Un grande quadro di ambientazione notturna che rappresenta la Milizia civica di Amsterdam durante il pattugliamento per le strade della città. O forse, come qualcuno sostiene, l’aspetto notturno è dato dalla cattiva qualità delle vernici che nel tempo avrebbero scurito l’immagine dando alla parata della guardia Civica quell’aspetto notturno al quale si riferisce il titolo.
“La ronda di notte” viene commissionata a Rembrandt Harmenszoon Van Rijn (Leida 15 luglio 1606 – Amsterdam 4 ottobre 1669) dal capitano della Milizia, una corporazione di archibugieri formata da cittadini facoltosi: il medico Frans Banning Cocq, che appare al centro della tela, in occasione della visita ad Amsterdam della regina di Francia Maria Dé Medici nel 1642.
L’impianto dell’opera
Fonte foto: Artesplorando
La scena è ricca di contrasti sia nell’impostazione costruttiva che pone gli archibugieri e la folla in orizzontale, in contrapposizione alla verticalità degli edifici di sfondo con una dinamicità delle figure ancora inusitata per l’epoca, sia nella scelta dell’impianto luminoso che si avvale di punti di luce precisi, che animano ed equilibrano l’azione, focalizzate soprattutto sul grande tamburo sulla destra, sul luogotenente del Capitano in primo piano e sulla ragazzina vestita di giallo che compare sulla sinistra di chi guardi.
Si è molto discusso sulla possibile simbologia di quest’ultimo personaggio perché appare con indosso i simboli della Milizia stessa: gli artigli del pollo e la pistola appesi alla cintura e il calice della milizia.
Fonte foto: Arte Svelata
Un quadro mutilato
Nel 1715 il quadro, che inizialmente era stato destinato alla sede del corpo della Guardia Civica, venne spostato presso una sala del municipio cittadino che non possedeva le dimensioni adatte per ospitarlo . Quindi vennero asportate alcune parti del dipinto soprattutto sul lato sinistro, da cui fu tolta una striscia verticale di circa un metro (con l’eliminazione di alcune figure), mentre sul lato destro venne tagliata una striscia più piccola, di circa 30 centimetri.
La sua collocazione attuale, presso il Rijksmuseum di Amsterdam ha permesso di riprodurre le parti mancanti che ora sono esposte accanto all’originale.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.