Prevalentemente nota nell’immaginario di tutto il mondo per lo splendore medievale ancora oggi visibile nei caratteri del tessuto urbano storico, a testimonianza della sua ascesa a centro cosmopolita tra i più importanti in Europa tra XIII e XIV secolo, Bologna conosce momenti di gloria anche durante la magnifica stagione del Rinascimento.
Una nuova opportunità di riappropriazione e valorizzazione di questo patrimonio artistico di straordinario valore viene offerta dall’esposizione presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna di un ospite d’eccezione come il Ritratto di Papa Giulio II di Raffaello, proveniente dalla National Gallery di Londra, al centro del progetto espositivo Giulio II e Raffaello. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna che viene presentata dall’8 ottobre 2022 al 5 febbraio 2023.
Fonte foto: lastampa.it
Per celebrare lo storico arrivo di uno dei capolavori assoluti della ritrattistica del Rinascimento, commissionato da Papa Giuliano della Rovere a Raffaello e realizzato a Roma intorno al 1511-1512, tre delle principali istituzioni museali della città – Musei Civici d’Arte Antica | Settore Musei Civici Bologna, Genus Bononiae. Musei nella Città e SMA – Sistema Museale di Ateneo | Università di Bologna – promuovono una speciale iniziativa congiunta, coordinata dal Comune di Bologna, che consente una più ampia e approfondita immersione nel contesto della scena artistica dall’epoca bentivolesca fino all’incoronazione di Carlo V, e del ruolo cruciale avuto da Giulio II nelle vicende cittadine. Tale iniziativa si accompagna ad una campagna di promozione culturale e turistica dedicata.
La costruzione di una grande alleanza basata sull’integrazione di risorse e competenze tra enti pubblici e privati, a sostegno di un unico progetto culturale di grande rilevanza per la città, rientra nell’intenzione del Comune di Bologna di promuovere una sempre più stretta collaborazione con il sistema delle fondazioni e con il sistema privato per la valorizzazione dei patrimoni. Spiega Elena Di Gioia, delegata del sindaco alla Cultura di Bologna e Città metropolitana:
“La mostra Giulio II e Raffaello è occasione preziosa per coinvolgere in primo luogo le istituzioni museali della città ad operare in maniera sistemica per creare, attraverso una narrazione diffusa nella città, un percorso che valorizzi il Rinascimento a Bologna come uno dei più significativi momenti della storia artistica italiana. L’itinerario rinascimentale parte dalla Pinacoteca con l’ospite Raffaello, per svilupparsi attraverso nove tappe che mostrano la ricchezza delle memorie del Rinascimento custodite nelle collezioni museali permanenti e nelle chiese o rappresentate dai palazzi sede dei musei. È un progetto di grande qualità che sicuramente solleciterà la curiosità dei residenti e dei numerosi turisti verso la scoperta della identità storica della nostra città”.
Per rafforzare il coordinamento di tutte le iniziative di promozione turistica del territorio concorrono inoltre alla sinergia Territorio Turistico Bologna – Modena, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna, Azienda di Promozione Turistica della Regione Emilia-Romagna e Bologna Welcome.
Il Rinascimento bolognese e le ragioni di una riscoperta
Nella sua peculiare declinazione “rustica e fiera”, il Rinascimento a Bologna costituisce una delle vicende di primo piano della storia artistica italiana. Pur in un ininterrotto intreccio con la precedente tradizione di forme e materiali, a partire dalla seconda metà del Quattrocento la città partecipa alle novità umanistiche in un vivace clima di rinnovamento che favorisce uno straordinario impulso alla trasformazione della sua configurazione architettonica e infrastrutturale, e allo sviluppo di una multiforme cultura artistica capace di dialogare, oltre che con l’antico, con altri centri quali Firenze, Milano e Roma.
Anche se non sempre risulta possibile precisare modi e tempi dei cantieri in cui intervennero, è noto che tutti i grandi protagonisti e teorici del periodo – da Leon Battista Alberti a Donatello, da Michelangelo a Bramante, da Leonardo a Raffaello – hanno soggiornato o comunque operato per la città, contribuendo a mutarne la cultura artistica con nuovi linguaggi e sensibilità espressive.
