Marsala, scavi per le fognature svelano una eccezionale scoperta archeologica

Scoperta di eccezionale valore archeologico quella che è stata fatta nei giorni scorsi a Marsala nel cantiere per il nuovo impianto fognario.

Qualcuno lo aveva già anticipato, quando cominciarono i lavori nel novembre del 2020, che sotto via Alcide de Gasperi, a Marsala (Trapani) poteva nascondersi qualcosa di molto prezioso. Adesso è arrivata la conferma dalla Soprintendenza e dalla Regione.  

Gli scavi archeologici preventivi hanno portato alla luce straordinarie testimonianze di due camere ipogee inviolate contenenti il corredo funerario e resti di corpi inumati. A questi eccezionali ritrovamenti si aggiungono circa 50 tombe, collocate ad una minore profondità, riferibili con molta probabilità a una necropoli punica.

I ritrovamenti più significativi riguardano le due camere ipogee, rinvenute ad una profondità che va dai cinque agli otto metri rispetto al livello della strada. Il primo ipogeo, presumibilmente databile a una prima indagine intorno alla metà del IV secolo a.C., presenta due camere funerarie di forma quadrangolare di circa quattro metri quadri, in cui sono stati rinvenuti i resti di cinque corpi inumati, tre adulti e due bambini, con il relativo corredo funerario costituito da alcuni vasi e piccoli oggetti in metallo databili alla metà del IV secolo a.C. circa. Si tratta di un ipogeo con accesso a pozzo rettangolare delle dimensioni di m 0,66×2,04. 

Il secondo ipogeo, si presenta come una struttura articolata su più livelli in cui si possono riconoscere diverse fasi architettoniche e di utilizzo, che sembrano coprire un arco temporale di almeno sette secoli. Un primo grande ambiente di forma rettangolare di circa 35 mq sembra essere il risultato dell’ampliamento e dell’unione, effettuati in epoca romana (intorno al II secolo d.C.), di preesistenti sepolture puniche del IV-III secolo a.C. Questo secondo ipogeo presenta una serie di sepolture ricavate lungo le pareti: in particolare si sono rinvenute sei tombe a cassettone, otto loculi e otto nicchie quadrangolari. Due delle tombe a cassettone hanno conservato al loro interno resti di inumati, mentre le sei tombe a fossa rettangolare sono state scavate direttamente sul pavimento della camera funeraria. Il rinvenimento, al loro interno, di materiale ceramico e di lucerne figurate e con bolli, oltre che di diversi inumati, lascia pensare ad un utilizzo dal II al IV/V secolo d.C. con una prima fase di culto giudaico e una seconda cristiana. Nella parte più superficiale – ad una profondità che va da un minimo di 50 centimetri ad un massimo di m 3,40 rispetto al piano stradale – sono state, inoltre, ritrovate circa 50 tombe a pozzo e a fossa rettangolare di dimensioni medie di m 0,45×1,75 disposte con orientamento variabile N-S e E-O, che sembrano riferibili alla necropoli punica del IV-III secolo a.C..

“Quella di Marsala è una scoperta dall’altissimo valore archeologico – sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Aberto Samonà e ci regala l’occasione per ribadire quanto vasto e meraviglioso sia il patrimonio nascosto nel sottosuolo. L’attività di scavo preventivo, realizzata in tutta la Sicilia sotto la vigilanza delle Soprintendenze dei Beni culturali, ci ha consegnato negli ultimi mesi straordinari ritrovamenti, confermando quanto importante sia il controllo del territorio soprattutto nella fase di indagine che precede la realizzazione delle opere edili. Le scoperte di Marsala, sulle quali sono in corso i necessari approfondimenti, ci consegnano tasselli inediti di un territorio che ha ancora moltissimo da aggiungere alla ricostruzione della nostra storia. Al governo regionale che rappresento – dice ancora l’assessore Samonà – il compito di creare le condizioni perché questi ritrovamenti non siano il momento conclusivo di un’attività, ma rappresentino la prima pagina di un nuovo libro che valorizzi la storia e l’identità dei luoghi”.

La Soprintendente di Trapani, Mimma Fontana e l’archeologa Giuseppina Mamminaesti, intervistate, dicono: “Questi eccezionali ritrovamenti ci consegnano una parte inviolata dell’antica necropoli. Le due camere ipogee aggiungono materiale prezioso che sarà oggetto di approfondimenti e analisi e grazie al quale saremo in grado di conoscere meglio il tessuto storico della città di Marsala”.

Il passato bussa prepotente per raccontarci la vita: impariamo ad ascoltarlo, come un amico fedele.