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Guy de Maupassant: un rapper di fine ‘800

Il 5 agosto del 1850 nasceva Guy de Maupassant, l’autore francese con il suo lavoro ha segnato la letteratura diventando il padre del racconto moderno.

Grazie a lui, infatti, si è passato dal raccontare una storia per raggiungere un fine etico e morale al raccontare una storia per il semplice voler rappresentare la realtà, nuda e cruda com’è. Nei suoi racconti i protagonisti non sono eroi, né uomini e donne degni di essere ricordati ma sono prostitute, ipocriti borghesi, uomini e donne che affrontano la vita da soli. Eppure nei suoi romanzi sarà impossibile non captare il suo punto di vista, che si traduce nella presenza constante della morte come impulso a godersi la vita al massimo. Ecco perché in occasione dell’anniversario della sua nascita vogliamo calare Guy de Maupassant al presente e presentarvelo come il rapper del suo tempo, colui che ha ci ha raccontato la durezza della vita e l’importanza di viverla al massimo. Nel suo romanzo Bel-Ami egli diceva: “Respirare, dormire, bere, mangiare, lavorare, sognare, tutto ciò che facciamo è morire. Vivere, insomma, è morire”. Dite la verità, come tatuaggio non sarebbe niente male.

Guy de Maupassant: vita e opere

Guy de Maupassant nasce da una famiglia della piccola nobiltà in Normandia il 5 agosto del 1850. Grazie a sua madre conosce l’uomo che lo avvicinerà alla letteratura: Gustave Flaubert. Fu quest’ultimo a cogliere la bravura letteraria di Maupassant e a prenderlo sotto la sua ala protettrice nel 1875, un po’ come il Dr. Dre della situazione. Maupassant è a Parigi ed è impiegato al Ministero dell’Istruzione ma inizia anche a scrivere, grazie a Flaubert, per alcuni giornali molto noti come Le Figaro e L’Echo de Paris. Sono questi gli anni in cui Maupassant forma il suo stile.

Cinque anni dopo esce il suo primo importante racconto “Palla di Sego”, considerato ancora oggi uno dei suoi capolavori. La storia racconta di una prostituta sullo sfondo della guerra di Prussia, che l’autore ha vissuto in prima linea come soldato volontario. In questo racconto si vede tutta la potenza dello stile di Maupassant. Con la sua scrittura diretta e senza fronzoli egli riesce non solo a cogliere in maniera lucida e distaccata la realtà dei fatti ma mette anche a nudo i limiti dell’uomo mostrando le sue illusioni ed ipocrisie.

Dal 1880 Guy de Maupassant non smetterà più di scrivere. Tra il 1880 e il 1890 pubblica 300 racconti, sei romanzi, continua a scrivere articoli di cronaca e scrive anche un libro di poesie, opere teatrali, saggi e racconti di viaggio.

Nel mentre non smette di vivere la sua vita frenetica fatta di salotti parigini, serate folli, viaggi (anche in Italia) e donne a cui alterna momenti di meditazione e solitudine. In pratica oscilla tra la mondanità e la necessità di starsene da solo. Conosce i personaggi più importanti del suo tempo come Émile Zola, Alexandre Dumas figlio e si dichiara oppositore della Tour Eiffel, firmando persino la petizione per fermare la sua costruzione. Insomma non solo uno scrittore ma un vero e proprio personaggio del suo tempo.

Purtroppo però, come tutte le stelle che brillano così forte, in poco tempo Maupassant si brucia. Nel 1891 la sua malattia venerea ereditaria, la neurosifilide, inizia a mettere a dura prova lo stato fisico dello scrittore e a questi problemi fisici si aggiungono anche i problemi psichici.

Guy de Maupassant muore il 6 luglio del 1893 dopo un anno e mezzo di totale incoscienza.

Lo stile…“rap”

Guy de Maupassant ci stupisce perché ha saputo trovare la sua voce e raccontare le cose a modo suo. Impossibile negare l’influenza del naturalismo di Gustave Flaubert, ma è anche impossibile negare il suo stile del tutto originale. Nei suoi racconti per la prima volta viene narrata la vita di tutti i giorni, raccontata da chi non vuole consegnare insegnamenti, né trovare un senso al racconto. Il suo obiettivo è stato quello di fotografare il suo tempo in maniera disincantata, lucida. Tuttavia nel farlo è impossibile non far uscire il suo punto di vista critico nei confronti della società, che egli considera ipocrita e crudele. Esemplare è il protagonista del romanzo Bel-Ami, un arrampicatore sociale mediocre, che riesce nel suo intento sfruttando cinicamente le sue amicizie e le relazioni amorose. Vita amara e dura, dunque, che egli racconta in nel suo freestyle e dissando anche i salotti che frequentava. Dall’altra parte però non può fare a meno di svelare il suo rimedio: la natura e la consapevolezza della morte. È guardando a questi elementi che invece si percepisce la bellezza della vita e che egli prova quella voglia carnale ed istintiva di viverla a pieno, seguendo le proprie regole e ignorando quelle imposte da una società banale ed incoerente.