Sebbene le complesse vicissitudini politiche, che nel XV secolo videro contrapporsi la signoria dei Bentivoglio e il potere pontificio di Giulio II, abbiano causato la perdita di magnifici monumenti e di numerose opere d’arte, sono ancora numerosi i capolavori conservati in quasi tutte le chiese e i musei del centro storico che i visitatori possono ammirare.
In un’idea di esposizione diffusa che si dispiega a latere della mostra allestita nell’ala Rinascimento della Pinacoteca Nazionale di Bologna, il pubblico potrà percorrere un itinerario a tappe attraverso 9 luoghi emblematici in cui sono visibili opere fondamentali dei principali artisti che resero grandiosa la civiltà figurativa felsinea tra XV e XVI secolo: Niccolò dell’Arca (Bari, 1435 circa – Bologna, 1494), Francesco Raibolini detto il Francia (Bologna, 1460 circa – ivi 1517), Amico Aspertini (Bologna 1474 o 1475 – ivi 1552), oltre alla compagine dei ferraresi Francesco Del Cossa (Ferrara, 1436 – Bologna, 1478), Ercole de’ Roberti (Ferrara, 1451-1456 – Ferrara, 1496) e Lorenzo Costa (Ferrara, 1460 – Mantova, 5 marzo 1535).
L’interesse per l’arte del Rinascimento bolognese, del resto, è crescente anche a livello internazionale: basti pensare alla mostra Dessins Bolonais du 16e siècle dans le Collections du Louvre, a cura di Roberta Serra, che lo scorso 22 settembre si è aperta presso la Rotonda Sully del Musèe du Louvre, accanto all’iconica Piramide, in accompagnamento alla pubblicazione del volume 12 dell‘Inventaire Général des Dessins Italiens, dedicato ai disegni bolognesi del XVI secolo presenti nelle collezioni del Louvre. Attraverso una selezione di quarantaquattro fogli – tutti realizzati da artisti bolognesi o che hanno fatto della città la loro patria d’adozione, attivi prima dell’arrivo dei Carracci – l’esposizione mette in luce l’evoluzione del disegno bolognese lungo tutto il Cinquecento.
I luoghi da visitare
● Pinacoteca Nazionale di Bologna | Via delle Belle Arti 56:
Punto di partenza è naturalmente la mostra Giulio II e Raffaello. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna che la Pinacoteca Nazionale di Bologna presenta dall’8 ottobre 2022 al 5 febbraio 2023 in occasione dell’eccezionale prestito del Ritratto di Papa Giulio II di Raffaello. Curata da Maria Luisa Pacelli, Daniele Benati ed Elena Rossoni, l’esposizione ripercorre lo sviluppo del Rinascimento bolognese dal 1475 al 1530.
La mostra inizia con i pittori di corte dei Bentivoglio, documenta il mutamento impresso alla scena artistica cittadina dall’arrivo di Michelangelo e Bramante al seguito di Papa Giulio II e, in un secondo tempo, delle opere di Raffaello e termina con i capolavori dipinti a Bologna da Parmigianino dopo il 1527.
● Collezioni Comunali d’Arte | Palazzo D’Accursio, Piazza Maggiore 6:
Le Collezioni Comunali d’Arte hanno sede a Palazzo d’Accursio su Piazza Maggiore. Una parte delle strutture rinascimentali dell’edificio, come la grande Corte d’Onore, lo Scalone o la Torre dell’Orologio, sono ancora oggi ammirate dal pubblico. Nelle collezioni si conservano opere di grande importanza come la Crocifissione con i santi Giovanni e Girolamo di Francesco Francia o la Vergine allattante di Amico Aspertini.
