“Prima, speravo di avere una biblioteca a casa mia, ora ne ho una qui”
Serhat Baytemur, operatore ecologico e cofondatore della biblioteca.
Ad Ankara, un gruppo di operatori ecologici ha fondato una “biblioteca dei libri dimenticati” che riunisce tutti questi volumi che sarebbero stati destinanti al macero. Tutto nasce qualche anno fa, quando gli operatori ecologici della città, vedendo la grande quantità di libri gettati ai lati delle strade o nei bidoni della spazzatura, anziché buttarli, decidono di raccoglierli di loro spontanea volontà, li portano a casa e iniziano a classificarli. Nel frattempo, a mano a mano che la notizia si diffonde nel quartiere e in città, si sono uniti gli abitanti che decidono di aiutarli donando loro altri libri. Così il progetto della biblioteca inizia a prendere forma.
«Abbiamo iniziato a discutere l’idea di creare una biblioteca con questi libri. E quando tutti l’hanno supportata, il progetto è partito», ha detto il sindaco.
Come sede della biblioteca è stata scelta una vecchia fabbrica di mattoni in disuso da ormai molti anni che si trova nella sede del dipartimento di igiene e dei rifiuti. I suoi lunghi e suggestivi corridoi sono l’ideale per disporre gli scaffali delle librerie.L’accesso alla biblioteca inizialmente era riservato agli operatori ecologici di Ankara e alle loro famiglie, ora invece, da qualche anno, visto il grande successo, è stata aperta al pubblico, nel 2017. La biblioteca dispone di più di 6000 volumi, anche in inglese e francese, classificati in 17 categorie, che vanno da letteratura a saggistica fino a libri per bambini.
foto Unina
Il patrimonio di questo luogo è diventato così ampio che, a oggi, vengono effettuati prestiti anche a scuole e carceri. Aperta 24 ore su 24, la biblioteca è diventata un centro di aggregazione socio-culturale con una sala di lettura, una sala per giocare e divertirsi con partitelle a scacchi, una caffetteria, ed è anche diventata un luogo di ritrovo per i ciclisti e turisti che effettuano escursioni nelle vicinanze e gite in città.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.