Munch recensione graphic novel

Munch come non lo avete mai letto

Se  diciamo “Munch”, tutti noi pensiamo al pittore dell’Urlo ma Munch non è stato solo un pittore di un unico quadro, è stato un uomo ed in quanto tale ha una storia e tante tele attraverso le quali questa storia è stata raccontata.

Il graphic novel

In concomitanza con l’anniversario di nascita del pittore norvegese ed il centotrentatreesimo compleanno de L’urlo, dipinto da Munch, la Douglas Edizioni ha presentato, nell’appena passata edizione del Comicon di Napoli, il graphic novel che titola proprio Munch. Sceneggiato da Marco Ferrandino e disegnato da Germano Massenzio, il volume di 120 pagine ci racconta in modo autoriale la storia di un pittori che tutti conoscono di fama ignorandone spesso le sfumature e i tormenti. Munch si apre con l’alternanza del punto di vista del pittore attraverso le sue parole – “ Non dipingo quello che vedo ma quello che ho visto” – con quello della prefazione scritta da Marco Pacella che ci parla del pittore.

Munch

Munch

Lavorare al volume che tratta di un artista della portata di Edvard Munch è tutt’altro che semplice. Il primo dei motivi è che vivere la vita di Munch in quanto tale non è stato semplice. Marco e Germano scelgono di prendere proprio questo principio di instabilità come punto di forza e scelgono di far parlare le sue opere per lui. Proprio così, sono le tele a parlare del pittore e questa chiave di lettura viene seguita per strutturare l’intero albo. Ecco quindi che le tavole che giocano su una struttura mobile dove il bianco e nero si alterna al colore, assumono un andamento di lettura ordinato e fluido dove la rottura avviene volontariamente per mezzo di splash page che si portano dentro una carica emotiva davvero molto forte.

Dove finisce la sceneggiatura e iniziano i disegni?

Scritto così può sembrare semplice ma la verità è che per creare un albo di oltre cento pagine che parla di un grande maestro della pittura tormentato e profondamente infelice utilizzando le opere come voci narranti non è esattamente una passeggiata. Scelto il punto di inizio, Marco e Germano sono solo al principio del lavoro che si direziona verso la realizzazione dell’albo. Quest’ultimo prende la forma presentata al Comicon nel momento in cui sceneggiatore e disegnatore si trovano ad essere così allineati e in sintonia da influenzarsi a vicenda. Così Marco diventa le voci dei dipinti e Germano inizia ad animarne le espressioni con la ferma volontà di non alterare colori e forme. Leggendo questo graphic novel non si arriva solo a conoscere la vita di Munch ma grazie al grande lavoro degli autori sembra di instaurare con il pittore un legame intimo.