● Museo Civico Medievale | Palazzo Ghisilardi, via Alessandro Manzoni 4:
Il museo è allestito in uno dei palazzi rinascimentali di Bologna meglio conservati e possiede una collezione unica nel suo genere. L’epoca dei Bentivoglio è rappresentata da rari manufatti come lo Stocco, una spada donata da Papa Niccolò V a Ludovico Bentivoglio, o il Targone, scudo da parata dipinto con San Giorgio e il Drago, o la tomba di Domenico Garganelli, opera polimaterica tra i capolavori di Francesco del Cossa.
● Museo della Storia di Bologna | Palazzo Pepoli, via Castiglione 8:
Palazzo Pepoli Vecchio, dimora di una delle più potenti famiglie della Bologna di epoca medievale, è oggi un museo che racconta la storia di questa città. Nell’excursus di secoli che viene dispiegato nelle sale del Palazzo, un ampio spazio è dedicato alla Bologna del Rinascimento. In questo secolo così complesso, emerge la famiglia dei Bentivoglio la cui apoteosi di potere verrà ritratta da alcuni dei maggiori artisti del periodo come Lorenzo Costa. Il Museo della Storia è tappa imprescindibile per ricostruire il contesto storico dell’epopea rinascimentale nella città felsinea.
● Museo Davia Bargellini | Palazzo Bargellini, Strada Maggiore 44:
Il Museo Davia Bargellini è allestito nell’omonimo e affascinante palazzo, custodisce la memoria della potente famiglia alleata dei Bentivoglio, in particolare Gaspare e Virgilio furono co-protagonisti dell’epopea bolognese. Tra le numerose opere rinascimentali si ricordano: il busto di Virgilio di Onofri, il suo presunto ritratto attribuito ad Aspertini, i dipinti di maniera raffaellesca con San Lorenzo e San Petronio di Innocenzo da Imola, già in Santa Maria dei Servi.
● Chiesa di San Giacomo Maggiore e Oratorio di Santa Cecilia | Piazza Gioacchino Rossini e Via Zamboni 15:
La Chiesa di San Giacomo Maggiore ospita la cappella della famiglia Bentivoglio, autentico capolavoro del Rinascimento bolognese. La cappella fu decorata dai due principali artisti attivi a Bologna alla fine del XV secolo: Lorenzo Costa e Francesco Francia. Questi ultimi sono nuovamente autori, insieme ad Amico Aspertini della decorazione, avviata nel 1506, per uno dei più importanti cicli pittorici del Rinascimento bolognese conservato all’Oratorio di Santa Cecilia.
● Museo di Palazzo Poggi | Via Zamboni 33:
Dal Rinascimento delle corti e dei grandi artisti all’”altro Rinascimento”, quello dei primi scienziati, collezionisti e osservatori della natura. Nelle sale di Palazzo Poggi, decorate dagli affreschi della stagione manierista, l’Università di Bologna conserva un tesoro eccezionale: quello di Ulisse Aldrovandi (1522-1605), professore e inventore del museo scientifico moderno. Il museo di Aldrovandi, donato al Comune di Bologna, non si disperde ma è giunto fino a noi quasi intatto.
● Complesso di Santa Maria della Vita | Via Clavature 8/10:
L’urlo di pietra – con queste parole D’Annunzio definisce il complesso scultoreo del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca, risalente al 1463 circa. L’opera è inserita all’interno della chiesa di Santa Maria della Vita che risale al 1200, anno in cui venne fondata l’omonima compagnia che si occupa della cura degli infermi, dei carcerati e dei condannati a morte. All’interno di questo importante luogo di culto, nella cappella di destra rispetto all’altare maggiore, potete ammirare uno dei capolavori scultorei che dopo seicento anni suscita ancora pathos e ammirazione.
● Basilica di San Petronio | Piazza Maggiore:
Nel Rinascimento, la maestosa basilica simbolo della devozione dei bolognesi fu al centro di importanti campagne artistiche. Numerose sono le testimonianze, come la decorazione dei finestroni laterali, dove operarono anche Niccolò dell’Arca e Francesco di Simone Ferrucci, o l’assetto attuale della facciata. L’interno custodisce capolavori di tutti i protagonisti della stagione: dal Costa attivo nella Cappella De’ Rossi, a Onofri nel Compianto, fino ai diversi dipinti di Aspertini.