Giovanni Boldini: la belle époque a Bologna

Giovanni Boldini con la sua pittura rapisce per la ricchezza dei dettagli e l’accuratezza con cui imprime le figure su tela. Vi siete mai sentiti partecipi di un ballo, una prima di teatro o un evento mondano di inizio Novecento? Ecco, questa mostra vi regalerà esattamente l’impressione di essere protagonisti di una serata dal clima sfarzoso ma elegante. Boldini restituisce allo spettatore le atmosfere di un’epoca lussuosa tra moda e letteratura.

La mostra Boldini, lo sguardo dell’anima è stata inaugurata il 29 ottobre scorso e resterà nelle sale di Palazzo Albergati sino al 15 marzo 2022 ed è prodotta organizzata da Arthemisia e Poema.

Lo spettatore viene introdotto alla mostra da un video racconto che percorre per sommi capi i successi e la vita dell’artista. Da qui, la vera e propria mostra comincia attraversando un corridoio nel quale sono proiettati diversi quadri in mostra, con un gioco di specchi che sorprende e affascina dando l’impressione di farne parte.

Le sale

Il pittore, in attività per lungo tempo e vissuto tra fine ottocento e novecento, mostra subito le sue doti di interprete del tempo e di minuzia nei particolati: nella prima sala si viene accolti da un suo piccolo autoritratto risalente a quando Boldini aveva solo 14 anni.

Altre opere in sala ritraggono scene di concerti che Boldini rende veritiere grazie ai numerosi elementi ornamentali, come le rifiniture dei vestiti dei musicisti.

In queste prime sale sono esposti quadri più “collettivi” e goliardici; Boldini ritrae situazioni quotidiane come quelle dei bar, tra cui spicca Il bar delle Folies Bergere (1879/1885).

La sala successiva svela l’empatia e il fascino che il pittore aveva sulle donne e che gli fece intraprendere numerose relazioni. Tra queste, quella con la contessa de Rasty nel periodo in cui visse in Francia a cui sono dedicate diverse tele che descrivono l’intimità tra i due amanti. Le tele dedicate alla contessa presentano diverse tecniche: dalla pittura ad olio ai pastelli su carta che rendono la figura in maggior movimento e dai contorni meno definiti, come nel caso di La contessa De Rasty coricata, del 1880

Al piano superiore, si viene introdotti con una sala che ospita disegni su carta, che accentuano le doti del pittore, capace di rendere realistico un ritratto anche solo con l’utilizzo della matita. Le sale ospitano anche quadri di altri pittori del periodo, permettendo un confronto utile allo spettatore sia per ambientazione sia per contenuti. Qui le tecniche sono variegate, esponendo anche opere realizzate con la tecnica dell’acquaforte.

Tra i quadri, anche uno di Monet sulle Ninfe che tanto lo impegnarono nel periodo di maturità. Questo accostamento consente di approfondire le differenze sull’uso della luce e delle figure: se in Monet i contorni si affievoliscono per dare spazio a figure sempre meno definite che sembrano scomporsi, in Boldini gli elementi sono sempre ben distinguibili.

L’ultima sala lascia spazio quasi solo alla grande tela ritraente la Madeimoselle de Nemidoff, dipinto dall’artista nel 1908.

Elementi rappresentativi dell’epoca

Nelle sale successive sono presenti stimoli sonori mentre la figura femminile resta sempre al centro della scena. Abiti lunghi, cappelli, gioielli, drappi, guanti e ventagli arricchiscono le donne rappresentate da Boldini.

L’esposizione non si basa solo su soggetti dalla bellezza canonica, ma mette in mostra anche donne dai tratti più marcati ma dall’aria sicura e confidente in loro stesse. Esempio ne è La tenda rossa, dipinto da Boldini nel 1904.

La mostra dedicata a Giovanni Boldini trasporta letteralmente lo spettatore in un altro periodo storico, denso di avvenimenti e dona leggerezza: una visita che ricostruisce uno spaccato di storia in maniera originale ed interessante.