Porto Garibaldi: un mare che “vive”

Foto di Loris Gregori

 

C’è un luogo sulla costa Adriatica, che ho imparato a conoscere da lontano. Un posto che mi sono fatta raccontare dalle persone. Perché credo siano le persone a fare di un luogo “casa”. Quella stessa gente, che te lo racconta e ti fa vivere con gli occhi e le parole certe estati, le prime primavere, e certe notti sul mare. Perché è il mare che fa questo paesino, che sorge tra le spiagge dell’Adriatico, qualcosa di magico cosi come sono le persone nostrane, quelle che ti fanno mangiare bene e ti salutano alla mattina prima di andare a lavorare, che lo rendono vivo anche per chi non ci abita.

 

Gli abitanti di Porto Garibaldi in provincia di Ferrara, ci tengono a dire che si chiamano “Magnavaccanti”, infatti in queste righe vi parlerò delle gente del posto, che guarda e si meraviglia ancora per un tramonto sul mare ed è fiera del luogo in cui è cresciuta.

 

Porto Garibaldi nasce come Magnavacca, un comune di circa 5000 abitanti, nel Comacchiese. Fa parte dei sette lidi: Lido degli Estensi, Lido della Spina, Porto Garibaldi, Lido di Volano, Lido di Pomposa, Lido degli Scacchi. Una delle curiosità di questo posto è che una cartina storica del luogo è conservata nei Musei Vaticani. Inoltre, è importante ricordare i rioni storici delle frazioni: Barac, Magnavaca, Giapon, Marina. Pensate un po’ che il dialetto magnavacchese è una di quelle “parlate” più difficile da interpretare, comprendere ed imitare. 

Dovete sapere che questi rioni storici, di storia ne hanno da vendere. Ma il pezzo di terra chiamato singolarmente “Barac” nasce negli anni ’80 anche se la zona era già nota agli abitanti come Borgata Risorgimento. Altri sotengono che questo rione venisse denominato “Barac” anche a ricordo delle case costruite e ricostruite attorno alla vita che tonava a rinascere dopo il secondo dopoguerra.

 

Porto Garibaldi è un paesino balneare, che basa la sua economia sulla pesca ed il turismo, riempie le sue strade di turisti e di famiglie. Uno dei posti più importanti in questa zona è il porto, uno dei più grandi dell’Emilia Romagna. Da qui partono pescherecci e navi da trasporto.

 

Magnavacca è il più antico quartiere dell’attuale “Porto Garibaldi”. Il suo nome ha un origine latina, in epoca romana fu chiamato: “Magnum Vacum” che significa “Grande vuoto”, in epoca Medievale, invece, fu rinominato: in “Portum Majavache”. Solo nel 1919, gli è stato conferito il nome di “Porto Garibaldi”, in ricordo dello sbarco di Garibaldi e Anita il 3 Agosto del 1849. L’anno scorso è stato celebrato il centenario di questo evento. 

 

Chi ha vissuto in questa zona ricorda con molta tenerezza gli anni in cui si girava in bicicletta, facendo scherzi a destra e a manca, il mare d’inverno – che è uno dei privilegi di chi viva sulle coste-, gli incontri sul muretto del lungomare dove le sigarette si scroccavano di nascosto. Le giostre in estate davanti al vecchio bagno Piccadilly, che poi dopo si andava a ballare al JeJ mentre i più piccoli facevano un giro in paese e poi veloci a casa. Il rumore del faro (detto il “cuc”) nelle sere con la nebbia, l’umidità nell’aria che ti si arricciavano tutti i capelli, l’odore di salsedine ed il rumore delle onde, che si c’è ovunque dove c’è mare, ma quando te lo raccontano mentre ti guardano con gli occhi che luccicano è tutta un’altra, bellissima storia. Una storia che anche i fenicoterri rosa poggiati sugli scogli, da qualche tempo hanno voglia di raccontare.