Salendo per Città Alta, nella parte superiore di Bergamo, in via Porta Dipinta sorge Palazzo Moroni, una struttura dalla facciata semplice e ben omologata nel contesto cittadino ma che all’interno cela ricchezze e bellezze uniche nel loro genere.
Palazzo Moroni fonde arte e storia al contesto naturale che circonda la struttura per un risultato unico e mozzafiato.
Fonte foto: Alessandra Brevi
La famiglia Moroni a Bergamo
Sin dal quattrocento i Moroni erano noti a Bergamo per la loro ricchezza derivata dalle capacità ingegneristiche e imprenditoriali di diversi membri della famiglia. Nel seicento iniziarono la coltivazione del gelso, pianta assai importante per la storia della provincia lombarda da sempre attiva nel comparto tessile.
Tramite il gelso infatti si potevano allevare bachi da seta dai quale trarre il filato. Lo stesso stemma di famiglia dei Moroni raffigura una pianta di gelso, in dialetto bergamasco detto murù, e non è chiaro se fu la famiglia a far derivare il dialettismo o la parola stessa a formare il cognome della casata.
Fonte foto: Alessandra Brevi
La famiglia ebbe una crescita costante che la portò ad avere numerose proprietà ed eredi in vita anche al giorno d’oggi.
Palazzo Moroni a Bergamo
Di origine seicentesca, palazzo Moroni è perfettamente conservato nella sua struttura originale ed entrando sembra quasi che il tempo si sia fermato. L’impatto iniziale è dato dallo scalone monumentale con pareti affrescate e preziosi lampadari.
Fonte foto: Alessandra Brevi
Non bisogna dimenticare che questo palazzo sorge in una zona collinare dove gli spazi sono spesso sacrificati: trovare questo ingresso così ampio e sfarzoso dà l’idea di quanto la famiglia potesse spendere per il lusso e il proprio benessere.
Entrati a palazzo, è possibile visitare le sale principali arredate tra il seicento e l’ottocento al lato delle quali scorre un piccolo balconcino affacciato al cortile del Nettuno (battezzato così per la statua presente al centro) e sui giardini pensili all’italiana.
Questi non rappresentano l’unica componente verde del palazzo: la proprietà si compone di un vero e proprio parco articolato lungo la collina con ortaglia, piante da frutto e gli immancabili gelsi. Qui si può sostare per godersi la quiete e il sole, sentire il canto degli uccellini e immergersi nella natura circondati dai colli bergamaschi.
Il Cavaliere in Rosa
Il palazzo conserva al suo interno numerose opere d’arte tra le quali spicca “Il Cavaliere in rosa” di Giovan Battista Moroni (omonimo ma non appartenente alla famiglia proprietaria del palazzo), probabilmente il capolavoro più importante conservato dalla Fondazione Museo di Palazzo Moroni.
Fonte foto: Alessandra Brevi
Nel ritratto è raffigurato Giovanni Gerolamo Grumelli, dipinto nel 1560 e viene considerato un esempio di estrema eleganza e raffinatezza del Moroni, affermatosi principalmente per le sue doti da ritrattista.
Questo dipinto ha fatto il giro del mondo e negli ulti anni è stato a New York e Londra in mostre dedicate all’artista. Il protagonista, il cavaliere, era un rampollo della più alta aristocrazia bergamasca e viene ritratto in posizione fiera, con uno sguardo deciso.
Dai dettagli finemente riportati traspare tutta la ricchezza del cavaliere, con abiti minuziosamente ricamati con filo d’argento e tessuti di prestigio. Nel 1560 il cavalier Grumelli aveva 24 anni.
Ci colpiscono l’eleganza ostentata e la scelta dell’abito che seguiva l’esuberante moda alla spagnola tipica della Bergamo del tempo. Il colore dell’abito ha probabilmente una valenza simbolica e araldica, infatti sappiamo che il Grumelli aveva scelto per sé l’impresa del corallo perché questo si indurisce e prende il suo colore rosa quando è fuori dall’acqua salata, ovvero quando è lontano dalle lacrime.
Nella stessa sala dove è conservato Il Cavaliere in Rosa si possono ammirare diversi altri dipinti del Moroni che raffigurano la famiglia.
Info e orari
Palazzo Moroni è aperto da mercoledì alla domenica, dalle 10:00 alle 18:00 con ultimo ingresso alle ore 17:00. I tesserati FAI hanno diritto all’entrata gratuita sempre previa prenotazione
Bergamasca, ma nomade per il nord d’Italia, classe 1989 e di professione navigo nel mondo del marketing e della comunicazione.
Mi contraddistinguo per la testa dura e la curiosità che mi portano ad interessarmi sempre a ciò che succede nel mondo. Amo l’arte in maniera viscerale, leggo sempre troppo poco per quanto vorrei, cucinare e camminare. Hermes mi da la possibilità di raccontarvi con le mie parole questi mondi e di portarvi a spasso con me.