Sui social media si è soliti imbattersi nella frase acchiappa like “ti sblocco un ricordo” che spesso fa capo a eventi, situazioni, oggetti, cibi, canzoni o telefilm del passato che hanno segnato una generazione.
Oggi, però, quel ricordo non lo sblocca la lettura di un semplice post messo lì per attirare Millennials in preda alla nostalgia, ma la notizia che Quincy Jones, storico produttore di Michael Jackson, della serie cult anni novanta ‘Willy il principe di Bel-Air’ e della canzone- evento ‘We Are The World’, è venuto a mancare ieri, 3 novembre, nella sua casa di Bel Air all’età di 91 anni.
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Chi era Quincy Jones
Quincy Jones, morto all’età di 91 anni nella sua casa a Los Angeles nel quartiere di Bel Air circondato dai suoi cari, era un noto musicista e produttore che vanta numerosi successi firmati “anni novanta”.
Classe 1933, nasce a Chicago dove trascorre un’infanzia non troppo semplice a causa di problemi economici e della malattia mentale della madre. Ma è la musica che corre a salvarlo da un destino già scritto. Fin da piccolissimo, appena adolescente, frequenta i circoli di jazz ed impara a suonare la tromba.
Negli anni Cinquanta, conclusi gli studi alla Berklee di Boston, comincia a lavorare come arrangiatore e compositore fino a che negli anni Sessanta, dopo essere diventato vicepresidente della casa discografica Mercury, inizia a lavorare come compositore di colonne sonore per il cinema.
Per anni lavora con i più famosi cantanti jazz come Ella Fitzgerald a Frank Sinatra, ma la svolta arriva alla fine degli anni Settanta con il film “I’m Magic”, set che inaugurerà il “sodalizio Jones- Jackson”.
Il produttore dell’album più venduto di tutti i tempi
Dall’incontro con Michael Jackson sul set di “I’m Magic” (The Wiz), film-rivisitazione in chiave urbana del Mago di OZ, Quincy produrrà ben tre album con un giovanissimo Jackson.
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Tra tutti Thriller, l’album più venduto di tutti i tempi, con 110 milioni di copie vendute contribuirà a consacrare Quincy Jones personalità più in vista della cultura pop americana nonché uomo afroamericano più potente dell’industria dell’intrattenimento statunitense.
Non solo Thriller
Il fortuito incontro, quindi, metterà le basi per una carriera in discesa durata oltre settanta anni.
Ma Quincy non si ferma alla collaborazione con il Re del Pop, ma mette lo zampino anche nella canzone-evento ‘We Are The World’, nata dalla penna di Michael Jackson e da Lionel Richie e famosa in tutto il mondo, che vede personalità di spicco della musica mondiale cantare per sostenere la popolazione etiope afflitta, all’epoca, da una carestia.
Non solo, vince ben 28 Grammy su 80 nomination e un Grammy Legend Award nel 1991.
Inoltre, lontano dai microfoni e dalle case discografiche, è uno dei produttori esecutivi della serie “Willy il principe di Bel-Air”, telefilm amatissimo e che è stato la culla artistica di Will Smith.
L’impegno sociale
Grazie alla sua straordinaria fortuna, Quincy Jones decide di investire nella musica, acquistando i diritti d’autore di ben 1600 brani. Nel 1985 firma la colonna sonora de “Il colore viola”, il capolavoro di Steven Spielberg che ha la peculiarità di avere il cast interamente composto da attori afroamericani.
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Il suo talento musicale si intreccia con un forte impegno sociale, iniziato negli anni Sessanta con il supporto alle attività di Martin Luther King. Jones, inoltre, è tra i fondatori dell’Institute for Black American Music (IBAM) ed un assiduo organizzatore di eventi benefici, spesso al fianco di star come Bono degli U2.
Con la sua Listen Up Foundation, nel 2001 ha raccolto fondi per costruire case in Sudafrica, mentre nel 2004 ha realizzato un grande concerto a Roma, che ha visto la partecipazione di star internazionali come Carlos Santana, Alicia Keys, Angelina Jolie e Oprah Winfrey.
Sono una Boomer intrappolata nel corpo di una Millennial a cui piace scrivere. Ho un background variegato, sono eclettica e la semplicità non sempre fa parte di me (fortunatamente). Ho qualche laurea che attesta la mia specializzazione nel settore food, ma la verità è che mi piace comunicare il cibo in ogni sua forma, mi occupo di formazione, adoro la cultura coreana, la musica underground e vorrei essere perennemente affetta dalla sindrome di stendhal. A livello associazionistico, ricopro il ruolo di Responsabile Comunicazione, Marketing, Ufficio Stampa e Social Media Manager di Slow Food Roma & MULTI, viaggio alla scoperta delle culture e cotture che ci uniscono, evento a cura di Slow Food Roma & Lucy – Sulla cultura, ormai alla sua seconda edizione. Ho collaborato con media territotiali e riviste on line, ma Hermesmagazine è stata l’opportunità per entrare a far parte di una vera e propria redazione giornalistica ed avere uno spazio dove esprimermi e permettere alla mia natura dinamica di captare nuovi stimoli e trasformarli in occasioni per imparare e superare i miei limiti.