A Rosta, nella bassa valle di Susa, si trova un piccolo ristorante che, nonostante affacci sul Musinè invece che sul Monte Fuji, offre l’opportunità di gustare la tipica cucina giapponese: il Petit Restaurant Japonais.
Ciò che rende speciale questo posto sono i due proprietari, Naomi e Simone, la loro storia sembra essere stata scritta direttamente da Mamoru Hosoda.
Fonte foto: LePetitRestaurantJaponais.com
Così nasce Le Petit Restaurant Japonaise:
Simone decide di andare in Giappone per imparare a conoscerne la cultura e la cucina. In sostanza, ha idea di quando partire ma non bene di quando farà ritorno. Mentre è a Tokio, una sera come altre si mette in coda per comprare una pizza. Quella sera, ad essere lì per il medesimo motivo, c’è anche Naomi. Fra loro nasce subito un feeling speciale, sanno di essere in sintonia, ma ricordate? La loro storia sembra scritta da Hosoda, e così Simone, dopo essere stato a lungo in Giappone, torna in Italia da solo.
Quando decide di aprire il ristorante, è spinto dalla voglia di portare un po’ di quella cultura, che ormai è parte di lui, nei cuori e sul piatto di chi sceglierà di fermarsi per un pasto. Al suo fianco però vuole un vero cuoco giapponese: indovinate chi è a rispondere all’offerta di lavoro scritta da Simone? Proprio Naomi, a ben 10 anni di distanza da quella sera a Tokio.
Anche se non si conosce tutta la storia, la cosa che si percepisce subito, appena si entra nel locale, è proprio tutto questo amore. Lo si vede nei dettagli, in tutte le piccole cose, e nel modo in cui Simone accoglie e si prende cura di tutti i commensali, nessuno escluso; è nella cura dei piatti e nell’inaspettata apparizione di Naomi che, ogni tanto, esce dalla cucina per sapere se, quel che ha preparato, piace.
Fonte foto: LePetitRestaurantJaponais.com
Quando si entra in questo piccolo ristorante si trova scritto su una parete che “cucinare per qualcuno vuol dire… incaricarsi della sua felicità” ed è proprio ciò che viene fatto: ecco perché piace tornare qui.
Aoshima o Miyazaki?
La cucina è davvero Giapponese e Naomi non ci sta a cucinare solo sushi e sashimi perché non sono questi i piatti tipici. Non c’è da preoccuparsi però, al primo cucchiaio della sua zuppa di miso non ricorderete più nemmeno la forma del sushi!
I due menù fra i quali si può solitamente scegliere sono il menù di Aoshima e il menù di Miyazaki, ma fanno spesso serate a tema, ecco perché vi consiglio di tenervi aggiornati tramite Facebook, Instagram o il loro sito.
I prodotti sono tutti di prima scelta e, ad eccezione di quegli ingredienti che non possono che arrivare dal Giappone, tutto il resto viene scelto facendo attenzione alla provenienza ma anche all’impatto ambientale ed alla tipologia di allevamento a filiera corta.
Lavoro come grafica-creativa, illustratrice e content editor freelance.
Sono diplomata in grafica pubblicitaria e parallelamente ho studiato disegno e copia dal vero con Loredana Romeo.
Dopo il diploma ho frequentato beni culturali presso l’università di lettere e filosofia e parallelamente seguivo un corso di formatura artistica, restauro scultoreo e creazione ortesi per il trucco di scena.
A seguire l’Accademia Albertina di Belle Arti con indirizzo in grafica d’arte (che mi ha permesso di approfondire: disegno, illustrazione, incisione, fumetto).
Sono sempre stata interessata e assorbita dal mondo dell’arte in tutte le sue forme e dopo la prima personale nel 1999-2000 non ho mai smesso di interessarmi alle realtà che mi circondavano.
Nel 2007 ero co-fondatrice e presidente dell’Associazione Arte e Cultura Culturale Metamorfosi di Torino e in seguito ho continuato e continuo a collaborare con vari artisti e ad esporre.
L’amore per l’arte in tutte le sue forme, il portare avanti le credenze e le tradizioni familiari hanno fuso insieme nella mia mente in modo indissolubile: filosofia, letteratura, esoterismo, immagine e musica.