Tutte le immagini sono © 2022 dell'autore tranne quelle pubblicitarie (fonte: dalla rete, e comunque ©Pirelli-impossibile risalire all'anno, e l'immagine keepcalms, proveniente da e © keepcalms.com
Si dice, non si dice…sulla parola di oggi abbiamo addirittura diatribe di chi pretende di avere ragione, nonostante esistano regole ben precise.
Ed eccezioni molto ampie.
L’ultimo czarniano
Un personaggio della DC comics, Lobo, proviene da un pianeta che si chiamava Czarnia.
Lobo è uno czarniano.
Non un czarniano. Uno czarniano.
Questo per dire che può sempre capitare di trovarsi in un caso di doppia consonante iniziale. E se alcuni sono più semplici (scemo, gnomo, psicologo), altri sono evidentemente il terrore di alcuni italiani (la maggior parte degli italiani, per dirla tutta).
Quelle maledette gomme
Gomme, ecco come preferiscono chiamarli tutti. Non con il loro nome, pneumatico. No. Gomme. Perché quando vai a cambiarli ti sorge sempre quel maledetto dubbio:
Mi cambia…
…gli pneumatici? Ecco come si dice, senza se e senza ma. Lo pneumatico, gli pneumatici, uno pneumatico. Come del resto si dice lo pneumotorace, gli pneumotorace, uno pneumotorace. Non, come tanti (troppi, troppissimi) dicono, il pneumatico e i pneumatici (ma come diavolo vi viene anche solo in mente? A riprova: nessuno sentirà mai il pneumotorace, i pneumotorace, un pneumotorace. Ignoranza a parte, s’intende).
Eppure
Eppure c’è una quantità sterminata di italiani che sbaglia. Ma ovunque, eh. Dalla tv (nei gran premi, addirittura!), ai quotidiani
Il crescente interesse del pubblico per i pneumatici invernali non è però un fenomeno esclusivamente italiano…
(La Repubblica, 14 ottobre 2011)
Tutto quello che resta della barca senza nome è un pneumatico, che va su e giù nell’acqua…
(L’Unità)
e fino a qualche tempo fa le pubblicità dei produttori, persino.
Financo ai libri
La qual cosa crea in effetti qualche problema per la struttura della lingua. Perché fino a che l’errore lo faccio io, che non mi legge nessuno, il fattaccio resta lì. Ma quando si arriva a Italo Calvino.
…un omino in tuta cercava un buco in un pneumatico immergendolo in un catino d’acqua…
(Ultimo viene il corvo)
o in tempi più recenti anche Enrico Brizzi
…con un colpo di pollice, lasciar saltare la dinamo contro il pneumatico anteriore…
(Jack Frusciante è uscito dal gruppo)
la faccenda raggiunge livelli epocali che non possono non lasciare strascichi.
La regola
Oh, eppure non si sfugge. La grammatica parla non chiaro, chiarissimo: davanti a S impura (SC, sia dura che dolce), Z, PS, GN, PN, X, Y, e anche J ed I con valore consonantico gli articoli sono lo, gli, uno.
(Lo scemo, lo zannuto, lo psichiatra, lo gnomo, lo pneumotorace, lo xilofono, lo youtuber, lo Jonio, lo ioduro di potassio. Vi viene il dubbio che forse non può essere il pneumatico?)
E allora?
E niente, una infinità di italiani da quell’orecchio non ci sente. Se quindi da un lato riusciamo ormai a ridere senza mezze misure quando sentiamo il psicologo, per il pneumatico ancora non c’è verso, oh, è più forte di loro. Solo che ogni volta che si sente dire il pneumatico o i pneumatici l’imbarazzo è palpabile.
Le grammatiche
Tanto che molte grammatiche recenti, basandosi sull’uso e non sulla regola, denotano che il pneumatico è più in uso de lo pneumatico.
Che è vero.
Quindi la questione si sposta da giusto o sbagliato (sappiamo perfettamente quale è corretto e quale no) a contano più 50 milioni di italiani che sbagliano o 10 che si esprimono correttamente?
mi ricorda...
Milioni di mosche
Di conseguenza, di fatto si è costretti a trovare una via di correttezza anche alla forma errata.
Persino la severissima Crusca (che alla fine è probabilmente la più transigente di tutti) sottolinea che l’importante è il messaggio e che la forma viene in secondo piano (che è vero, comunque). Senza dimenticarsi che la forma corretta è solo una, quindi, denota che l’uso errato (il pneumatico, i pneumatici, un pneumatico) è comunque ravvisabile in un registro più familiare, sicuramente orale, e strettamente colloquiale. L’uso corretto invece va sempre riservato, almeno, ad un contesto più formale e sorvegliato, e sicuramente scritto.
Niente errore da penna rossa, quindi?
Tutt’altro; l’errore resta eccome, soprattutto se in forma scritta, tuttavia può non esserlo anche in tale forma: sarà capacità dell’autore sottolineare l’uso, sulle sue pagine, di una struttura formale o della descrizione di una informale.
Laureato in Belle Arti, grafico qualificato specializzato in DTP e impaginazione editoriale; illustratore, pubblicitario, esperto di stampa, editoria, storia dell’arte, storia del cinema, storia del fumetto e di arti multimediali, e libero formatore. Scrittore e autore di fumetti, editor, redattore web dal 2001, ha collaborato e pubblicato con Lo spazio Bianco, L’Insonne, Ayaaak!, Zapping e svariate testate locali.