Mentre invece si dice?

Mentre invece si dice?

Questa sì che è una bella domanda. si dice? No. Sì. Sno, dai. O al limite nsì.

Il problema di mentre invece

Allora, andiamo dritti al punto, dai. Mentre invece non si dice. Non si potrebbe dire. Secondo alcuni. Il motivo è molto semplice: oltre che sinonimi (il che rende già inutile e quindi ridondante il loro affiancamento), le due parole sono anche due congiunzioni. E due congiunzioni no, non possono stare l’una accanto all’altra.

Questo quello che ci hanno insegnato a scuola, ove la grammatica e le sue regole ferree regnano sovrane.

si dice

Basta guardare un po’ oltre il proprio naso…

C’è di più, ovviamente. Esiste la possibilità, all’interno di una frase, che mentre e invece non siano due congiunzioni. E persino che i due sinonimi non siano per forza…sinonimi.

Il problema nasce dal fatto che secondo alcuni linguisti vecchia scuola mentre e invece sarebbero due congiunzioni testuali. Questo è vero però solo se l’analisi viene fatta a livello testuale e non a livello frasale.

Il potere della lingua

Non dobbiamo mai dimenticarci che noi costruiamo frasi non per soddisfare la maestrina del libro Cuore ma per comunicare. E nel mondo reale le cose sono un filino più complicate.

Lui pensa che sia lunedì, mentre non è così.

Nell’analisi dell’intera frase, possiamo renderci conto subito che questo è un uso avversativo del termine. In questo caso mentre è utilizzato per avversare (dare contro, osteggiare) quanto appena espresso nella prima parte della frase.

Lui pensa che sia lunedì, invece non è così.

Questo esempio dimostra chiaramente come in tale funzione mentre e invece siano chiaramente intercambiabili e quindi sinonimi.

Se lascio per un attimo decadere la funzione avversativa della parola mentre e vado invece a conferirgli un potere di definizione temporale ecco che non solo mentre non è più una congiunzione, ma perde anche il suo valore di sinonimo.

Sono passato a trovarti mentre eri fuori.

Sono passato a trovarti invece eri fuori.

Appare immediatamente lampante che qua l’uso come sinonimo è venuto a mancare. È talmente tanto evidente che la seconda frase non ha nemmeno più senso, se non con una piccola correzione:

Sono passato a trovarti, invece eri fuori.

Ed ecco la soluzione

Nell’uso moderno, la parola mentre viene intesa (come abbiamo appena detto) sia con il valore di al contrario che nello stesso tempo, contemporaneamente. Se torniamo a comprendere con quale scopo usiamo le nostre parole ecco che una frase come

Lui pensa che sia lunedì; contrariamente, non è così

che è piuttosto bruttina e inusuale (ma corretta) può essere sinonimizzata (neologismo esistente) in

Lui pensa che sia lunedì, invece non è così

che già ci suona molto più gradevole all’orecchio. Se alla frase aggiungiamo una locuzione temporale possiamo ottenere

Lui pensa che sia lunedì; nel mentre lo pensa, invece, non è così.

La frase torna a suonarci bruttina, eppure è corretta. Se questa a sua volta la sinonimizziamo in

Lui pensa che sia lunedì, mentre invece non è così

ecco che le due parole, private del valore di sinonimi e trasformate in due elementi grammaticali differenti (avverbio temporale e avverbio avversativo) possono tranquillamente coesistere e anzi compongono la migliore forma che questa frase può avere. Ciò è dato dall’unione dei due avverbi solo apparentemente svolgenti la stessa funzione e che invece danno vita a quello che in italiano possiamo tranquillamente definire effetto rafforzativo. Parliamo infatti, qui, di una locuzione avverbiale rafforzata. In tale contesto ha perfettamente senso anche l’espressione ma invece.

È corretto, ad ogni modo, segnalare che la correttezza di mentre invece non è universalmente accettata che palle tuttavia una infinità di autori, tra cui Italo Svevo su tutti (e davvero, basta lui) l’ha sempre usata, pertanto è ampiamente sdoganata e fanqù ai grammarnazi.

La trappola

A cosa si attacca chi non accetta l’uso appena descritto? Bene, è necessario dire che perché tutto questo sia corretto è indispensabile che il senso rafforzativo sia chiaramente percepibile. Purtroppo nell’uso quotidiano (soprattutto nel parlato) tale effetto rafforzativo non è quasi mai percepibile (spesso in effetti non c’è), e pertanto il suo uso andrebbe limitato ai casi strettamente indispensabili ma tanto lo so che fate sempre il cacchio che ve pareonde evitare che diventi un’abitudine del proprio stile espressivo.

Un’ultima cosa…

si dice

La stessa cosa si può dire di ma però. Davvero, proprio la stessa cosa. Sono due congiunzioni. No, sono due avverbi. Di che tipo? In questo caso avversativo e sostitutivo. E ragazzi, è proprio di una semplicità estrema: qualunque avverbio con doppia funzione può accostarsi a qualunque altro avverbio con doppia funzione, scambiandosi la funzione l’un l’altro nell’analisi della frase al piacere di chi legge (e analizza).

Lo caldo sghermitor sùbito fue;
ma però di levarsi era neente,
sì avieno inviscate l’ali sue

(Dante, verso 143 del XXII canto dell’Inferno)

Non era un conto che richiedesse una grande aritmetica; ma però c’era abbondantemente da fare una mangiatina

(Manzoni, I promessi sposi)

sì che ne pesta al tolosan la faccia, ma però nulla sbigottisce

(Torquato Tasso, Gerusalemme Liberata)

Ma però non capisco perché, verso la chiusa, abbiate voluto scandire quelle note che il Bach segnò legate

(Italo Svevo, La coscienza di Zeno)

Quindi zitti. Muti dico a te, maestrina di ‘sto ciufolo.