Audrey Hepburn: la farfalla di ferro che non dimenticheremo mai

Era il 20 gennaio 1993 quando venne a mancare una delle icone mondiali di stile ed eleganza: Audrey Hepburn.

Eleganza e fragilità, forza e determinazione, modello da imitare per le donne di tutti i tempi, sia per il suo inconfondibile stile, che per il coraggio e la determinazione che la portarono ad essere “La farfalla di ferro”, così come la soprannominò Peter Bogdanovich.

Forgiata da un’infanzia difficile, visse durante il periodo nazista durante la Seconda Guerra mondiale, anni in cui fu costretta anche a cambiare nome, considerato pericoloso a causa del suono anglofono. Tra il divorzio dei genitori, l’abbandono del padre, la carestia e i problemi di malnutrizione che le causò seri problemi di salute, Audrey non rinunciò a portare avanti i suoi sogni, studiando danza e frequentando il Conservatorio.

La sua carriera di attrice iniziò con un documento educativo: L’olandese in 7 lezioni, del 1948, ed esplose con Vacanze Romane nel 1952. Da allora fu un escalation di film e ruoli importanti che la consacrarono a diva eterna, e lo sarà sempre. Ricordiamo Sabrina, Guerra e Pace, Cenerentola a Parigi, La storia di una Monaca, Come rubare un milione di dollari ed essere felici, Colazione da Tiffany e tanti altri.

Una donna moderna, pioniera dei tempi, osava abiti e acconciature che ancora nessuno aveva mai visto, ma restando fedele al suo stile parisian chic, che riscuoteva enorme successo soprattutto tra il pubblico femminile e che non abbandonava mai nemmeno tra le mura di casa. Era solita indossare infatti solo ballerine o mocassini e quelle che oggi chiamiamo mule

L’immagine di Audrey Hepburn che ci ha rubato il cuore è e sarà sempre quella di Holly Golightly, con il suo little black dress dell’amico Givenchy, mentre vaga per le strade di una New York semideserta, addentando distrattamente un croissant di fronte alla vetrina della gioielleria Tiffany.

Rivoluzione gentile, sensibilità, fermezza e giusta follia, tutto questo era Audrey Hepburn.

“Credo fermamente che il sorriso sia l’accessorio più bello che una donna possa indossare”.

Diceva Audrey, e ancora:

“L’eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai”.

Dovremmo ricordarci costantemente le sue parole e trasmetterle alle generazioni a venire, insieme allittle black dress, il pie crust collar e il cappello, che ancora oggi definiamo ”stile Audrey”.