Si trova a Corso d’Italia n°37 il Next Museum in cui prendono forma delle straordinarie mostre immersive, grazie all’uso saggio e positivo dell’Intelligenza Artificiale, così gettonata ultimamente da essere usata spesso a sproposito un po’ in tutti i campi. Queste mostre, invece, permettono agli spettatori non solo di osservare, ma spesso anche di essere i protagonisti dell’arte, uscendo dalla cornice e immergendosi nei quadri, nelle sensazioni, nell’incanto del mondo artistico, quasi beffandosi delle leggi fisiche che separano artista e spettatore.
Monet: il percorso della mostra
Dal 13 settembre al 31 gennaio 2025 si può vivere una “digital experience” immergendosi nella realtà virtuale, a 150 anni dalla prima mostra degli Impressionisti che fu realizzata nel 1874 nello studio parigino del fotografo Nadar. Si inizia con l’analisi dell’Impressionismo e della tecnica “en plein air”, spiegate dai vari pannelli introduttivi, fino alle proiezioni su lavagne digitali nelle quali appare il dipinto nella sua forma attuale e attraverso l’uso della IA la sua trasformazione nella foto corrispondente, che mette a fuoco tutti i particolari, restituendo l’immagine originale che il pittore vedeva. Questo permette di notare le differenze tra la tecnica pittorica e quella fotografica, apprezzando sempre di più la tecnica degli Impressionisti e le loro pennellate che “suggeriscono” sensazioni, emozioni, stati d’animo piuttosto che limitarsi a descrivere “neorealisticamente”- ma con effettivo distacco- la realtà circostante.
La mostra di Monet al Next Museum di Roma: la stanza immersiva trasformata
Monet e la realtà virtuale
Dopo questo iniziale percorso espositivo, si entra in una stanza in 3D in cui le immagini sembrano danzare e animarsi concretamente sulle pareti e anche sul pavimento. L’incanto consiste nell’osservare da uno sgabello – ma anche per terra, se si vuole- come le opere gradualmente si trasformino in paesaggi che riguardano le 4 stagioni, mentre la musica che sottolinea questo passaggio non può che essere appunto “Le quattro stagioni” di Vivaldi. Non è solo la proiezione dei quadri degli impressionisti legati alle varie stagioni, ma è l’animazione che avviene inserendo farfalle, uccelli, lo scorrere di un fiume o del mare, gli effetti sonori che indicano il cinguettare degli uccelli oppure il mare in tempesta o infine il rombo di un tuono. E intanto se ci si guarda intorno sembra che questa trasformazione avvenga – come nel “panismo” -anche su di noi, sui nostri vestiti e soprattutto sul nostro stato d’animo, che si tinge di bianco come la neve, delle sfumature del rosso nell’autunno, che ci trasporta nel verde primaverile o nei toni caldi e brillanti dell’estate!
La mostra di Monet al Next Museum di Roma L'originale di Renoir
La mostra di Monet al Next Museum di Roma Renoir modificato con l' IA
Monet e la realtà aumentata
Si entra poi in una stanza utilizzando i visori in 3D per avere la percezione delle proiezioni in 3D, con suoni surround – ossia che ci circondano contemporaneamente ai nostri movimenti in una stanza – e installazioni interattive in cui lo spettatore può attraversare la realtà degli Impressionisti che prende vita davanti a noi. In questo modo è possibile persino interagire con tale realtà perché gli elementi del virtuale si sovrappongono con quelli del mondo reale. Così lo spettatore diventa parte integrante dell’opera d’arte, esattamente come volevano appunto gli artisti dell’epoca.
Monet e la didattica
Infine c’è un’intera sezione del museo dedicata alla didattica, con tavolini bassi – nello stile “montessori” – pastelli e fogli per permettere ai più piccoli di liberare la propria immaginazione e formare opere ispirate proprio al contatto diretto con i suoni, i colori e le forme più semplici della natura. E’ il principio dell’ “eduntainment” ossia dell’apprendimento tramite il divertimento, elemento che è alla base dell’editoria multimediale!
In conclusione la sperimentazione dell’arte immersiva è coinvolgente, affascinante e incanta lo spettatore. Tuttavia non può del tutto sostituire il museo “tradizionale” che permette invece un’esatta ricostruzione delle opere degli autori, delle loro tecniche, dei linguaggi e dei messaggi che vogliono riferire al pubblico. Dopo questa prima fase, invece, può entrare in gioco la tecnologia, la realtà aumentata e l’IA per far divertire lo spettatore e farlo interagire con le opere attraverso momenti esperienziali innovativi, che colpiscono, certamente, ma solo dopo averne appreso il senso e per potenziarne il messaggio culturale.