Verde, il colore della felicità

Fonte foto: Arturo Store

Verde, il colore della felicità! Esclamazione che incuriosisce. E allora approfondiamo cercando nell’articolo di seminare proprio la felicità.

Nelle varie sfumature la tinta trasmette di per sé un senso di relax perché viene associata alle immagini delle distese dei prati, su per le colline o in pianura. Di rimando il nostro cervello collega la visione a un odore: quello dell’erba. La terra bagnata o l’erba appena tagliata, rilascia effluvi delicati che hanno un effetto rilassante sul nostro sistema nervoso.

Ma non è tutto. Quando ci troviamo in mezzo alla natura è la mescolanza di profumi, suoni e sensazioni tattili evocate da piante e fiori a darci gioia.

Il fruscio del vento che filtra i rumori, il colore verde che riduce il livello di agitazione e l’odore della terra – che ha un nome scientifico: geosmina, essenzialmente prodotto dall’attività dei batteri – sono dei calmanti naturali.

Averlo riscoperto ha spinto sempre più persone a votarsi al giardinaggio.

Il giardinaggio che fa bene

Studi recenti hanno dimostrato che coltivare “qualsiasi cosa” migliora l’umore e l’autostima, allevia depressione e ansia. Il British Journal of Psychiatry, parla seriamente di ortoterapia. Il giardinaggio guadagna punti nella comunità scientifica.

Dunque il contatto con la natura ha effetti positivi sia sul nostro corpo che sulla nostra mente. Non a caso, l’ortoterapia è sempre più utilizzata nella cura di alcune patologie o stati emotivi, in particolare lo stress, ovviamente come supporto ad altri tipi di trattamenti.

Una lunga seduta in giardino può lasciare sfiniti nel fisico ma stranamente rigenerati dentro, purificati e carichi di nuove energie e con qualcosa di molto simile alla felicità.

L’hanno ormai capito anche diverse strutture e associazioni che si occupano di malati, tant’è che l’ortoterapia e i giardini terapeutici sono sempre più diffusi in tutto il mondo per sostenere diversi tipi di pazienti, quelli affetti da Alzheimer ma anche depressione, autismo o sindrome di Down.

Troviamo giardini di questo tipo, più o meno grandi e strutturati, in molti ospedali, hospice, case di riposo per anziani e istituti di vario genere.

Lo dice la scienza

Come ha spiegato Maria Cristina Cesana, docente di ortoterapia presso la Scuola Agraria del Parco di Monza:

“Il verde offre stimoli attivi e partecipativi e distrae il paziente dallo stato di sofferenza e di stress in cui si trova. Naturalmente non si tratta di una vera e propria cura, ma di un aiuto a recuperare un contatto con se stessi, con gli altri e con il mondo.”

 

“I benefici possono essere di vario tipo: fisici, perché stare nella natura migliora le capacità motorie, respiratorie e cardiovascolari; intellettuali, perché la cura di questi spazi consente di acquisire nuove competenze, abilità e conoscenze; di tipo emotivo, sviluppando l’autostima e un maggiore autocontrollo su stati depressivi o aggressivi. Infine possono essere sociali, perché il giardino migliora la comunicazione fra i diversi soggetti presenti nello spazio terapeutico.”