Fonte foto: buonalombardia.regione.lombardia.it
Della tradizione pavese si conosce veramente molto. Eppure non tutto è realmente noto, al di fuori della regione lombarda. Esistono piatti che non sono poi così conosciuti. Un vero peccato, se si considera che sono ricette storiche, dai sapori antichi e che hanno molto da raccontare. Un esempio significativo è senza dubbio quello del Pancotto, conosciuto anche come Panada. Si tratta di una sorta di zuppa a base di pane raffermo e Grana Padano D.O.P.
Questa particolare ricetta è tipica della tradizione contadina e fa parte di quelli che si definiscono “piatti poveri”. Per realizzarla sono infatti sufficienti pochi e semplici ingredienti, reperibili con facilità e soprattutto facilmente digeribili e dal grande valore nutritivo. Proprio per questo, sin dall’antichità, si serviva solitamente a bambini ed anziani, anche grazie alla sua consistenza morbida.
Fonte foto: quatarobpavia.it
A quanto pare la Panada ha origini veramente molto antiche. Si presume venne creata addirittura in epoca medievale. Quel che è certo, comunque, è che veramente tutti potevano gustarne il sapore delicato e deciso, riscaldandosi nelle stagioni più fredde grazie alla presenza del brodo caldo.
Come si prepara
Bisogna dire, a onor del vero, che sono molte le versione di questa ricetta tradizionale. In questo articolo vi voglio proporre la versione che si prepara nella provincia pavese. Come già detto gli ingredienti sono pochi e li troverete facilmente. Prepararla è inoltre molto semplice. Siete pronti? Ecco cosa ci occorre.
Ingredienti
• 3 panini
• 30 grammi di burro
• 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
• mezzo cucchiaino di estratto di carne
• 4 cucchiai di Grana Padano D.O.P.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.