Il cappuccino: origini e tradizione

Il cappuccino: origini e tradizione


Bere un buon cappuccino caldo, accompagnato ad una brioche o ad un cornetto è sicuramente il modo migliore per iniziare la giornata. Sappiamo tantissime cose riguardo il caffè, ma probabilmente pochi di voi conoscono l’origine del cappuccino, quando è nato e chi lo ha inventato.

Origini della parola cappuccino

La parola “cappuccino” deriva proprio dall’italiano, ma l’etimologia è avvolta nella leggenda, infatti sembra che questo particolare tipo di caffè, con la schiuma di latte sia stato inventato a Vienna nel 1683, da Marco d’Aviano, un frate cappuccino. Si racconta che alla fine dell’assedio della città austriaca, i turchi lasciarono sul campo tantissimi sacchi di caffè, sequestrati dal soldato Franciszek Jerzy Kulczycki, che l’anno dopo aprì la prima caffetteria europea “Il Fiasco Blu”. Qualche tempo dopo il frate cappuccino vi capitò per caso, ma non riuscendo a bere il caffè nero, chiese di addolcirlo, creando una miscela di crema, spezie, caffè e zucchero. Questo mix rese il colore della bevanda simile a quella del saio del frate e fu per questo motivo che la bevanda fu chiamata kapuziner.

Un’altra leggenda, invece, narra che durante l’apertura del primo Caffè di Vienna il frate arrivò alla corte dell’imperatore Leopoldo I, con la tipica tunica marrone, che gli austriaci associarono alla bevanda italiana, facendone derivare il nome “cappuccino”. Questa versione è testimoniata anche da Eduardo De Filippo, commediografo napoletano, che nella sua commedia “Questi fantasmi” definisce il cappuccino “colore di manto di monaco”.

Ultima versione è quella secondo cui il nome derivi dalla testa calva dei frati cappuccini, che ricorda tantissimo il bianco del latte con intorno il marrone del caffè.

L’evoluzione del cappuccino

Con il tempo il cappuccino ha subito un’evoluzione, in quanto a partire dal caffè veniva estratto con il metodo “alla turca” e non si pensava minimamente a montare il latte. La bevanda, così come la beviamo oggi, è stata diffusa solo nei primi anni del Novecento, quando nel 1901 Luigi Brezzera inventò la prima macchina per il cappuccino. Il primo, inoltre, sembra essere stato preparato con la panna, infatti solo nell’800 è arrivato il cappuccino con l’aggiunta di latte. Quest’ultimo all’epoca non era utilizzato come bevanda, ma solo per la produzione di formaggi. Nel dopoguerra, poi, arrivò la macchina a leva e si cominciò a parlare di “crema caffè” e di cappuccini, così come li intendiamo noi.

Paese che vai, usanza che trovi

In Italia il cappuccino si beve quasi esclusivamente la mattina, accompagnato da una brioche. È una bevanda molto calorica, proprio perché preparata con latte, caffè, cacao e solitamente zucchero. Il latte utilizzato è quello intero, perché più grasso e quindi ottimo per essere montato. Ovviamente nessuno vi vieta di berlo durante il pomeriggio o la sera prima di andare a letto, ma solitamente gli italiani usano consumare questa bevanda energetica per ottenere la giusta carica al mattino, in modo da avere anche la possibilità di smaltire le calorie durante la giornata.

Negli altri paesi del mondo, in realtà, il cappuccino viene consumato anche durante i pasti, talvolta da accompagnamento anche alla pizza. È quasi impossibile trovare un italiano che beve il cappuccino insieme ad una carbonara, ma è molto semplice trovare un inglese, un tedesco o un americano che amino questo connubio.

Qual è l’apporto calorico del cappuccino?

Come abbiamo detto il cappuccino è una bevanda molto amata, ma quali sono gli ingredienti e quali sono le calorie che apporta?

Solitamente per preparare un cappuccino ad hoc sono necessari 125 ml di latte intero e 25 ml di caffè. Fare colazione con un cappuccino significa assumere circa 80-90 calorie, che salgono a 120 se zuccherato. Se poi siete golosi e decidete di mangiare anche una brioche vuota le calorie arrivano a 350, se è farcita con crema, marmellata o cioccolato si raggiungono le 400 calorie. Proprio per questo motivo fare colazione con cappuccino e brioche dà la carica giusta per affrontare la giornata.

Come montare il latte a casa

Preparare il cappuccino a casa è molto semplice. Forse qualcuno di voi avrà una macchina professionale per il caffè, attraverso la quale è possibile montare anche il latte per cappuccino. Se è così basta scegliere un buon latte intero, metterlo in un recipiente metallico e azionare la lancia a vapore, con la quale verrà a formarsi la schiuma, caratteristica del cappuccino. Il segreto è saper posizionare la lancia, non perpendicolarmente al recipiente, ma obliqua, in modo che il calore crei un vortice all’interno del latte. Quando avrete finito, la schiuma dovrà avere una temperatura che va dai 65 ai 68 gradi. Nel frattempo preparate il caffè, unitelo alla schiuma di latte, aggiungete un po’ di cacao e il vostro cappuccino è pronto.

Se, invece, non avete a disposizione una macchina professionale, potete comunque preparare un cappuccino delizioso con l’aiuto di fruste, frullatore ad immersione, montalatte o un frullino per latte. Questi strumenti sono tutti utilissimi per la realizzazione di un’ottima schiuma di latte. Il segreto per ottenere un cappuccino perfetto è la scrematura, infatti è consigliabile utilizzare il latte intero, che seppure sia meno digeribile, vi permette di ottenere un cappuccino da 10 e lode.

Latte art: cos’è?

Negli ultimi anni si è diffusa una nuova moda, che ha fatto impazzire gli amanti del cappuccino. Si tratta della Latte Art, una tecnica attraverso la quale vengono effettuati disegni e decori sulla superficie della bevanda. Non è molto difficile da realizzare, è necessaria solo una grande abilità manuale e alcuni strumenti.

Questa tecnica sembra sia stata inventata negli anni Settanta dal barista veronese Pierangelo Merlo, il quale per rendere i suoi cappuccini sempre più interessanti iniziò a sperimentare la Latte Art. Fu, però, solo nel 1988 che David Shomer, barista americano, proprietario di Espresso Vivace a Seattle, portò in auge la tecnica. Shomer, appassionato di fotografia e munito di telecamera filmò le tecniche di Pierangelo e tornato in America, produsse un VHS dal nome “Latte Art”. Da quel momento il cuore sui suoi cappuccini divenne segno distintivo del caffè Espresso Vivace. Ovviamente il cuore non era l’unico disegno possibile, ma furono introdotti anche fiori, cigni, rosette e tanto altro.

In Italia quando si parla di Latte Art, è impossibile non pensare a Luigi Lupo, il primo punto di riferimento per questa tecnica, in quanto creò dei cd per baristi interessati alla tecnica. Con l’arrivo dei social ed in particolar modo di Youtube, oggi è possibile trovare video tutorial che permettono a professionisti del settore e appassionati di apprendere le conoscenze necessarie per la realizzazione della Latte Art. Ovviamente, per eccellere in questa tecnica, è necessario affidarsi ad un formatore ed esercitarsi tantissimo in modo da apprendere bene tutti i trucchi.