La storia del suffragio femminile si perde nella storia. Addirittura si fa risalire alla Francia del Settecento. Tuttavia, i movimenti più significativi si sono avuti tra la seconda metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, ed è in questo lasso di tempo che si colloca la storia di Kate Sheppard, una delle più celebri suffragettes e in assoluto la più popolare della Nuova Zelanda.
In quest’articolo scopriremo, in breve, la sua storia tra la lotta al diritto di voto alle donne nell’isola a sud del mondo, il diritto al divorzio e ad altre importanti campagne di attivismo. In più, troverete una piccola curiosità sul suffragio universale nella storia (e nel mondo).
La vita e le battaglie di Kate Sheppard
Nata Katherine Wilson Malcolm, nasce a Liverpool il 10 marzo 1848, in un contesto di relativa pace mentre dal momento in cui la Primavera dei popoli, che infuriava in quasi tutta Europa, non aveva toccato il Regno Unito. Di lì a poco, si trasferisce in Scozia, dove cresce e si istruisce, per poi “volare” nel 1860 dall’altra parte del mondo, in Nuova Zelanda.
In quest’isola, oltre ad incontrare il suo futuro marito, il magazziniere Walter Allen Sheppard, Kate comincerà la sua battaglia per estendere il diritto di voto anche alle donne. Ma non solo: sarà infatti promotrice di una campagna contro i corsetti, ossia quegli iconici capi d’abbigliamento femminili responsabili di “modellare forme e dare postura” irrigidendo, però, i corpi di chi li indossa.
Nel 1885, Kate si unisce alla Woman’s Christian Temperance Union, organizzazione nata circa dieci anni prima negli Stati Uniti e che, al tempo, poneva attenzione sia sui diritti di lavoratori e carcerati, sia sulle lotte femministe dell’epoca. Proprio attraverso di essa, la Sheppard porta avanti la sua campagna sul diritto di voto delle donne in Nuova Zelanda, ed è proprio grazie ai suoi numerosi tentativi che nel 1893, il Paese diviene il primo al mondo ad estendere il suffragio anche al genere femminile!
Non solo corsetti e suffragio universale
Kate Sheppard non ha soltanto posto l’attenzione sull’abolizione dei corsetti e sulla principale battaglia per l’estensione del suffragio anche al mondo femminile. Infatti, tra gli altri impegni non sono assolutamente mancate le lotte per il diritto al divorzio, che all’epoca poteva essere ancora un’utopia in moltissimi Paesi occidentali, la promozione dell’uso di contraccettivi, una tutela maggiore per le proli e soprattutto l’abbattimento di alcuni stereotipi femminili.
Infatti, la Sheppard si impegnò affinché cominciasse a venir meno lo stereotipo della “donna che per forza di cose doveva apparire femminile, doveva essere educata come signorina e doveva svolgere soltanto compiti da donne”. Per questo, infatti, incentivava lo svolgimento dell’attività fisica, in particolare del ciclismo, unendosi all’Atalanta Ladies’ Cycling Club.
Il suo attivismo, comunque, non si fermava in Nuova Zelanda. Infatti, Kate si è spesa per quasi tutta la sua vita per esportare le sue battaglie, in particolare il suffragio universale, in altri Paesi anglofoni, quali il Regno Unito e gli Stati Uniti.
Alla veneranda età di 86 anni, Kate Sheppard si spegne a Christchurch, in Nuova Zelanda. Qui, cento anni più tardi, è stato inaugurato in suo onore il Kate Sheppard Memorial. Per non farci mancare nulla, la sua immagine compare nelle banconote neozelandesi da 10 dollari.
La Nuova Zelanda è davvero il primo Paese al mondo…
…ad aver adottato il suffragio universale? Ebbene, potremmo rispondere “sni“.
Effettivamente, la Nuova Zelanda è il primo Paese ad aver esteso il diritto di voto alle donne, ma solo se si considerano le nazioni tutt’ora esistenti!
In che senso?! Ebbene, in passato sono esistite entità territoriali che, tra le altre cose, avevano già “concesso” il diritto di voto femminile. Tra queste annoveriamo la Repubblica Corsa (già nel 1755), il Granducato di Toscana (dal 1849) e la brevissima Repubblica Romana, nata e “morta” nel 1849. Tra i Paesi tutt’ora esistenti che hanno fatto questo grande passo ben prima della Nuova Zelanda, ci sarebbe la Svezia, che tra il 1718 e il 1771 aveva effettivamente esteso il diritto di voto, ma non a tutte le donne. Infatti, potevano votare soltanto quelle “di alto rango”, per così dire.
In sostanza, se non si contano regni, repubbliche ed altre entità che oggi non esistono più e se escludiamo la Svezia (giacché non si trattava di vero e proprio suffragio universale), la Nuova Zelanda è effettivamente il primo Paese al mondo ad aver esteso, nel “lontano” 1893, il diritto di voto a tutte le donne, di tutte le classi sociali.
Classe 1996. Sono appassionata di molte cose, tra cui la fotografia.
Nasco in un borgo del Centro Italia e quando ne ho la possibilità faccio dei piccoli viaggi (o gite fuori porta, come preferite) nei luoghi più disparati della mia terra, ossia proprio l’Italia Centrale.
Quella di Hermesmagazine è la mia prima esperienza in assoluto da pubblicista; dietro le quinte ho curato, insieme ad altre persone, i testi di alcuni articoli per il sito leviedelcinema.it (Rassegna del film restaurato che si tiene non molto lontano da casa mia). Nel tempo libero gestisco una piattaforma personale in cui ho catalogato i miei scatti in giro per il Centro Italia (e non solo) e in cui scrivo qualcosa riguardo i miei spostamenti.