Ispirato dalle sperimentazioni delle texture geometriche di colore con cui il pittore post impressionista Paul Cézanne (1839-1906) rappresentava il paesaggio, il movimento artistico di d’avanguardia, denominato Cubismo rielabora le immagini e le figure scomponendole in piani schematici nei quali lo spazio veniva interpretato considerando simultaneamente diversi punti di vista.
Il termine “cubismo” venne coniato in modo dispregiativo da Henri Matisse (quale membro della giuria del Salon d’Automne nel 1908, che rifiutò cinque quadri di Georges Braque) e dal critico Louis Vauxcelles.
Ma, come era accaduto per l’Impressionismo, sostantivo che ha avuto la stessa genesi negativa, l’appellativo venne accolto dai fautori del movimento quale sinonimo di rottura con la visione di equilibri e di prospettive consuete.
Il movimento ebbe la sua massima espressione negli anni tra il 1907 e il 1914 circa, periodo che si può dividere in tre fasi:
– Il Cubismo Primitivo (1907-1909) nel quale sono i diversi punti di vista a prevalere nella composizione del quadro.
– Il Cubismo Analitico (1909-1912) caratterizzato dalla frammentazione geometrica del soggetto e dall’introduzione di poche variazioni nel cromatismo.
– Il Cubismo Sintetico (1912-1914-‘16) dove vengono introdotti sulla tela elementi di diversi materiali come frammenti di scritte di giornali, numeri o altro.
Esponenti principali
I principali fautori del Cubismo sono Georges Braque (1882-19663) e Pablo Ruiz Picasso (1881-1973) che affrontano il problema di come rappresentare su un supporto bidimensionale come una tela, soggetti tridimensionali che l’occhio percepisce in diversi momenti della visione stessa. È principalmente questo l’innovazione che rende i quadri cubisti così eccentrici rispetto alla concezione di espressione artistica presente sino ad allora.
Non meno interessanti, anche se meno note, sono le ricerche di altri componenti del gruppo come lo spagnolo Juan Gris (1887-1927) che sviluppò una concezione matematica del movimento; o Fernand Léger (1881-1955) che invece incentra la sua ricerca sui contrasti di forme e colori sino ad arrivare all’astrattismo.
Ma anche altri artisti hanno esplorato, almeno per un periodo del loro lavoro, la filosofia cubista, tra i quali Albert Gleizes, Jean Metzinger, Marcel Duchamp, Gino Severini, Jacques Villon, Marie Laurencin, Louis Marcoussis, Roger de la Fresnaye, František Kupka.
(1881-1973) che affrontano il problema di come rappresentare su un supporto bidimensionale come una tela, soggetti tridimensionali che l’occhio percepisce in diversi momenti della visione stessa. È principalmente questo l’innovazione che rende i quadri cubisti così eccentrici rispetto alla concezione di espressione artistica presente sino ad allora.
Non meno interessanti, anche se meno note, sono le ricerche di altri componenti del gruppo come lo spagnolo Juan Gris (1887-1927) che sviluppò una concezione matematica del movimento; o Fernand Léger (1881-1955) che invece incentra la sua ricerca sui contrasti di forme e colori sino ad arrivare all’astrattismo.
Ma anche altri artisti hanno esplorato, almeno per un periodo del loro lavoro, la filosofia cubista, tra i quali Albert Gleizes, Jean Metzinger, Marcel Duchamp, Gino Severini, Jacques Villon, Marie Laurencin, Louis Marcoussis, Roger de la Fresnaye, František Kupka.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.