Fonte foto: rollingstone.it
È nato a Napoli ed è particolarmente affezionato al 9 maggio: sono questi gli unici elementi certi che sappiamo su Liberato, il misterioso artista che dal 2017 ci sorprende con le sue canzoni senza volto. Il cantante anonimo, come ormai da tradizione, nemmeno quest’anno ha deluso i suoi fan e il 9 maggio, a mezzanotte spaccata, è finalmente tornato su tutte le piattaforme con un nuovo singolo dal titolo “E ti veng a piglià”. In soli cinque giorni il video ufficiale, diretto dal regista Enea Colombi, ha superato le 600.000 visualizzazioni sul suo canale YouTube.
Per la prima volta dai suoi esordi, il video non è ambientato a Napoli bensì in alcune location del Nord Italia, tra i laghi di Tuna in provincia di Piacenza e le Grotte di Catullo a Sirmione, sul lago Garda. Spensieratezza, voglia di libertà, di amore, di passione, di amicizia, di follie, di viaggi. Sono queste le sensazioni che si provano guardando il videoclip e ascoltando questa canzone dal sapore estivo: e molto probabilmente non è nemmeno fatto apposta perché, diciamocelo, tutti noi ora come ora ne abbiamo decisamente bisogno.
Il mistero dietro quel 9 maggio
Chi lo segue da sempre si chiede chi possa nascondersi dietro quella voce e quell’iconica felpa girata di spalle con il cappuccio rigorosamente alzato. Chissà se lo scopriremo mai, ma nel frattempo il mistero non è solo questo. Il cantante nel 2017 esordì con una canzone intitolata “Nove maggio” e da quel momento ogni anno, in quel preciso giorno, è sempre riapparso con un nuovo brano, facendolo diventare un vero e proprio appuntamento non scritto. Inutile dire che in molti hanno provato a spiegare il motivo per cui possa essere così tanto legato a quella data, basandosi su delle teorie pressoché storiche. Il 9 maggio appare infatti curiosamente svariate volte in diversi avvenimenti importanti accaduti in Italia: dalla battaglia di Palestrina nel 1849 che cambiò le sorti del Regno delle Due Sicilie, all’uccisione di Aldo Moro e Peppino Impastato nel 1978, fino al caso di Marta Russo che nel 1997 venne trafitta da un proiettile all’università Sapienza di Roma. E ancora, se usciamo dall’Italia, nel 1960 la legalizzazione della pillola anticoncezionale negli Stati Uniti d’America. E chissà che non sia anche il giorno del suo compleanno?
Fino a prova contraria non conosciamo la verità dietro questa curiosa scelta. Possiamo solamente fare supposizioni, ma tuttavia una cosa è certa: tutte queste vicende hanno in qualche modo saputo scuotere le coscienze di tutti noi e Liberato a modo suo non vuole certamente farcele dimenticare.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.