Cattedrale di Acerenza misteri e leggende fra sacro e profano

Cattedrale di Acerenza misteri e leggende fra sacro e profano

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Un fitto alone di mistero avvolge la Cattedrale di Acerenza. Simboli, statue, rilievi e coincidenze riportano ad antiche leggende e miti per i quali la storia non ha ancora avuto risposte.

La Cattedrale ha origini antiche. Avvolta da un fitto alone di mistero, questo luogo di culto rivela, agli appassionati del genere, segreti celati dal suo misterioso passato.

Oggetto di un recente studio, per ironia della sorte o della storia, la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio ha svelato interessanti ragguagli sul suo passato, contendendosi l’appartenenza a due mondi opposti, il bene e il male, il prodigio e il maligno, il sacro e il profano. Volendo giocare con le parole potremmo definirla un bizzarro ossimoro religioso.

Antiche origini

La Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio, è considerata una fra le più belle chiese della Basilicata.

Acerenza è un caratteristico borgo annoverato fra i più belli d’Italia. Viene definita città – cattedrale. L’imponente struttura sovrasta il paese inerpicato fra gli altopiani lucani.

Le sue origini sono antichissime. Edificata dove un tempo sorgeva un tempio pagano dedicato ad Ercole Acheruntino. Quest’ultima lasciò spazio ad una chiesa paleocristiana. Danneggiata da un terremoto intorno alla metà del 1400 solo nel 1524 per volere dei conti Ferrillo di Acerenza e più precisamente della contessa, ci fu la definitiva ristrutturazione di quella conosciuta oggi come l’attuale cattedrale.

Proprio alla famiglia Ferrillo, è legato uno dei misteri che riguardano la chiesa di Acerenza.

Fonte foto:altobradano.it

Dracula e il Vampirismo

C’è chi sostiene che nella Cattedrale riposino i resti della figlia del conte Vlad III di Valacchia, altrimenti noto come il conte Dracula.

Nella seconda metà del 1400 il re Ferrante di Napoli si alleò con il Conte Vlad III di Valacchia contro i Turchi. Al ritorno dalla guerra, in Italia, portò con sè una bambina alla quale diede il nome di Maria che dichiarò essere la figlia del despota serbo Stefan III Brankovic. Alcuni studiosi sostengono, invece, la tesi secondo la quale la bambina fosse in realtà figlia del Conte Vlad III scomparso in battaglia, fatta fuggire in Italia. Divenuta adulta Maria fu data in sposa al Conte Giacomo Alfonso Ferrillo, conte di Acerenza, anch’egli sopravvissuto alla guerra contro i turchi. Presentandola come Maria Zaleska Balsa. Secondo alcuni studiosi Balsa sta per “figlia del drago”.

Ad avvalorare la tesi dello stretto legame fra la contessa di Acerenza e il conte Vlad, sono i recenti ritrovamenti. Il simbolo dei Vlad, un drago alato, sulle mura della Cattedrale  e nella cripta dove si notano S. Andrea, patrono della Romania, e Santa Maria di Antiochia che sconfiggono il dragone.

Nel blasone della Balsa, oltre il drago compare la stella, simbolo di Dracula. Quest’ultimo infatti divenne despota proprio l’anno di passaggio della cometa di Halley.

Nella cripta, inoltre, vi è un sarcofago funerario vuoto e vi è l’effige di un uomo molto simile a Dracula, perfino nei denti. Posto di spalle all’altare, a significare esattamente il voltare le spalle a Dio.

Fonte foto: famedisud

Diversi, quindi, i simboli esoterici e i riferimenti al vampirismo ritrovati nella cattedrale. All’ingresso, oltre al dragone, vi sono due creature mostruose che mordono sul collo due figure. Mentre all’interno della cripta è possibile vedere il demone Lillith. Secondo la leggenda fu il primo vampiro che compariva solo di notte per succhiare il sangue a uomini e bambini.

I templari e il Sacro Graal

Fonte foto: veraclasse

Mentre i ricercatori si concentrano sulle diverse tesi legate al vampirismo. I lucani sostengono, invece, che la cattedrale di Acerenza, nasconda ben altri segreti.

Molti, infatti, sono convinti che qui sia custodito il leggendario Santo Graal.

Acerenza fu luogo di passaggio per i crociati che si dirigevano verso la Terrasanta. Tracce del loro passaggio sono state confermate dalle cronache del tempo e in molte opere architettoniche.

Vi sono statue che raffigurano Templari presenti nella stessa Cattedrale.

Secondo la tesi acclarata dai lucani fu Ugo dei Pagani, il fondatore dell’Ordine dei templari, nato in Basilicata nei pressi di Acerenza a decidere di nascondere il Sacro Graal, la coppa utilizzata da Gesù durante l’ultima cena e nella quale pare sia stato raccolto il suo sangue dopo la crocifissione, proprio all’interno della Cattedrale del famoso borgo. Nella cripta c’è una finestra murata. Nicchia, che si dice, custodisca il Santo Graal.

Visitare la Cattedrale di Acerenza ci riporterà indietro nel tempo, fra misteri e leggende. Non importa che queste siano sacre o profane, che facciano battere il cuore o che ci provochino brividi. Qualunque emozione desteranno varranno la pena di essere vissute.


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