Questo è proprio il caso in cui si può dire che i lavori di restauro hanno riportato alla luce il dipinto di Mattia Preti. Infatti a seguito dei lavori effettuati dal laboratorio della Galleria Nazionale di Arte Antica, sul dipinto ad olio Cristo e la Cananea adesso è ora possibile ammirare il modo in cui Mattia Preti dona la vita ai suoi personaggi attraverso l’uso della luce.
Ma vediamo per sommi capi quale è stata la formazione artistica e quali sono i punti di forza di questo artista. Della vita antecedente al 1630 si sa poco di Mattia Preti, si sa però che è proprio questo l’anno in cui raggiunge il fratello Gregorio (anche lui pittore) a Roma ed inizia il suo decennio formativo in cui prende a modello: Caravaggio, Reni, Domenichino, Correggio e Veronese. Inizialmente si lascia influenzare molto dallo stile di Caravaggio ma presto sposta le sue attenzioni verso un classicismo molto più vicino allo stile pittorico di Domenichino. Il suo apice lo raggiunge tra il 1656 e il 1660, in quello che viene definito il suo periodo napoletano. In questi cinque anni Mattia Preti riesce ad esprimere al meglio l’uso della luce e a sfruttare la drammaticità barocca per imprimere forza e carica emotiva nei personaggi raffigurati.
Il dipinto è in mostra a Palazzo Barberini e in tempo di lockdown i curatori della mostra hanno deciso di creare un appuntamento fisso sui canali social del museo: il giovedì viene proposta la possibilità di ammirare La Cananea (Matteo 15,21-28 e Marco 7,24-30). Il momento scelto dal pittore è proprio quello dello scambio fra il Cristo e la donna di Canaan, lo si evince non solo dal fatto che i due si stanno guardando, ma anche dalla presenza del cane che iconograficamente rimanda al dialogo fra i due:
“[…]Non è giusto prendere il pane dei figli e buttarlo ai cagnolini.
È vero, Signore. Però, sotto la tavola, i cagnolini possono mangiare le briciole che cadono ai loro padroni. […] O donna, davvero la tua fede è grande! Accada come tu vuoi”
Nello specifico Cristo e la Cananea di Mattia Preti, commissionato dai principi Colonna, in queste sessioni di studio del giovedì viene messa in relazione all’Allegoria dei Cinque Sensi: si tratta di tele di grande formato realizzate dai fratelli Preti a quattro mani, in quello che inizia ad essere il periodo d’oro, a livello formale, di Mattia Preti.
Lavoro come grafica-creativa, illustratrice e content editor freelance.
Sono diplomata in grafica pubblicitaria e parallelamente ho studiato disegno e copia dal vero con Loredana Romeo.
Dopo il diploma ho frequentato beni culturali presso l’università di lettere e filosofia e parallelamente seguivo un corso di formatura artistica, restauro scultoreo e creazione ortesi per il trucco di scena.
A seguire l’Accademia Albertina di Belle Arti con indirizzo in grafica d’arte (che mi ha permesso di approfondire: disegno, illustrazione, incisione, fumetto).
Sono sempre stata interessata e assorbita dal mondo dell’arte in tutte le sue forme e dopo la prima personale nel 1999-2000 non ho mai smesso di interessarmi alle realtà che mi circondavano.
Nel 2007 ero co-fondatrice e presidente dell’Associazione Arte e Cultura Culturale Metamorfosi di Torino e in seguito ho continuato e continuo a collaborare con vari artisti e ad esporre.
L’amore per l’arte in tutte le sue forme, il portare avanti le credenze e le tradizioni familiari hanno fuso insieme nella mia mente in modo indissolubile: filosofia, letteratura, esoterismo, immagine e musica.