Siamo abituati ad avere le nostre tradizioni, tavole imbandite, cenoni e pranzi infiniti con i parenti seguendo il detto “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”. Ma nel resto del mondo funziona così?
Ad esempio in Norvegia si celebra il 24 dicembre, in Germania il 6 e in Russia il 7 gennaio come prevede il calendario giuliano. Ogni paese aspetta un “babbo” diverso: chi San Nicola con le varianti, chi Santa Claus con la slitta trainata dalle renne, chi lo attende alla porta e chi davanti al camino, in alcuni casi arriva da solo e altre volte accompagnato da un’oscura presenza, anche in Italia c’è chi aspetta Babbo Natale e chi Santa Lucia.
Alcuni esempi di festeggiamenti
Iniziamo dalla Penisola Scandinava, patria indiscussa del Natale e da cui arriva il personaggio simbolo internazionale di queste festività, per poi passare a festeggiamenti più particolari:
Finlandia
La casa di babbo Natale si trova a Rovaniemi in Lapponia, ma è a Turku che s’inaugura il Natale, con la Dichiarazione Natalizia di Pace: una tradizione iniziata nel Medioevo che viene trasmessa in diretta tv e che sancisce l’effettivo inizio del periodo natalizio, mentre Joulipukki (Babbo Natale) in persona dà il via ai festeggiamenti, sfilando per le strade di Helsinki tra le ghirlande illuminate. In Finlandia le festività natalizie sono molto sentite, al punto che in finnico dicembre si dice joulukuu (ovvero mese kuu di Natale joulu). I finlandesi, come in molti paesi scandinavi, addobbano l’albero il 23 dicembre e festeggiano il Natale nel giorno della vigilia: il 24 è tradizione fare la sauna con tutta la famiglia e andare a trovare i propri defunti al cimitero, pranzare con i parenti e aspettare che Babbo Natale bussi alla porta, interroghi i bambini per sapere se sono stati buoni e distribuisca i regali.
Norvegia
In Norvegia, a bussare alla porta è il Julebukk, un paesano travestito con una maschera da capra e un mantello di pelliccia, in modo da rendersi irriconoscibile, che vaga di casa in casa intonando canti di Natale in cambio di dolcetti. Una tradizione pagana, ispirata al mito di Thor che secondo la leggenda viaggiava su un carro trainato da due capre. Nel folklore locale Babbo Natale veniva raffigurato a cavalcioni di una capra e nelle raffigurazioni più moderne erano delle simpatiche caprette a trainare la slitta di Babbo Natale al posto delle renne.
Svezia
In Svezia le celebrazioni natalizie iniziano il 13 dicembre con Santa Lucia, che si festeggia anche in alcune parti d’Italia tra cui Siracusa, di cui è la santa patrona. Durante le feste è tradizione che le primogenite svedesi si vestano da Lussebruden (sposa Lucia) con un lungo abito bianco cinto da una fusciacca rossa, indossando sul capo una coroncina di ramoscelli di mirtillo rosso intrecciati con delle candeline accese.
Gran Bretagna
Il bacio sotto il vischio, un rito esportato in tutto il mondo, è un must. Simbolo druidico di fertilità, divenne popolare nell’Inghilterra del 18esimo secolo e da allora è una tradizione molto sentita, proprio come il Christmas Pudding per il pranzo di Natale. La sera della vigilia, invece, si accende il tradizionale ceppo di Natale: dovrà durare il più a lungo possibile e una parte sarà conservata e usata per riaccendere il ceppo dell’anno seguente. Sempre la sera della vigilia i bambini, prima di andare a letto, appendono le calze al caminetto in attesa dei regali di “Father Christmas”. Per ringraziarlo, gli lasciano sul tavolo un bicchiere di latte e un dolce (il “mince pie”) e per la renna, invece, una carota.
Francia
Babbo Natale, o Père Noël, per i francesi non arriva su una slitta ma in groppa ad un asino. Famosissima, nel periodo natalizio, è la Festa delle Luci che si tiene a Lione e che, dall’8 dicembre, dà praticamente il via alle festività. La tradizione prosegue negli anni a partire dal 1852, ha un carattere ormai internazionale e ha coinvolto negli ultimi anni quasi tutti i quartieri della città e nomi illustri dell’illuminazione artistica.
