Ginevra Van Deflor è una scrittrice con esperienza: da anni si cimenta in racconti e favole, recensisce film e spettacoli e dà il suo contributo intellettuale su vari siti online che si occupano di cultura. LUprocesso è il suo primo libro per bambini.
L’intervista
È la prima volta che ti cimenti con la scrittura per bambini? Quali sono le difficoltà che hai riscontrato con questo particolare stile narrativo?
“LUProcesso è un insieme di prime volte: la prima volta che pubblico un libro per bambini, così come la prima volta in assoluto in cui mi aggiudico un premio letterario – il prestigioso Trofeo Baia delle Favole, vinto al Premio Andersen ’22 per il testo di questo stesso racconto, ora illustrato dal bravissimo Giorgio Sommacal. Però non è la prima volta che invento storie per bambini, anzi. Direi che la mia passione per l’immaginare storie – che precede la passione per scriverle – nasce proprio con le storie per bambini, che inventavo per la gioia di mio fratello nei lunghi viaggi in auto durante le vacanze. E che poi ho ripreso ad inventare per i miei figli. Da lì, vedendo i loro occhioni allargarsi quando raccontavo e il loro desiderio di sentirne e risentirne sempre di più, mi son detta che magari era il caso di provare a scriverle e condividerle con altri bimbi.
Trovo estremamente stimolante a livello creativo la scrittura per l’infanzia, uno degli altri motivi per cui la amo molto. L’unica, eventuale, difficoltà che mi viene in mente è il riuscire a mantenere un linguaggio sufficientemente semplice senza correre il rischio – in cui, a mio parere, molti incappano – di banalizzarlo troppo.”
Come nasce l’idea che ha dato vita a LUProcesso?
“Ho notato che il Lupo era protagonista di moltissime fiabe e favole, e la cosa mi ha incuriosito. Ho fatto qualche ricerca e ho trovato che in effetti è forse il personaggio più spesso citato in questi generi letterari e, manco a dirlo, quasi esclusivamente nella parte del “Cattivo”. Il resto è venuto da sé: mi sono immedesimata nel “Lupo” e ho pensato a quale potrebbe essere la sua reazione al fatto di venire costantemente descritto così dagli “autori”. A quale potrebbe essere la sua “versione” della storia. E mi è venuto in mente che sarebbe stato piuttosto scocciato di essere “usato” dagli scrittori per fare sempre il protagonista negativo delle loro storie, e potrebbe avere delle rimostranze nei loro confronti. Da lì l’idea del processo, degli Autori che ne diventano gli imputati, dei testimoni come Cappuccetto Rosso, i Tre Porcellini, ecc. che raccontano una versione alternativa della storia. E del Lupo che non si capisce bene se è davvero una povera vittima, bistrattata dagli scrittori, influenzati dallo stereotipo che lo dipinge come malvagio – che hanno peraltro loro stessi contribuito a creare. Oppure è un gran furbone, che cerca di girare la frittata e fingersi buono, quando in realtà era stato ben descritto dagli Autori come il malvagio della situazione. Al giudice, cioè i lettori, l’ardua sentenza.”
Sebbene sia una storia per ragazzi, le tematiche affrontate hanno valore universale. Si tratta di temi a te particolarmente cari?
“Diciamo che il modo in cui ti vedono e possono descriverti gli altri e l’idea che, a seconda di chi la racconta, una storia (a volte anche LA storia) cambi, sono sicuramente argomenti che mi interessano. E che ritengo sia importante affrontare fin da piccoli, per favorire la capacità di valutare gli altri punti di vista e anche per evitare di cadere nel tranello del “se lo dicon tutti”, rinunciando non solo ad avere una propria opinione, ma addirittura a provare a farsela. Abitudine purtroppo sempre più frequente, in un mondo in cui basta che un post sia molto likato (o seguito, a seconda del social media), che tutti lo prendono per buono, spesso senza neanche soffermarsi a leggerlo per intero. In più le realtà multisfaccettate, che offrono diverse possibili interpretazioni mi sono sempre piaciute.”
Dall’idea al libro: raccontaci il processo editoriale che c’è dietro la pubblicazione. Hai trovato subito il tuo editore?
