L’ autrice
Natia di Vercelli, Cristiana Serangeli è una blogger, scrittrice e instapoet. La passione dello scrivere l’ha fin da giovanissima. Collabora anche con un giornale locale scrivendo articoli sportivi. Per anni ha contribuito anche alla stesura di articoli per importanti siti online calcistici. Si occupa di comunicazione, compone poesie e aforismi e proprio grazie a questi diventa in poco tempo popolare su Instagram, sua piattaforma di lancio. L’abbiamo intervistata a seguito dell’uscita “Storia di un cuore resiliente”.
Recensione
“Ti devo un tramonto” edito da Capponi Editore, è stato il suo primo lavoro a due mani e una penna. Un libro ricco, fin dalle prime pagine, di empatia e di riflessioni del personaggio maschile nel quale Cristiana ha deciso di “calarsi”. Il racconto si snoda tra la vita di Vittorio, il suo passato burrascoso e difficile, i suoi tatuaggi che agli occhi dei più superficiali rendono tutti più forti solo all’apparenza, nonna Sofia e Chiara.
“Ho paura di rompere il cuore di chi ho di fronte”
Un libro dove il tramonto, ovvero la fine, appare nascosta quasi sempre dietro l’angolo, dove il passato riaffiora prepotente, ma la forza del presente di Vittorio è sempre ben presente tra le parole, nonostante le mille fragilità che vengono ad accarezzarlo nei suoi pensieri più intimi alla notte. Pensieri che lo fanno tornare bambino, istanti che gli fanno male all’anima, dove riaffiorano paure e sentimenti contrastanti. Il padre, dipinto come un rettile cattivo, la madre come la vittima sacrificale di un amore che non era affatto amore ma possessione e gelosia. Vittorio racconta tutto questo, attraverso il suo vissuto emotivo, attraverso i suoi occhi.
“Aspetto da una vita, la vita”
Vittorio non dà per scontato la vita e neppure il viaggio, i sacrifici e le emozioni che ne fanno parte. Cerca la sua pace interiore, prova ad amare nonostante il dolore che si trova a ingolfargli il cuore. È un personaggio che cresce a ogni pagina anche se per forza di cose è già cresciuto.
“Bisogna saper aspettare, si diventa forti anche così praticando la pazienza.”
Oltre a non dare per scontato il suo mondo dentro, Vittorio tiene in grande considerazione anche la figura della donna, raccontandola con parole dolci e delicate. Non ha invece troppo pietà per il padre che viene descritto con una sofferenza che, a differenza di quello che si potrebbe intuire, non si trasforma però quasi mai in odio. L’ autrice è stata brava anche a fare questo passaggio. Il padre viene descritto sotto forma di un “mamba nero”, uno dei serpenti più velenosi che esistano sulla faccia della terra. Non vi voglio rivelare tutto, però sappiate che nel finale il libro assume ancora più significato perché viene ripresa una parte importante di un’opera lirica che ha segnato la storia d’Italia, e il cerchio si chiude, su una nuova alba di vita.
Grazie a Cristiana e a questo libro per non aver avuto paura di raccontare la fragilità di un uomo che si è rivelato migliore di molti altri, all’alba di un tramonto meraviglioso.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.