altre” in primis perchè appartiene ad una famiglia potente e agiata, ed inoltre, ovviamente ha una storia che non tutte le suore si possono permettere.

Lucia, veda la prima volta la Monaca di Monza, sentendosi un po’ in una prigione, in quanto la sua prima apparizione la fa dietro le grate. Ciò che vede, sembra la descrizione di una donna sui venticinque anni, di una bellezza sublime, ma quasi stanca, sfiorita e “sbattuta” (e qui io vorrei tornare, alle superiori per poter dire.. embeeee te credo!!).

La psicologia di Gertrude

Fin da piccola Gertrudina, era stata data per suora, nel senso che non si poteva opporre al suo destino visto che, purtroppo in quegli anni, tutto era deciso dal capofamiglia, nonostante ciò e nonostante l’amara decisione, i tentativi di ribellione ad una vita senza piaceri e godurie c’ è stata, e fu anche un’esistenza sanguinosa, dettata da segreti, omicidi, tutto ciò che la religione stessa affida al demonio.

Un personaggio ambivalente

Il seicento, il secolo trattato nel romanzo, non garantiva la libertà, e la dignità soprattutto delle donne, delle bambine e delle ragazze, e sicuramente, questo ha influito molto, nel delineare un personaggio che avesse due valenze, l’una positiva e l’altra negativa. Ovvero, il tentativo di ribellione dato dalla passione che poi successivamente porta alla pena, al dolore e alla sofferenza, laddove, ci è stato narrato, dovrebbe esserci solo luce e amore, ma il più delle volte, la chiesa non è proprio cosi benevola.

Cosa ci insegna la monaca di Monza? Innanzitutto, che il mondo è pieno di incongruenze, che non sempre tutto ciò che vediamo, è davvero come lo immaginiamo. Che oltre alla donna che veste un velo, cosi come un uomo di fede, ci sono anche le pulsioni. Che l’amore non può essere solo destinato a qualcosa o qualcuno che non c’è, che non si fa carne, e che per la propria liberta, in qualche modo, anche sbagliando bisogna sempre combattere.