Fonte foto: expartibus.it
Dalle prime righe di questo romanzo mi ha catturato l’impronta del suo linguaggio semplice e lineare. Una scrittura pulita, essenziale, scorrevole che sembra disegnare le scene con pennellate precise, brevi ed efficaci. Descrive il principio di una saga con originale freschezza, rievocando una Creazione nuova, misericordiosa, del genere umano e conclude con delicatezza e passione: le avventure di Giada.
Giada è una bambina a cui è stato affidato un destino importante. Restituire la vita agli uomini. Dio la sceglie come riscatto di un popolo che egli vuole redimere. Perchè sia pronta, deve crescere e imparare a superare i suoi limiti, istruita dalla stirpe dei draghi che le faranno da grembo materno. Il romanzo affronta i temi della famiglia, della fratellanza, dell’accettazione del diverso e della speranza nel domani. Si legge d’un fiato, con avida curiosità. Si percepisce la tenerezza fra le emozioni di due fratelli che sono inseparabili, che si proteggono, che si spronano, che si completano pur appartenendo a due specie diverse. Sanno apprezzare gli insegnamenti, rispettano le regole, imitano e rinnovano gli esempi di cura reciproca ed educano i loro cuori alla mitezza, all’inclusione, al coraggio.
Giada ha sempre vissuto un’esistenza tranquilla nell’Altopiano dei draghi. Fa parte della grande famiglia dei draghi sputafuoco, ha quasi compiuto sedici anni ed il suo unico obiettivo è quello di superare la grande prova che le permetterà di acquisire il suo posto all’interno di una delle gerarchie dei tre villaggi dei draghi. Il suo aspetto è molto diverso rispetto a quello dei grandi abitanti dell’Altopiano, ma questo per lei non è mai stato un problema. Eppure, le cose sono destinate a cambiare quando Shaila, il Guardiano dei draghi, entrerà nella sua vita e le spiegherà in cosa consista il suo destino. Allora Giada scoprirà che i draghi sono solo uno dei cinque popoli che abitano la terra e che lei è stata creata per riportare alla luce la dinastia alla quale realmente appartiene, ossia quella degli esseri umani. Giada accetterà di rinunciare al calore della famiglia e alla quiete dell’Altopiano per abbracciare il destino che è stato scelto per lei?
Lasciamo che la lettura vi catturi, che i draghi vi insegnino il rispetto e l’amore incondizionato, le leggi dell’universo e la forza dei cuori generosi che vanno oltre i propri limiti.
Elisa Cavezzan, classe 1990, vive nel trevigiano con il marito Michele e i loro due gatti, Goku e Chichi. Nel 2009 si diploma come geometra, ma le sue innate passioni per gli animali e per la lettura, in particolar modo di romanzi fantasy e manga giapponesi, le hanno dato la giusta motivazione per dedicarsi alla scrittura di una propria saga. L’Altopiano dei draghi, il primo volume del ciclo “Le cronache di Giada”, è il suo romanzo d’esordio.
Mi rimetto in gioco sempre. Cerco ogni giorno il meglio da me e per me. Curiosa, leggo e scrivo per passione. Imparo dal confronto, dalle critiche costruttive e rinasco cercando di superare i miei limiti. È così che approdo a nuove mete dopo scelte di studio e lavoro completamente diverse, quali la contabilità e un impiego in amministrazione in un’azienda privata e mi dedico a ciò che avrei dovuto fare fin dall’inizio.