La quercia da sughero (Quercus Suber L.) emerge come albero distintivo nella macchia mediterranea, conferendo un’identità paesaggistica a diversi Paesi europei, specialmente nel bacino mediterraneo occidentale, compresi Spagna, Francia e Italia ma è presente anche in Algeria, Tunisia, Marocco. Il Portogallo è in testa alla produzione globale di sughero, mentre in Italia la Sardegna si distingue come protagonista, contribuendo a produrre e trasformare i due terzi dell’intera produzione.
La sughera appartiene alla famiglia delle Fagaceae e al genere Quercus ed è un albero sempreverde che si adatta ottimamente al clima mediterraneo. Forma boschi densi con altezze medie di 10 metri raggiungendo anche i 20 m, presenta il tronco con circonferenza fino a 4 m e rami sinuosi e biforcati. La corteccia, inizialmente scura nella pianta e rossa dopo l’estrazione del sughero, assume un ruolo cruciale come difesa contro siccità e incendi, garantendo la protezione degli strati sottostanti. La sughera predilige crescere in territori dal clima temperato-subumidi, oceanici e discreta piovosità.
Le sugherete non solo contribuiscono economicamente attraverso la produzione di materiali a base di sughero, ma rappresentano anche un patrimonio ecologico e culturale. Esse, inoltre, svolgono un ruolo socio-economico grazie alle ghiande che sono utilizzate in vari settori, tra cui mangime per animali da reddito in particolare per i suini.
L’estrazione del sughero avviene solo nei mesi estivi, da maggio ad agosto, al fine di minimizzare i danni alla pianta. La prima estrazione, tuttavia, può avvenire solo quando la giovane pianta raggiunge i 20-25 anni di età.
Il sughero ha una lunga storia d’uso, risalente a epoche antiche, trovando impiego in diverse applicazioni, comprese edilizia e calzature, ma con un notevole impatto e fama soprattutto nel settore enologico, nella produzione di tappi per vini e champagne.
Le sugherete del Mediterraneo costituiscono un elemento importante per l’agrobiodiversità assumendo il ruolo di vere e proprie riserve di biodiversità. La longevità delle sughere, che possono vivere fino a 200 anni, contribuisce in modo significativo all’alta biodiversità dei luoghi che le ospitano.
Nata a Napoli nel 1989, sono agronomo e sommelier del vino, animata da una profonda passione per la natura e i suoi straordinari doni. Dedico il mio tempo ad esplorare e valorizzare tutto ciò che la terra ci offre, coniugando competenze tecniche e un sincero amore per l’ambiente.