Santa Maria Novella e le sue opere d’arte

Santa Maria Novella e le sue opere d’arte

Fonte foto: wikipedia.org

Firenze è famosa non soltanto per i suoi splendidi palazzi ricchi di opere d’arte, ma anche per numerose chiese degne di nota. Tra queste Santa Maria Novella, complesso museale gigantesco collocato proprio di fronte alla stazione, è una tappa imperdibile nella visita della città.

L’esterno della Basilica

Santa Maria Novella è un edificio incantevole già all’esterno, grazie all’elegante facciata marmorea progettata da Leon Battista Alberti e realizzata con marmi bianchi e verdi incasellati in un disegno geometrico.

Nata all’inizio dall’ampliamento di un piccolo oratorio fuori città in cui si insediarono i domenicani, il territorio della basilica crebbe fino a diventare immenso, tanto che in origine si estendeva ben oltre la stazione. Consacrata nel 1420 e arricchita da opere patrocinate dalle più facoltose famiglie fiorentine, la chiesa accrebbe la propria notorietà fino a essere nominata, nel 1439, sede del Concilio di Firenze.

Dopo un periodo di grande prestigio, la comunità dominicana della chiesa perse la propria autonomia e venne sottoposta prima al controllo della Provincia Romana Riformata di San Marco e poi sotto il patronato del duca Cosimo de’ Medici, fino alla soppressione napoleonica nel 1808-1810.

Gli interni

Elencare i capolavori della Basilica in un solo articolo è impossibile. Una delle opere più note è la Trinità del Masaccio, celebre per l’impostazione prospettica, ma la chiesa vanta anche uno stupendo crocifisso di Giotto, commovente nel suo realismo, e un altrettanto magistrale crocifisso di Brunelleschi, così perfetto da suscitare la meraviglia persino, secondo la leggenda, di un artista geniale come Donatello.

Santa Maria Novella e le sue opere d’arte

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Gli altari delle navate sono decorate da preziose pale dipinte dai migliori artisti fiorentini del ‘500, ma a sorpresa dietro queste tele sono stati scoperti negli ultimi anni anche gli affreschi dipinti sulle pareti della chiesa originale, che ora possono essere visitati ogni primo fine settimana del mese.

La basilica è ricca di cappelle splendidamente affrescate, patrocinate dalle famiglie nobiliari fiorentine più influenti dell’epoca della Signoria. Tra queste una delle più belle è la Cappella Strozzi, decorata da sontuosi affreschi di Filippino Lippi, figlio di Fra’ Filippo Lippi, che raffigurano le Storie della vita dei santi Filippo Apostolo e Giovanni Evangelista.

La Cappella Tornabuoni

Il vero capolavoro di Santa Maria Novella, tuttavia, è l’imperdibile Cappella maggiore o Cappella Tornabuoni, mirabilmente dipinta da Domenico Ghirlandaio. L’opera è un tale concentrato di luce, colore e raffinatezza che ogni visitatore proverà l’istinto di fermarsi e ammirare con il naso all’insù i dettagli dei volti, dei gesti e degli abiti dei vari personaggi.

Santa Maria Novella e le sue opere d’arte

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Il ciclo di affreschi raffigura nelle pareti, con estrema eleganza, la vita delle Vergine, mentre nelle vele della volta sono rappresentati i Quattro Evangelisti. Nella realizzazione dell’opera il Ghirlandaio si avvalse di alcuni collaboratori, tra cui un giovanissimo Michelangelo Buonarroti, all’epoca quattordicenne.

Com’era in uso a quei tempi Ghirlandaio inserì negli affreschi numerosi personaggi noti, come i membri della famiglia dei committenti, i Tornabuoni, e filosofi e pensatori quali Marsilio Ficino, Cristoforo Landino e Angiolo Poliziano.

Il Museo

Le meraviglie di Santa Maria Novella non si fermano alla sola Basilica, perché nel complesso monastico è stato allestito un percorso museale di grande fascino. Il Chiostro Grande è il più ampio di Firenze ed è costituito da ben 56 arcate interne che compongono 60 lunette, di cui 53 sono affrescate. Il Chiostro dei Morti, assai suggestivo, era in passato il cimitero della Chiesa e custodisce per questo motivo anche altari e cappelle.

Santa Maria Novella e le sue opere d’arte

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Uno degli ambienti più interessanti del Museo è tuttavia il Chiostro Verde, realizzato in base a un progetto di Fra’ Jacopo Talenti. Il chiostro deve il suo nome inconsueto al fatto che fu affrescato con pitture in terra verde e conserva una serie di affreschi. Tra tutti spicca l’incantevole ciclo della Genesi di Paolo Uccello, purtroppo danneggiato dall’alluvione del ’66 ma nonostante ciò ancora affascinante.