“Il mio racconto partiva con una marcia in più rispetto ad altri: avere vinto il Trofeo Baia delle Favole era un buon biglietto da visita con cui bussare alle porte delle case editrici. Allo stesso tempo, l’originalità che era tra le motivazioni del premio è stata in qualche modo un freno per parecchi editori, anche grossi, che pur apprezzando la storia, non riuscivano a farla rientrare nelle categorie – spesso francamente un po’ strette – dei loro cataloghi. Il che è un po’ un aspetto che caratterizza la mia intera esistenza: io OOOODIO (immaginatelo pronunciato da Puffo Brontolone) le categorie ed essere inserita in una casella specifica. Anche se comprendo che, in termini di marketing, possa sembrare avere un senso, sono piuttosto convinta che spingere sull’omologazione non sia mai una strategia vincente, soprattutto a lungo termine. Quindi ci sono stati una serie di contatti e di discorsi cominciati e non portati a termine, fintanto che non ho incontrato Gabriella De Paoli e Andrea Desi di Edizioni Astragalo, la mia casa editrice. E devo dire che mi sono sentita subito a mio agio, capita e soprattutto sostenuta, che è importantissimo per un emergente come me. Loro, pur essendo una realtà non grande, lavorano con estrema professionalità e molto entusiasmo, elemento essenziale in ogni aspetto della vita, anche lavorativa. Dopo quest’incontro tutto è filato liscio – e veloce: hanno trovato il connubio perfetto per le illustrazioni, il bravissimo Giorgio Sommacal, che nella sua lunga e grande carriera artistica ha per molto tempo disegnato gli albi di Lupo Alberto e Cattivik (capisci bene che non poteva esserci nessuno meglio di lui per interpretare il Lupo che avevo in testa!). Hanno lavorato per poter presentare il libro al Salone del Libro scorso, con un evento esaurito poco tempo dopo l’apertura delle prenotazioni, e con una risposta del pubblico, anche a livello di vendite, francamente superiore alle nostre più rosee aspettative. E continuano a darmi attivamente una mano per la promozione, perché alla fine non basta pubblicare un libro, bisogna continuare a crederci per farlo conoscere.”
Hai in programma delle presentazioni?
“Tutte quelle possibili, anzi colgo l’occasione per dire a chiunque legga e gestisca spazi dove si fanno questo genere di incontri di non esitare a contattarmi (direttamente o via casa editrice) per propormene. Adoro incontrare i bambini e vedere, come raccontavo prima succedeva coi miei figli, i loro occhi ingrandirsi mentre ascoltano la storia, Quest’estate, nello specifico, parteciperà al VAL di VARA BOOK FESTIVAL, in provincia di La Spezia, a FIABE A COLORI, a San Bartolomeo al MARE, in provincia di Imperia, e al FANTASYBARD, in provincia di Aosta. Ma altre presentazioni si stanno inanellando, una via l’altra, approfittando del fatto che trascorrerò l’estate in Italia (io vivo con la mia famiglia in Francia). Per restare aggiornati e partecipare, se sono vicine ai vostri luoghi di residenza o villeggiatura, basta seguirmi sui social (Facebook, Instagram o LinkedIn).”
Quali sono i progetti editoriali futuri?
“Oltre e in contemporanea con l’uscita di LUProcesso, è stato pubblicato un mio racconto nella raccolta Che mistero anche se…, scritta da una serie di scrittori di ICWA, l’associazione italiana scrittori dell’infanzia. Un libro molto divertente su misteri ed enigmi da risolvere (il mio è il primo, “Il mistero del biglietto cifrato”). Per quanto riguarda il futuro, sto rimaneggiando una fiaba che era molto piaciuta a Nico Colonna di Smemoranda e che vorrei proporre per farla pubblicare, e alcune altre cose che bollono in pentola ma di cui preferisco non parlare ancora essendo estremamente estremamente scaramantica! Ma spero di potervene raccontare al più presto, a cose fatte! Se non fosse che temo si arrabbi, mi direi da sola… in bocca al Lupo!”
Giornalista, lettrice professionista, editor. Ho incanalato la mia passione per la scrittura a scuola e da allora non mi sono più fermata. Ho studiato Scrittura e Giornalismo culturale e, periodicamente, partecipo a corsi di tecnica narrativa per tenermi aggiornata.
Abito in Calabria e la posizione invidiabile di Ardore, il mio paese, mi fa iniziare la giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno.