Si è appena conclusa la mostra al MAXXI iniziata il 25 ottobre scorso e dedicata a Jacovitti, curata da Dino Aloi e Silvia Jacovitti con Giulia Ferracci. Il grande fumettista che in molti ricorderanno per gli album di figurine come anche per i variopinti diari di scuola, ma anche per le pubblicità e l’”umorismo incontenibile”.
Gli esordi
Nato a Termoli nel 1923, esordisce nel 1939 sul settimanale satirico fiorentino “Il brivido”, prendendo subito di mira il papa, il re e il duce. Le sue prime storie vennero poi stampate su “Il Vittorioso” in tavole in bianco e nero e poi a colori: si tratta di ampie storie di western, esotiche o poliziesche tra le quali le più famose sono “L’On. Tarzan” e “Pippo in Africa”. I suoi personaggi sono spesso esponenti della cultura descritti mentre compiono azioni surreali e i cui dialoghi mettono alla berlina sia la politica e le abitudini degli Italiani di allora.
Le tavole espositive
Il processo creativo di “Jac” – come si firma negli anni successivi al 1958 – trasforma il foglio in una tavola a colori e si afferma la tecnica della “panoramica”, in cui sulla doppia pagina dei disegni si intrecciano numerosissimi personaggi ed eroi dei fumetti: sono in mostra i suoi tantissimi personaggi, da Cocco Bill a Jack Mandolino, da Zorry Kid alla Signora Carlomagno.
La sezione centrale
Alla sala centrale si collegano tutti gli altri spazi presenti nella mostra in forma circolare attorno a lei: quello per i più piccoli – con le tavole dedicate a Pinocchio –, quello del Jac erotico e quello dedicato ai diari scolastici – i famosi Diari Vitt che hanno accompagnato gli studenti sui banchi di scuola per un ventennio; infine c’è lo spazio dedicato ai cartelloni pubblicitari per “Esso”, “Esselunga” e “Algida”- i cui gelati sono stati per anni legati alle immagini di Cocco Bill (1957-1977).
Gli omaggi
Chiudono la mostra una serie di tavole realizzate dai più importanti fumettisti italiani e stranieri che hanno voluto rendere omaggio al maestro. Dunque una mostra che è stata un importante riconoscimento per il famoso “talento molisano” che si è affermato nel panorama creativo italiano con uno stile decisamente rivoluzionario e surrealista, quando la satira poteva riguardare davvero ogni campo della vita degli Italiani e poteva persino lanciare i suoi strali contro il regime dittatoriale e la politica, senza timori e senza fraintendimenti.