C’era una volta uno Yellow Submarine…

Fonte foto: YoungDoo M. Carey

Era il lontano 1966 quando, agli Abbey Studios di Londra (e dove sennò?), venne registrata per la prima volta una canzone dei Beatles, intitolata “Yellow Submarine”, la quale uscì come singolo che anticipava il loro settimo album “Revolver”, messo in commercio nell’agosto dello stesso anno.

Una canzone un po’ particolare, diversa dai classici brani che la band ci aveva abituato ad ascoltare. Una canzone per bambini, con un sound semplice ed un testo semplice, che sembrava fatta apposta per i più piccoli e che ricordava tanto una filastrocca che ci cantavano per farci sorridere, esattamente quando eravamo bambini. Una canzone che parla di un uomo che va per mare, un Capitano, e di un Sottomarino Giallo, dove si vive bene insieme a tanti amici. Ma qual è la storia che c’è dietro questa canzone così particolare, e perché dopo 55 anni ancora ci ritroviamo a canticchiarla o a fischiettarla?

In the town where I was born

Lived a man who sailed to sea,

And he told us of his life,

In the land of submarines.

La storia della sua creazione, in realtà, è piuttosto semplice, Paul McCartney stesso ci racconta la sua genesi: una sera, sdraiato nel suo letto, proprio in quel fantastico momento che precede il sonno, quando il nostro cervello è libero di vagare per i lidi più disparati, la mente di Paul pensò che sarebbe stata una grande idea scrivere una canzone per bambini da inserire nell’album che stavano progettando. Appena pensò ai bambini gli vennero immediatamente in mente due immagini, che fuse insieme: il colore giallo, per l’allegria che dà alla gente, ed un sottomarino, un giocattolo, una cosa che ogni bambino conosce ed apprezza. Pensò anche che sarebbe stato bello farla cantare a Ringo Starr, quello che tra loro era, in assoluto, il più bravo con i bambini perché, in fondo in fondo, un po’ lo era rimasto.

Il giorno dopo propose l’idea a John Lennon che l’adorò sin da subito e gli diede una mano anche a scrivere parte del testo, quella che risulta più oscura ed indecifrabile, in pieno stile Lennon!

Full steam ahead, Mr. Boatswain, full steam ahead!

Full steam ahead it is, Sergeant!

Cut the cable! Drop the cable!

Aye-aye, sir, aye-aye!

Captain! Captain!

Inutile dire che, appena uscì, i fan di tutto il mondo andarono alla ricerca dei significati nascosti nel testo: le ipotesi più gettonate erano che la canzone fosse un inno all’LSD, provato dal fatto che fosse stata scritta proprio sotto l’effetto di questa droga (sembrerebbe anche che Yellow Submarine fosse il nome di un tipo di ecstasy molto in voga all’epoca), oppure che fosse una canzone contro la guerra, facendola diventare un simbolo politico da cantare a squarciagola durante tutte le manifestazioni, in particolar modo quelle contro la guerra nel Vietnam.

We all live in a yellow submarine,

yellow submarine, yellow submarine.

We all live in a yellow submarine,

yellow submarine, yellow submarine.

Ma è stato anche ipotizzato che questa canzone, proprio perché diversa dal resto della produzione della band, volesse richiamare l’attenzione sul loro status, come una sorta di richiesta d’aiuto di quattro ragazzi intrappolati nella spirale della popolarità (l’analogia con il sottomarino che sarebbe una sorta di prigione) e dalla quale non riuscirebbero ad uscire.

So we sailed on to the sun

‘Till we found a sea of green

And we lived beneath the waves

In our yellow submarine.

Lo stesso McCartney, però, ha voluto rassicurare tutti ammettendo che non c’è alcun tipo di sottotesto nella sua canzone; il suo intento era di creare un brano semplice, pensato per essere compreso dai bambini, come una sorta di favola. Un dato di fatto che conferma le intenzioni del musicista è che, all’epoca della stesura del brano, si parlava tantissimo del primo sottomarino atomico costruito completamente in Gran Bratagna, il Valiant, e questo, probabilmente, ha influenzato il subconscio di Paul McCartney a tal punto da fargli avere, quella notte tra sonno e veglia, il flash di un sottomarino giallo.

And our friends are all aboard,

Many more of them live next door

And the band begins to play…

La storia, come avevo preannunciato, è piuttosto semplice, ma è riuscita a dar vita ad una canzone simbolo degli anni ’60, del periodo della Summer of Love e di tutta una generazione che è cresciuta con le canzoni dei Beatles e che vedeva, nei quattro di Liverpool, i portatori dei loro sogni e delle loro speranze.

As we live a life of ease

Every one of us has all we need

Sky of blue and sea of green

In our yellow submarine!

Prima di chiudere, vorrei lasciarvi con cinque curiosità che forse non sapete sulla canzone, anche se siete dei fan sfegatati!

– Da questa canzone nacquero anche un film d’animazione, nel 1968, diretto da George Dunning che vede, come protagonisti, i Fab Four, ed una graphic novel, scritta e disegnata da Bill Morrison, per festeggiare il cinquantennale del brano.

– Per il testo, Paul e John chiesero l’aiuto anche di Donovan perché sentivano che il testo era incompleto. Fu così che il cantautore, dopo aver sentito il prototipo della canzone, scrisse la frase “Sky of blue, sea of green” che piacque tanto a Paul McCartney, il quale la inserì nel testo definitivo.

– Anche Ringo contribuì alla stesura definitiva del testo della canzone: a lui piacevano tanto i giochi di parole così, invece che la frase corretta “Everyone of us has all he needs” (ognuno di noi ha tutto ciò di cui ha bisogno) volle inserire “Everyone of us has all we need” (ognuno di noi ha tutto ciò di cui abbiamo bisogno) perché lo riteneva più d’impatto.

Yellow Submarine è diventata una sorta di canzone portafortuna di Ringo Starr, che la canta ogni volta che si esibisce con la sua “All Starr Band”.

– Anche la Disney ha voluto omaggiare il fabulous sottomarino giallo! Nel fumetto “Zio Paperone e la contesa Geotermica”, presente nel numero 2934 di Topolino, Zio Paperone e Paperino salgono dentro un sottomarino giallo per esplorare i fondali marini, dicendo: Paperino: “Ma questo coso è sicuro? Sembra uscito da un cartone animato!” Zio Paperone: “Da un set cinematografico, per l’esattezza! Ha tutti gli ingranaggi in regola, però!”