Dislessia: i disturbi specifici dell’apprendimento

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La dislessia è uno dei disturbi dell’apprendimento (detti anche DSA), che sono disturbi del neuro sviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente che si manifestano con l’inizio del periodo scolastico.

I DSA si dividono in diverse categorie in base al tipo di difficoltà specifica che comportano, e sono: 

– Dislessia: disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo.

– Disortografia: disturbo specifico della scrittura che si manifesta con difficoltà nella competenza ortografica e nella competenza fonografica.

– Disgrafia: disturbo specifico della grafia che si manifesta con una difficoltà nell’abilità motoria della scrittura.

– Discalculia: disturbo specifico dell’abilità di numero e di calcolo che si manifesta con una difficoltà nel comprendere e operare con i numeri.

Esse dipendono dalle diverse modalità di funzionamento delle reti neuronali, che vengono coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo. Questi non sono causati da un deficit di intelligenza, o da problemi ambientali/psicologici e non sono nemmeno deficit sensoriali.

In Italia purtroppo la dislessia è ancora poco conosciuta e compresa, questo anche se si stima che ci sia almeno un alunno per classe con DSA.

Cose da sapere

Per chi non è dislessico leggere, scrivere e fare calcoli risulta una cosa semplice ed automatica, a tal punto che è difficile comprendere le difficoltà che riscontra invece un bambino, un ragazzo o un adulto dislessico. Per questo spesso questi ragazzi vengono purtroppo considerati svogliati e la loro intelligenza spiccata dà il via a valutazioni come la classica “è intelligente ma non si applica”.

I ragazzi con DSA non hanno problemi cognitivi legati alla comprensione, e al di là dello studio, sono intelligenti, vivaci, creativi e socievoli.

– Un ragazzo dislessico può leggere e scrivere, ma deve impiegare tutte le proprie energie.

– Si stanca presto, si distrae, commette errori e si sente costantemente in difficoltà.

– La dislessia non è una malattia e lo stesso vale anche per tutti i DSA. Per questo bisogna diffidare da chi afferma il contrario e da chi propone soluzioni, cure e rimedi di dubbia validità scientifica.

– Chi è dislessico vive la “critica” o la correzione come un giudizio in maniera ancora più forte rispetto agli altri.

– La dislessia non è contagiosa, non se ne soffre e non si combatte.

– Non bisogna etichettarli, non sono quelli che scrivono male, quelli che parlano male o quelli che non capiscono come gli altri.

Strategie e Strumenti compensativi

In molti casi le persone dislessiche sviluppano autonomamente delle strategie compensative in questi casi si parla in questi casi di “Autocompensazione”. Un passo però importante per una persona Dislessica è quello di imparare a conoscere sé stessa e i propri canali di apprendimento che più utilizza, così facendo potrà sfruttarli e valorizzarli nello studio. Le strategie usate non molteplici e di vario tipo, questo perché ogni persona è diversa da un’altra e non è quindi possibile avere un unico metodo o strategia.

“Uno studente Dislessico che usa gli strumenti compensativi è come un miope che utilizza gli occhiali.”

Questa frase viene usata per spigare a chi non capisce la natura dello strumento compensativo, che non è una facilitazione, in quanto non rende meno oneroso lo studio della materia. Non è un vantaggio, perché non pone chi lo utilizza in una situazione privilegiata agli altri, anzi li mette quasi allo stesso livello.

Come per gli occhiali a volte si cambia il modello o le lenti in quanto non più corrette, così anche con gli strumenti compensativi. Ovviamente non è sufficiente dare ad una persona con DSA uno strumento compensativo e basta, serve anche una strategia e una didattica adeguata.

La cosa più importante però, è che i DSA hanno solo bisogno d’essere capiti, accettati per quelli che sono, hanno bisogno di tempo per capire ed imparare con i giusti metodi e strumenti.


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