La band Before Bacon Burns, composta da Eleonora, Andrea, Davide e Stefano, è nata nel 2012 a Monza. Dal primo Ep BAN, del 2013, ma soprattutto con l’album La Musica Elettronica è il Futuro del 2016, hanno girato per i palchi della Lombardia, suonando in locali storici come il Rock ‘n Roll e il Legend Club di Milano, e durante festival importanti per la musica indipendente come Linoleum e Pending Lips. Nel 2017 hanno raggiunto le fasi finali del Brianza Rock Festival, vincendo la possibilità di suonare sul palco BRF agli I-Days di Monza nella stessa giornata in cui si sono esibiti i Radiohead e James Blake. In seguito, hanno suonato in apertura ad artisti come Giorgio Ciccarelli (Afterhours), Heymoonshaker e Diego Esposito. Tra il 2018 e il 2019 si sono concentrati sul loro secondo disco, Difetti, terminato nel maggio 2019 con la produzione artistica di Andrea Ravasio, e uscito il 3 aprile Sotto Neve, l’etichetta del produttore.
Abbiamo intervistato Eleonora, voce del gruppo.
Quali sono i temi di cui si parla nel nuovo album?
“Il titolo, Difetti, è il filo conduttore del disco. Si parla di introspezione, di dinamiche relazionali tra persone, di quello che abbiamo di sbagliato o viviamo con difficoltà nelle relazioni. Le difficoltà della nostra vita di ormai adulti: anche se affrontate con un sorriso c’è un retrogusto amaro nei nostri dischi. Siamo pessimisti ma ci piace così.”
Perchè Difetti?
“Volevamo inizialmente intitolare l’album Kintsugi (arte giapponese che consiste nel riparare oggetti in ceramica rotti con oro liquido, ndr) come il singolo, ma con una breve ricerca in internet ci siamo accorti che c’è un album dei Death Cab for Cutie con lo stesso titolo. Abbiamo quindi deciso per Difetti proprio perchè ci piaceva rispolverare questo aspetto di introspezione e valorizzazione di ciò che abbiamo dentro.”
Com’è il vostro processo creativo?
“Siamo abbastanza anarchici nella prima stesura: siamo tutti autodidatti e non musicisti professionisti. Iniziamo proponendo giri o riff che costruiamo insieme in sala prove. I testi scrivo io, a volte ho qualcosa di già scritto che adatto alla musica, a volte invece parto dalla musica e ci costruisco il testo.”
Hai qualche aneddoto su come sono nati i brani?
“Ho un aneddoto proprio sul brano Kintsugi. Stavo leggendo un libro che riportava le parole “istruiti nostro malgrado”. La frase mi è piaciuta particolarmente e ho deciso di inserirla nel testo della canzone.”
Come siete cambiati voi e la vostra musica dal disco precedente?
“Per la prima volta ci ha seguiti un produttore, Andrea Ravasio dell’etichetta Neve. In precedenza, aveva lavorato con noi solo come fonico, questa volta invece si è occupato anche del riarrangiamento. Ha sfoltito parti ridondanti di chitarra, ha snellito e reso il suono più attuale anche se sempre restando fedele al nostro genere.”
L’album è uscito il 3 aprile, in piena quarantena: chi tipo di esperienza è stata promuovere un disco senza suonare dal vivo?
“Ottima domanda! È stata una sfortuna perché in realtà abbiamo finito di registrare il disco ad aprile dello scorso anno. Abbiamo però pensato di prenderci il tempo dell’estate e dell’autunno per organizzare bene la release e fare uscire i singoli. Ci siamo fatti aiutare da Morgana dell’ufficio stampa Conza Press e da Emanuela Mereu che è una social media manager molto brava. Ovviamente però è un peccato non poter suonare dal vivo, anche perché ci dicono tutti che quando siamo su un palco trasmettiamo molto al pubblico”.
A proposito di tour, quali piani avete ora? Quando ricomincerete a suonare?
“Avevamo quattro date in programma, stiamo cercando di posticiparle. Una di queste avrebbe dovuto essere all’Ohibò di Milano, un circolo Arci molto carino che però ha chiuso, piegato dai mesi di lockdown. Credo che sposteranno la data in un altro locale, ma vedremo. Siamo nelle mani di chi organizza.”
Eterna indecisa e vagabonda, mi sono laureata in Lingue e poi in Economia, studiando tra Italia, Spagna e Francia. Ora divido le mie energie tra il lavoro in ambito export, Hermes Magazine e il mio blog The Worldwide Journal. Oltre a scrivere e organizzare compulsivamente viaggi e gite, leggo parecchio. Ho un debole per i soffitti affrescati, l’est del mondo e i cactus.