Fonte immagine copertina: WikiMetal
“Hope is Gone” ovvero “La speranza se n’è andata“. È il titolo dell’ultimo album degli Slipknot ed anche per Joey Jordison nel quale si può avere il piacere e l’onore di ascoltarlo per l’ultima volta.
Ora, dopo una lunga malattia, tutte le speranze si sono frantumate sul rullo di quella batteria. Quella che Jordison non è riuscito piu a suonare. Andate si, come le sue gambe a soli 46 anni. Morto nel sonno. Ma per lui è stato un lento e duro declino. Fu nel 2013 e proprio alla fine di un concerto che Joey si rese conto di non poter più usare le gambe. “Ho perso le gambe“. Lo gridò alla band e ai fans. In molti pensarono a qualcosa di temporaneo dovuto forse all’abuso smisurato di alcune sostanze ma in quelle parole non c’era droga ma solo la mera disperazione di chi sa cosa sente il suo corpo.
Si trattava di mielite trasversa, un decorso genetico della sclerosi multipla. Una malattia che progressivamente ha compromesso il sistema nervoso e motorio del batterista. Jordison era tra i fondatori della band composta da nove uomini mascherati. Un’impronta unica, la sua, con un drumming a razzo, una tecnica super, violenta, cattiva, ma mai banale.
Chi sono gli SlipKnot?
Gli Slipknot che signfica “cappio” in inglese hanno raccolto l’eredità di band come Slayer, Pantera e Sepultura, assembrando le varie influenze e creando un genere nuovo ed innovativo, sicuramente più estremo, più esplosivo, conquistando milioni di fan e cuori in tutto il mondo e diventando la più grande band metal e spietata di questi anni.
I loro concerti non erano solo quello, erano veri e propri show. Difficile pensare a un altro gruppo in grado di mettere in scena uno spettacolo così impattante, quasi catartico pur nella sua potente “violenza” sonora e visiva
Stare nel gruppo, farne parte, è sempre stata per tutti una prova ai limiti della sopportazione fisica: lo dicono le fratture multiple riportate dai ragazzi nel corso dei tour e documentate nello speciale della BBC “Slipknot Unmasked”.
Jordison è il secondo membro della band ad andarsene troppo preso, dopo Paul Grey, il bassista storico (morto di overdose).
Forse il metal è una musica arrabbiata, ma la batteria scandisce anche il ritmo del cuore e sicuramente Joey continuerà a battere il suo drumming, in chiunque abbia avuto l’onore e la capacità di saperlo ascoltare.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.