Filippo Bruno, noto con il nome di Giordano Bruno, nato a Nola nel 1548, è stato un filosofo, scrittore e frate domenicano. Rivoluzionario, insofferente verso i dogmi e ogni tipo di costrizione, libero pensatore e precursore dei tempi, sosteneva che l’intelletto era il vero artefice del mondo, capace addirittura di creare la materia. Autore di numerose opere, amante della natura e della vita, tanto da arrivare a disprezzare gli intellettuali amanti dei libri e troppo poco della concretezza dell’esistenza, perché la vita andava vissuta e abbracciata nella sua interezza. Secondo il filosofo, l’uomo doveva ambire a tornare a una religiosità antica mentre la cristianità dell’epoca mostrava troppo spesso di essere fondata su false credenze contrarie alla ragione che inducono all’ignoranza e minano la libertà degli uomini.
Per questo nel 1576 abbandonò l’ordine monastico e continuò a praticare il libero pensiero, senza timore e senza rinnegare mai il suo credo da uomo libero. Successivamente accusato di eresia, scomunicato e perseguitato dalla Santa Inquisizione, fu costretto a numerose peregrinazioni durante le quali continuò a pubblicare le sue opere, amate e ammirate da artisti, intellettuali e scrittori dell’epoca. Fu condannato per eresia e messo al rogo il 17 febbraio 1600 nella piazza a Campo de’ Fiori a Roma, dove ancora oggi si eleva imponente la statua che lo raffigura. Famosa la sua risposta alla sentenza che lo voleva arso vivo in pubblica piazza, a cui rispose: “Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell’ascoltarla”.
Simbolo di coraggio, libertà di pensiero e della volontà dell’uomo a lottare in difesa delle proprie idee, la sua statua si trova nel luogo in cui Giordano Bruno venne arso sul rogo ed è proprio da quel punto che la statua indirizza lo sguardo severo verso il Vaticano, suo accusatore. In memoria di tutti gli uomini liberi che ci hanno insegnato a combattere per la libertà.
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