Attraversato da 281 anni di storia ha silenziosamente assecondato le molte facce che nel corso degli anni si è trovato ad indossare. Il teatro Regio di Torino viene pensato durante il ‘700, periodo in cui si sta lavorando al restauro urbano di Piazza Castello.
In origine la progettazione del teatro viene affidata a Filippo Juvarra da Vittorio Amedeo II ma è sotto Carlo Emanuele III che Antonio Alfieri ne crea una nuova veste che viene inaugurata il 26 dicembre del 1740. La storia di questo luogo viene per consuetudine suddivisa in sette parti, una per ogni restauro significativo che ha subito, trattandosi del teatro di riferimento di Torino, in un periodo in cui la città stessa è punto nevralgico della storia italiana (prima sede della famiglia reale del Regno di Sardegna e poi capitale del Regno d’Italia), i restauri coincidono anche con nuovi assetti di gestione del teatro stesso.
Inizialmente, fra il 1740 e il 1790 nella sua veste regale, sottolineata dal fatto che la famiglia reale per accedervi non deve nemmeno uscire da palazzo, visto che il teatro ne è direttamente collegato grazie alla galleria del Beaumont (che oggi conserva l’Armeria reale e la prefettura). Il teatro diventa meta del Grand Tour e le stampe a esso dedicate e realizzate da G.A. Belmondo entrano a far parte dell’Encyclopèdie del 1772.
La stagione si apre di l 26 Dicembre per onorare l’anniversario si apertura e si chiude a fine carnevale e i cinque palchi che vi sono all’interno ospitano, oltre ad opere e concerti già noti, almeno 2 opere nuove create appositamente per il teatro. Fra i suoi artisti spiccano le prime donne a prendere parte all’opera, in veste di artiste e i castrati. Dopo cinque anni di chiusura, fra il 1798 al 1804, cambia nome e gestione per ben tre volte. Significativo per il prestigio del teatro è quando dal 1801 al 1803 la gestione passa a Giacomo Pregliasco. Si tratta di un breve periodo nel quale l’artista torinese, famoso per essere: architetto, decoratore, costruttore di macchine di scena e costumista. Regala al teatro il prestigio dei costumi famoso ancora oggi.
Tra il 1815 e il 1840 il teatro torna alla famiglia reale e sotto la direzione di Ernesto Melano e Pelagio Palagi prendono vita i restauri che danno al teatro un aspetto tutto neoclassico. Ed è in questa cornice scintillante che negli anni trenta il Regio ospita sul proprio palcoscenico gli artisti più illustri del balletto romantico. Questa veste ha vita breve e nel 1861, per mano di Angelo Moja le modifiche del Palagi vengono rimosse durante nuovi restauri.
A partire dal 1870 il teatro Regio diventa comunale e con Carlo Pedrotti il destino del teatro si fonde con quello dell’orchestra civica. Grazie a questo connubio si uniscono al repertorio teatrale anche Wagner e Massenet. Infine, dall’inserimento di Wagner nel repertorio dal 1895 per 4 anni il Regio ha l’onore di avere come direttore d’orchestra Arturo Toscanini. Durante i suoi anni al Regio Toscanini riequilibra l’assetto fra partiture musicali e il volersi imporre dei cantanti sull’orchestra. Ancora oggi l’attuale orchestra del teatro si basa sull’assetto formato da Toscanini: primi violini (14 elementi), secondi violini (13 elementi), viole (10 elementi), violoncelli (8 elementi), contrabbassi (5 elementi), ottavino (1 elemento), flauti (3 elementi), oboi (3 elementi), oboe a corno inglese (1 elemento), clarinetti (3 elementi), clarinetto basso (1 elemento), fagotti (2 elementi), controfagotto (1 elemento), corni (5 elementi), trombe (3 elementi), tromboni (3 elementi), basso tuba (1 elemento), timpani (1 elemento), percussioni (1 elemento), Arpa (1 elemento).
Ed è con questa formazione che nel 1896 si esegue la prima assoluta della Bohéme di Puccini. Sembra che nulla possa fermare il prestigio e la notorietà del teatro ma nella notte fra l’8 e il 9 febbraio 1936 un incendio lo distrugge completamente. L’incendio anche se accidentale divampa subito in modo violento e a poco serve l’intervento dei soldati del Genio Militare e dei vigili del fuoco. I cittadini si riversano in piazza attoniti e impotenti per guardare una parte importante del cuore della città estinguersi.
Ci vogliono 31 anni prima che i lavori prendano il via per dare vita al progetto dell’architetto Carlo Mollino e dell’ingegnere Marcello Zavelani Rossi. Le parole d’ordine per la ricostruzione sono: innovazione e memoria dell’antico prestigio. Motivo per il quale l’inaugurazione del nuovo teatro regio è datata 10 aprile 1973. Da questa data in poi il teatro Regio non solo torna in auge ma porta a casa un sacco di traguardi importati:
– Nel corso del 1973 viene dotato di un organo a canne a trasmissione meccanica progettato appositamente per il teatro;
– nel 1990 compie 250 anni e in questa occasione viene aggiunto il maestoso sipario bronzeo esterno realizzato da Umberto Matroianni e che si affaccia sui portici;
– nel 1996, in concomitanza con il centenario della prima della Bohéme viene effettuato un importante restauro acustico;
– il 1998 è l’anno in cui il nuovo teatro compie 25 anni.
Infine nel 2006 grazie alle Olimpiadi, il teatro Regio si trova ad essere al centro di una vasta produzioni di spettacoli che lo rendono nuovamente noto in modo significativo in tutto il mondo. Ed è nel mondo e verso il mondo che è proiettato: dal 2018 l’orchestra e gli artisti del teatro si sono trovati ad affrontare, oltre al repertorio stagionale teatrale, uno svariato numero di tournée, nelle maggiori capitali, grazie al suo direttore musicale Gianandrea Noseda.
Sempre grazie a questa sua spinta verso l’esterno ci è permesso di vedere il teatro in tutte le sue sfaccettature: sul sito è possibile accedere all’archivio storico, regolarmente i vestiti di scena sono stati prestati anche alle vetrine dei negozi del centro per essere ammirati. Si possono effettuare visite guidate adatte a tutte le età perché questo luogo incanta anche i più piccoli.
Lavoro come grafica-creativa, illustratrice e content editor freelance.
Sono diplomata in grafica pubblicitaria e parallelamente ho studiato disegno e copia dal vero con Loredana Romeo.
Dopo il diploma ho frequentato beni culturali presso l’università di lettere e filosofia e parallelamente seguivo un corso di formatura artistica, restauro scultoreo e creazione ortesi per il trucco di scena.
A seguire l’Accademia Albertina di Belle Arti con indirizzo in grafica d’arte (che mi ha permesso di approfondire: disegno, illustrazione, incisione, fumetto).
Sono sempre stata interessata e assorbita dal mondo dell’arte in tutte le sue forme e dopo la prima personale nel 1999-2000 non ho mai smesso di interessarmi alle realtà che mi circondavano.
Nel 2007 ero co-fondatrice e presidente dell’Associazione Arte e Cultura Culturale Metamorfosi di Torino e in seguito ho continuato e continuo a collaborare con vari artisti e ad esporre.
L’amore per l’arte in tutte le sue forme, il portare avanti le credenze e le tradizioni familiari hanno fuso insieme nella mia mente in modo indissolubile: filosofia, letteratura, esoterismo, immagine e musica.