Austria
Si tratta di Krampus: è un demonio che è stato sconfitto da San Nicola e che perciò è costretto a servirlo. Secondo la tradizione austriaca i bambini che si sono comportati bene ricevono i doni da San Nicola, mentre quelli che sono stati cattivi vengono messi in un sacco dal demone Krampus e vengono mangiati a fine giornata. Niente male come deterrente!
Caraibi
In Suriname arrivano due babbi Natale: uno bianco, San Nicola, ereditato dalla dominazione olandese, e uno nero, Goedoe Pa, che lascia ai bambini doni e poesie vicino alle scarpe, a patto che la sera prima le abbiano lucidate alla perfezione. In Martinica la pianta più simile a un abete da trasformare in un luccicante albero di Natale è il locale filao, ovvero la Casuarina equisetifolia, noto anche come pino australiano. In tutte le case di Puerto Rico durante le feste sentirete suonare a ripetizione Feliz Navidad di José Feliciano, una delle canzoni più famose del cantante portoricano che viene considerato un eroe pop nazionale.
Venezuela
Protagonista assoluto del Natale in Venezuela è il presepe. Le rappresentazioni della Natività sono una tradizione del Paese ed è comune vedere presepi viventi in ogni città, con tanto di benedizione del bambino in giro per le case del vicinato. Curiosa la tradizione del furto dell’immagine del Bambino Gesù e della sua ricerca nella quale si impegnano soprattutto i bambini. Una simpatica caccia al tesoro a tema sacro.
Giappone
Nonostante le persone di origine cristiana siano una netta minoranza, hanno preso in prestito alcune usanze tipiche della cultura occidentale come, per esempio, l’uso di luci e illuminazioni e addobbi natalizi (che però sono smontati subito dopo, il 25 dicembre). Sulle tavole del giorno di Natale protagonista è il pollo fritto. Mangiare pollo fritto a Natale è un’abitudine così diffusa che le prenotazioni nei posti dove viene servito sono diventate obbligatorie. Nel menu delle feste è presente anche il “Japanese Christmas Cake”, un pan di spagna decorato con alberi, fiori e una figura di Santa Claus, a base di fragole e panna montata.
Russia
In Russia si comincia a preparare il tavolo per la cena della vigilia dopo il tramonto: lo si ricopre di paglia o fieno, sul quale poi sarà sparso del grano. Sopra sarà messa la tovaglia, lasciando a ogni angolo uno spicchio di aglio che, secondo le credenze, protegge dalle malattie. In mezzo al tavolo, invece, si colloca la kut’ja, una sorta di porridge dolce a base di grano con l’aggiunta di semi di sesamo, miele e talvolta anche di nocciole. La tradizione vuole che a prendere il primo cucchiaio di kut’ja sia il capo famiglia che pronuncia le parole “Cristo è nato”, a cui gli altri commensali rispondono con la frase “Glorifichiamo!”.
Stati Uniti
Gli americani adorano addobbare l’esterno delle case con luci di ogni genere: tra i vicini di quartiere si creano delle vere e proprie competizioni per chi ha l’addobbo più bello. Nei giardini delle ville, poi, è facile trovare delle slitte di Babbo Natale con le renne, ovviamente decorate con le luci natalizie. Un’altra tradizione molto sentita sono i cori di Natale (Christmas Carol) fuori dalle case. Di solito sono organizzati da associazioni di quartiere anche se in realtà è una tradizione molto familiare: ogni famiglia ha i suoi Canti di Natale.
Africa
Nei Paesi di religione cristiana si frequentano le funzioni religiose e si decorano, anziché gli abeti come da noi, foglie di palma intrecciate. Nei Paesi di religione ortodossa, invece, il Natale si festeggia il 7 gennaio. Viste le alte temperature del periodo, è tradizione fare un bel tuffo al mare.Quali sono le tradizioni natalizie della tua famiglia? Come festeggerai il Natale in quest’anno particolare? Raccontacelo nei commenti.
Sognatrice e scrittrice , ho all’attivo 2 romanzi erotici, curatrice di alcune raccolte di racconti, gestisco il mio blog “www.slavepernatura.it” e collaboro con varie testate giornalistiche per la stesura di articoli su diverse tematiche anche di contenuti per siti, blog e varie come ghostwriter. Sono divulgatrice sulla cultura della sessualità alternativa.