Immuni: cos’è e come funziona l’app per il tracciamento del contagio da Covid

Da pochi giorni siamo entrari in una nuova fase, la terza, dall’inizio della pandemia da Coronavirus in Italia. Abbiamo imparato a ragionare per fasi, abbiamo assimilato nuove regole e fatto nostre piccole abitudini che fino a pochi mesi fa ci sembravano appartenere a mondi lontani. Dal 3 giugno l’Italia è svincolata da limiti e divieti, ma resta raccomandabile l’uso del buon senso, il mantenimento della distanza sociale di 1 metro e l’utilizzo delle mascherine dove non è possibile rispettarla. Una novità di questa fase è l’arrivo dell’app Immuni, dal 1° giugno saricabile su molti smartphone, che promette di aiutare i cittadini e il sistema sanitario nel tracciamento della diffusione del contagio da coronavirus.

 

 

Il contact tracing è il sistema alla base del funzionamento dell’app e, detto in poche parole, permette di allertare l’utente qualora fosse entrato in contatto con persona affetta da Covid-19. Vien da se che più persone scaricheranno l’app, maggiore promette di essere l’efficacia del sistema. Il tema del download di Immuni e della tutela della privacy è stato al centro delle polemiche in questi primi giorni: il primo perché l’app non è supportata dalla totalità degli smartphone e la seconda per la paura di diffusione di dati sensibili. Sciolti i dubbi sulla compatibilità e garantito il rispetto della privacy attraverso un provvedimento del 1° giugno 2020 da parte del Garante della Privacy, l’app ha registrato più di 500 mila download nelle prime 24 ore. Alla sezione F.A.Q. del sito ufficiale di immuni i cittadini potranno comunque trovare ulteriori approfondimenti.

 

Come funziona l’app Immuni?

 

Una volta scaricata sul proprio smartphone, l’app utilizzerà la tecnologia bluetooth per rilevare tra i propri contattim chi ha Immuni. Non è richiesta nessuna registrazione con dati personali: è necessario avere più di 14 anni, indicare la propria età e la provincia di domicilio.

Vien da sè che per il corretto funzionamento del sistema è necessario concedere all’applicazione tutte le autorizzazioni richieste e attivare il bluetooth. Il sistema di notifiche di contatto è stato sviluppato da Apple e Google ed è compatibile con i sistemi IOS e Android.

 

I dati personali sono protetti da algoritmi crittografati e temporanei denominati “chiave” (TEK, temporary exposure key). Queste ogni dieci minuti genereranno un identificativo di prossimita (RPI, rolling proximity identifier). Le chiavi memorizzeranno le nostre posizioni e sapranno allertare persone con cui siamo entrati in contatto e viceversa.

Semplificando, se un soggetto positivo al Covid con l’app installata acconsente a rendere disponibili l’elenco delle sue TEK, il sistema sarà in grado di tracciare i suoi ultimi 14 giorni e allertare gli utenti (con l’app installata) che sono entrati in contatto con lui.
Questo sistema, oltre che avere l’obiettivo di abbassare il rischio contagio, dovrebbe fornire dati essenziali ai sistemi sanitari in merito alla diffusione del virus e l’indice di rischio di contagio.

 

Immuni: qualche informazione in più sulla nuova app

 

L’utilizzo dell’applicazione non è obbligatorio e non è stata ancora fatta nessuna campagna da parte del governo per incitare il suo utilizzo. Il boom di download delle prime ore è dovuto sicuramente ad un misto di curiosità e senso civico, ma l’ostacolo dell’incopatibiltà tecnologica rende questo applicativo sicuramente imperfetto.

Non si sono fatte attendere nemmeno le prime polemiche verso Immuni. Il logo è stato oggetto di severe critiche, giudicato sessista poiché raffigura una donna che culla il bambino mentre l’uomo lavora al computer. Ora è sicuramente presto per giudicare e tirare le somme di questo sistema, solo il tempo saprà dirci se ha funzionato ed è stato utile.